Stefano Argentino: il carattere schivo, la famiglia perbene. Chi è il presunto killer di Sara Campanella
Choc a Noto: il 27enne era compagno di università della studentessa di Misilmeri, uccisa in strada a Messina con una pugnalata al collo. “La importunava da due anni”

Siracusa, 1 aprile 2025 – Una famiglia perbene, gente onesta, lavoratrice. C’è sgomento a Noto per il fermo di Stefano Argentino, 27enne notino accusato dell’omicidio di Sara Campanella, la studentessa di Misilmeri (Palermo), uccisa ieri in strada a Messina. In città tutti parlano del dramma che ha travolto la famiglia Argentino. Il padre è operaio edile, la madre casalinga, fa lavoretti qua e là: la coppia gestirebbe anche una casa vacanze. Sono conosciuti a Noto. Tifosi del Noto Calcio, quando era in serie D, una decina di anni fa, seguivano la squadra anche in trasferta. “Una famiglia sana, siamo ancora increduli per quello che è accaduto – dice un amico –. Conosco anche il fratello e la sorella della madre, tutte persone perbene". Anche l’ex sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, conosceva gli Argentino: “Gente con la cultura del lavoro e sempre rispettosi”.
Le ultime ore di Sara
Di lui, Stefano, non si sa molto, invece. “A Noto non l’avevo mai visto – ammette il sindaco Corrado Figura – forse frequentava poco la città”. Stefano in effetti si era trasferito a Messina per studiare. Era iscritto al corso di laurea in Tecniche di Laboratorio Biomedico, come Sara. Stando agli amici di lei, si era invaghito della collega e da due anni non la lasciava in pace. "Il malato” lo chiamava la ragazza, epiteto usato anche nell’ultimo messaggio inviato alle amiche. “Dove siete? Il malato mi sta seguendo...”, scriveva Sara. Ma forse sia la 22enne che le compagne di corso avevano sottovalutato quella ‘fissa’ che il ragazzo aveva per lei. In tutto questo tempo non c’era mai stata una denuncia e questo, pare, perché le attenzioni di lui non erano mai sfociate in atteggiamenti minacciosi.
Le pressioni di Stefano
Riservato e schivo: così lo descrivono alcuni conoscenti. Poche le informazioni che di desumono dai social. Le ultime foto Stefano le aveva postate nel lontano 2017, durante un viaggio a Melbourne. Argentino era tifoso della Juventus e appassionato di motociclette. Altro non trapela. E ancora più difficile, anzi è impossibile, sapere cosa attraversasse la sua mente quando ieri – secondo la ricostruzione degli inquirenti messinesi – ha seguito Sara all’uscita dal Policlinico, dove la ragazza faceva il tirocinio. Continuava a importunarla, dicono gli investigatori, e non si fermava neanche di fronte al rifiuto di lei che avrebbe sempre negato le avance.
"Basta, lasciami”, ha gridato lei ieri prima che ieri un giovane – Stefano, secondo la procura messinese – tirasse fori un’arma affilata e la pugnalasse al collo, lasciandola a terra in una pozza di sangue.
Atteso l’interrogatorio
Adesso Stefano Argentino è in carcere a Messina, accusato di omicidio pluriaggravato. A lui gli inquirenti sono arrivati dopo aver ascoltato gli amici di Sara. Tra domani e dopodomani si terrà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Il Procuratore capo di Messina, Antonio D'Amato, ha chiesto l'emissione della custodia cautelare.