Shadow Of The Orient, l’indie per chi ama la comfort zone del retro gaming
Un platform a scorrimento per picchiare tutti e usare tante armi

Dopo il debutto su PC nell’ottobre 2024, l’avventura di Xiaolang è approdata sulle console Nintendo Switch, PlayStation e Xbox. Se nella vostra dieta videoludica è consigliata anche una discreta dose di retro gaming, questo indie sviluppato da Spacelab Games saprà darsi il giusto apporto di 16 bit. La trama di Shadow Of The Orient non è nulla di che: il bene che lotta contro il male, il rapimento dei bambini e il guerriero che scalda i muscoli per picchiare duro. Funziona? Sì.
La recensione di Shadow Of The Orient
La direzione artistica pesca dal folklore cinese e dall’ukiyo‑e giapponese. Gli sprite sono nitidi, i fondali sufficientemente stratificati e nemici vengono pescati da un ampio bestiario. Non grida al miracolo, ma il platform fa la sua figura, secondo noi soprattutto sulla portatile di casa Nintendo. Però, va detto, non siamo al cospetto di un qualcosa di paragonabile a Hollow Knight.
Il loop è semplice in schermate 2D a scorrimento: esplora, libera piccoli prigionieri, apri i bauli, pesta il miniboss di turno, arrampicati e agisci in fretta quando sei sotto attacco. Il level design premia la verticalità e qualche ricerca laterale, ma le hitbox non risultano sempre precise. Il combat system alterna spada, coltelli a un kung‑fu molto basico ma efficace.
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Il codice di Shadow Of The Orient gira solido: gli fps sono stabili quasi ovunque, con rari singhiozzi nelle arene piene di sprite. La pixel art fa la sua parte, ma la palette rimane piatta. La colonna sonora è un riempitivo, che non dà molto di più all’esperienza. Non la canticchierete sotto la doccia, insomma.
Shadow of the Orient è come un piatto pronto in pochi minuti, sazia quel tanto che basta e regala momenti di divertimento. La ricetta è classica, magari troppo, ma a un prezzo tutto sommato competitivo rappresenta un valido indie da prendere in considerazione.