“Sono tornata al lavoro dopo le cure per il cancro e sono stata promossa, sono fortunata. Tante vengono lasciate a casa”: parla Gaia Padovan, giornalista Mediaset
“Ringrazio voi che mi avete abbracciata virtualmente in questi lunghi mesi e che condividete storie di sofferenza ma anche di infinita forza e amore e ringrazio l’azienda per la quale ho il privilegio di lavorare: dopo 9 mesi di malattia mi ha premiata promuovendomi a Caposervizio. Un bellissimo bentornata!”: queste le parole di Gaia Padovan, […] L'articolo “Sono tornata al lavoro dopo le cure per il cancro e sono stata promossa, sono fortunata. Tante vengono lasciate a casa”: parla Gaia Padovan, giornalista Mediaset proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Ringrazio voi che mi avete abbracciata virtualmente in questi lunghi mesi e che condividete storie di sofferenza ma anche di infinita forza e amore e ringrazio l’azienda per la quale ho il privilegio di lavorare: dopo 9 mesi di malattia mi ha premiata promuovendomi a Caposervizio. Un bellissimo bentornata!”: queste le parole di Gaia Padovan, 45 anni e giornalista Mediaset, che torna dopo la diagnosi di cancro al seno e annuncia felice anche una promozione, ringraziando il Biscione perché, scrive su Instagram, “quando si è supportati bisogna essere consapevoli e riconoscenti, non è per nulla scontato. In questo periodo ho scoperto quante donne malate di tumore si ritrovano in condizioni di fragilità economica, abbandonate dal compagno e licenziate dal datore di lavoro. E dunque, ancor di più grazie a Mediaset un’azienda dal cuore grande, (e meravigliosamente libera!)”.
E il volto del tg ha raccontato come si sente al Corriere della Sera: “Bene, dopo nove mesi intensi di chemio e radioterapia, mi sono fermata quattro settimane. Sarei dovuta restare ancora un po’ a casa, ma ho voluto anticipare i tempi, perché volevo tornare al mio lavoro e alla mia vita. Mi sento come Wonder Woman… sdraiata (ride), nel senso che mi sento piena di energia e di voglia di fare, ma il mio corpo si stanca prima. Ora sto seguendo due terapie: l’ormonoterapia e una nuova cura con inibitori che in Italia è arrivata da pochissimo. È una terapia innovativa, una sorta di chemio in pastiglia, che prendo due volte al giorno”.
Poi l’appello, importantissimo, “la prevenzione salva letteralmente la vita. Sono tantissime le persone che mi scrivono quotidianamente per raccontarmi la loro storia o per parlarmi del tumore di un genitore, un fratello o una sorella, di un amico o un’amica… in tanti mi chiedono di condividere la mia esperienza e anche informazioni pratiche. C’è tanta sensibilità e tanta paura su questo tema…”. E a proposito della promozione, ribadisce di essere stata fortunata: “Allo Iov (Istituto Oncologico Veneto) ho conosciuto varie donne che, invece, sono state licenziate. Magari collaboratrici domestiche, bariste, professioniste con altri tipi di contratti, quindi non assunte, sono state lasciate a casa. In più, sempre allo Iov mi hanno detto la percentuale di donne che viene lasciata dal proprio partner durante le cure: il 25%. Quindi il 25% delle donne si trova senza più marito, o senza il compagno, e magari anche senza lavoro. C’è gente costretta a lavorare in chemio per non perdere il lavoro, come madri single. Fortunatamente ci sono varie associazioni che se ne occupano. Io mi sono sentita fortunata a non essere in quella percentuale”.
Padovan ha spiegato di avere un braccio fasciato “perché ogni tanto si gonfia via del linfedema dove sono stati tolti linfonodi malati. A maggio le era stato “diagnosticato un tumore al seno localmente avanzato con metastasi ai linfonodi. Una notizia che ti annienta. Ma non è nemmeno una sentenza di morte”.
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