Snam, 400 milioni d’investimenti entro il 2029

L’ad Stefano Venier: "Dal gennaio scorso stop al gas russo, Ravenna decisiva"

Mag 7, 2025 - 04:59
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Snam, 400 milioni d’investimenti entro il 2029

"Sono orgoglioso del lavoro fatto a servizio del Paese e della sua sicurezza energetica. Avevamo un compito e credo che lo abbiamo assolto sin qui. Sono convinto che Snam continuerà a farlo anche in futuro". Così l’ad Stefano Venier (in foto) guarda al suo mandato, che terminerà il prossimo 14 maggio, data di convocazione dell’assemblea dei soci per la nomina del cda. Tenere insieme "sicurezza e sostenibilità", con un approccio di un "operatore multi molecola, su scala paneuropea". Questo il "filo rosso che ha accompagnato l’azienda negli ultimi anni", invita a notare Venier.

Presentato ieri a Milano, l’ultimo tassello della strategia: l’Innovation Plan – il primo dell’azienda – che si aggiunge al Piano industriale 2025- 2029 e a quello di decarbonizzazione, il "Transition plan". L’orizzonte è il 2035, arco temporale nel quale l’azienda prevede di investire 400 milioni di euro in innovazione. "Le complessità crescenti della fase attuale, caratterizzata dalla fragilità degli equilibri complessivi e da un percorso di transizione energetica sempre meno lineare, hanno accresciuto l’importanza di un costante upgrade tecnologico di asset, processi e sistemi", aggiunge l’ad. Tra gli investimenti, 338 milioni sosteranno iniziative di proven innovation (tecnologie già disponibili sul mercato) mentre 62 milioni alimenteranno progetti di explorative innovation. Tra queste, nuove applicazioni basate sull’AI, clean tech per la produzione, l’uso finale e la trasformazione di molecole decarbonizzate. Motore pulsante sarà SnamTec, programma di innovazione applicato alle operation, già attivo dal 2018 e articolato in circa 50 progetti.

"È chiaro che stiamo andando verso un sistema energetico che deve trovare nuovi meccanismi di equilibrio", dice. "Credo che gli eventi che sono avvenuti nel centro Europa questo inverno, il famoso Dunkelflaute, cioè la caduta di produzione eolica contestuale alla riduzione della produzione solare che ha richiesto per soddisfare la domanda all’interno della Germania un salto nella produzione termoelettrica per stabilizzare il sistema facciano riflettere".

Per quanto riguarda l’interruzione dell’acquisto del gas russo per l’intera Europa, Venier sottolinea: "Credo che fosse tra i primi obiettivi dopo l’invasione dell’Ucraina. Occorre investire in infrastrutture, ma ogni Paese ha la sua specifica situazione. In Italia, non importiamo più gas russo da primo gennaio 2025 e con l’avvio del rigassificatore di Ravenna ci siamo creati quel minimo di flessibilità infrastrutturale per far fronte a eventuali ottimizzazioni future".

Jessica Castagliuolo