SpaceX e investimenti cinesi: una "porta di servizio" segreta via offshore?
Secondo un'inchiesta, SpaceX permetterebbe a investitori cinesi di acquisire quote tramite società offshore, eludendo potenziali controlli sulla sicurezza nazionale
La compagnia spaziale di Elon Musk, SpaceX, si trova al centro di una possibile bufera politica e mediatica: avrebbe consentito a investitori cinesi di acquistare partecipazioni nella società a condizione che i fondi transitassero attraverso le Isole Cayman o altri centri offshore. Questa è l'incredibile indiscrezione riportata da ProPublica, che getta nuove ombre sui legami tra l'azienda aerospaziale e la Cina, soprattutto in considerazione del suo ruolo di appaltatore della difesa per il Pentagono.
SpaceX, infatti, gestisce lavori delicati, come la costruzione di una rete di satelliti spia classificati. Un investimento proveniente dalla Cina solleva evidenti preoccupazioni per la sicurezza nazionale, in quanto potrebbe potenzialmente concedere a un avversario straniero l'accesso a tecnologie militari sensibili, informazioni di intelligence o catene di approvvigionamento strategiche. Tutto ciò avviene mentre in questi giorni si dice che il Pentagono avrebbe informato Musk sui piani relativi a un potenziale conflitto con la Cina.
I dettagli su come SpaceX avrebbe permesso agli investitori cinesi di entrare nella compagine societaria sono emersi durante una recente disputa aziendale in Delaware, attraverso le testimonianze del suo direttore finanziario, Bret Johnsen, e di un importante investitore, Iqbaljit Kahlon. La controversia era incentrata su un accordo abortito nel 2021 con una società cinese che aveva pianificato di acquistare 50 milioni di dollari (circa 46,2 milioni di euro) in azioni della società. Quando la notizia divenne pubblica, i dirigenti di SpaceX si ritirarono per evitare potenziali problemi con le autorità di regolamentazione della sicurezza nazionale.