Silenti Enasarco, Federcontribuenti chiede chiarezza
”Sono circa 700mila. Persone, donne e uomini, se abitassero nella stessa città sarebbe la quinta più popolosa d’Italia. Sono, letteralmente, un pezzo di Paese distribuito da Nord a Sud, che la politica per troppo tempo ha ignorato. Sono i “silenti Enasarco”, ex lavoratrici ed ex lavoratori che per anni hanno obbligatoriamente versato contributi all’Ente nazionale di... Leggi tutto

”Sono circa 700mila. Persone, donne e uomini, se abitassero nella stessa città sarebbe la quinta più popolosa d’Italia. Sono, letteralmente, un pezzo di Paese distribuito da Nord a Sud, che la politica per troppo tempo ha ignorato. Sono i “silenti Enasarco”, ex lavoratrici ed ex lavoratori che per anni hanno obbligatoriamente versato contributi all’Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio (Enasarco), ma che oggi si ritrovano senza una pensione integrativa”. Con una nota Federcontribuenti aderente a Conf. Pmi Italia evidenzia l’annosa situazione che ”stanno vivendo queste persone, totalmente private dei loro diritti”. ”Quanto da loro obbligatoriamente versato è infatti lì – scrive il Presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella – perche’ la contribuzione è obbligatoria, non c’è possibilità di sottrarvisi, nella Fondazione, ma appunto “silente”: denaro non riscattabile e non cumulabile con l’Inps, né generativo di alcuna forma di rendita o di pensione. Immobile, inutilizzabile fino alla prescrizione, quindi la totale perdita di ogni diritto su di esso”.
Il motivo è che, sottolinea Federcontribuenti che ha ricevuto il supporto di Tommaso Cerciello Presidente di Conf.Pmi Italia “per tantissimo tempo la Fondazione Enasarco ha adottato requisiti molto stringenti per l’accesso alla pensione, il più rigoroso dei quali è stato senza dubbio quello di un’anzianità contributiva minima di vent’anni, che non sono affatto pochi. Tradotto: se per 19 anni hai lavorato come agente di commercio versando all’Ente decine di migliaia di euro, e per un qualunque motivo non riesci più a lavorare e quindi continuare a contribuire fino ai 20, non ti spetta niente. Diventi “silente”, senza alcuna possibilità di appello”. Con la beffa, si legge nella nota congiunta ”sopraggiunta solo recentemente, di vedersi due volte esclusi poiché giusto lo scorso anno Enasarco ha di fatto ridotto l’anzianità minima contributiva a cinque anni, non erogando qui una pensione ma una forma simile, una rendita chiamata contributiva, ma nel far questo ha tagliato fuori tutti coloro iscritti all’ente prima del 2012, ossia la stragrande maggioranza”. Sia finalmente fatta chiarezza sul ruolo, le pertinenze e i poteri del gestore della previdenza Enasarco ”in particolare – rileva infine Paccagnella – che sia definita l’adesione delle decisioni di Enasarco alla legislazione vigente in materia previdenziale che non puo’ essere disattesa”.