Sembra l’Islanda, ma è in Toscana: il paesaggio alieno che nessuno conosce

C’è un angolo di Toscana che sembra disegnato da un pittore con una predilezione per l’assurdo, quei surrealisti alla Dalì che hanno come obiettivo la concretizzazione dell’irreale e vogliono mettere in scena tutto quello che ha a che fare con l’incredibile e l’inverosimile. Stiamo parlando di un paesaggio che non ha nulla da invidiare ai...

Apr 20, 2025 - 15:23
 0
Sembra l’Islanda, ma è in Toscana: il paesaggio alieno che nessuno conosce

C’è un angolo di Toscana che sembra disegnato da un pittore con una predilezione per l’assurdo, quei surrealisti alla Dalì che hanno come obiettivo la concretizzazione dell’irreale e vogliono mettere in scena tutto quello che ha a che fare con l’incredibile e l’inverosimile.

Stiamo parlando di un paesaggio che non ha nulla da invidiare ai più famosi campi geotermici islandesi, senza però che vi sia bisogno prenotare un volo per Reykjavík, perché basta arrivare in Maremma, a Monterotondo Marittimo, e lasciarsi guidare dall’odore pungente di zolfo. È lì che si apre il Parco delle Biancane, un luogo dove la terra sembra respirare, sbuffare e ribollire sotto i piedi.

Un territorio che parla, anzi sussurra, raccontando una storia fatta di rocce bianche, vapori incandescenti e antiche industrie boracifere, un paesaggio fuori dal tempo, alieno per certi versi, eppure così familiare se si è disposti ad ascoltarlo.

Il bianco che non ti aspetti

Il nome “Biancane” non è certamente un vezzo poetico. È un termine tecnico, toscano fino al midollo, che indica quelle aree in cui il bianco domina la scena. Non è neve, né cenere: è la roccia stessa, scolorita dai vapori geotermici che scrostano via il ferro, il colore, la vita minerale. I diaspri rossi, tipici della zona, vengono letteralmente sbiancati dagli agenti chimici che salgono dal sottosuolo.
Camminare tra le Biancane è un po’ come muoversi su un altro pianeta, luogo in cui la vegetazione scompare, la terra si fa calda, e ad ogni passo può spuntare un soffione, una pozza ribollente, una putizza puzzolente (eh sì, il profumo di “uovo marcio” dell’idrogeno solforato è parte integrante del viaggio).

Un museo sotto i piedi

Il bello di questo parco? È sempre aperto ed è gratuito, quindi nessun biglietto, nessuna fila. Solo la natura, che qui si fa spettacolo e laboratorio a cielo aperto.
Chi vuole approfondire – o semplicemente evitare di bruciare le scarpe su una roccia bollente – può passare dal Mubia, il Geomuseo delle Biancane, un ex edificio industriale trasformato in centro di accoglienza e museo multimediale.
Non parlaimo del solito museo polveroso, ma di qualcosa di molto più avveniristico, visto che per scendere virtualmente fino a sette chilometri sotto terra ci si dovrà imbarcare in una “GeoNave”, che ci condurrà verso il ventre caldo del pianeta.

È un’esperienza che lascia il segno, soprattutto se si è con bambini o con amici con la passione per il genere “documentario geologico e sbuffi infernali”.

Fumacchi, bulicam ed altre stranezze

Le manifestazioni geotermiche qui hanno un lessico tutto loro. Un glossario che sembra uscito da un fantasy toscano:

  • I soffioni (detti anche fumacchi) sono dei getti di vapore dal terreno secco, rumorosi e spettacolari.
  • I bulicam somigliano a dei giganteschi calderoni stregoneschi, pur essendo delle semplici pozze di fango in ebollizione costante.
  • Le putizze, assoluta nemesi delle narici sensibili, emanano i tremendi gas solforosi con quell’inconfondibile aroma di zolfo.
  • Le mofete, meno scenografiche ma assai insidiose, rilasciano anidride carbonica in depressioni e fessurazioni che possono essere anche pericolose.
  • Infine ci sono i lagoni, vere e proprie pozze d’acqua geotermica che ribollono come stufati del diavolo.

Un salto nella storia: tra alchimia e industria

A fine ’700, proprio da queste parti, venne scoperta la presenza dell’acido borico, una sostanza che fino ad allora si importava dalla Persia. Fu un farmacista illuminato, Uberto Francesco Hoefer, ad isolare il “sale sedativo di Homberg” dal Lagone Cerchiaio, dando il via a un’epopea industriale che ha lasciato tracce ovunque: muri anneriti, efflorescenze di gesso, canali scavati a mano, e lavatoi ottagonali costruiti con mattoni provenienti dalla storica fornace di Vecchienne.

Passeggiando nel parco, si ha come l’impressione che i vapori abbiano impregnato tutto: la pietra, l’aria, persino la memoria. Ogni sfiato di vapore sembra raccontare un pezzo di quell’epoca in cui Monterotondo era all’avanguardia nella geotermia, ben prima che diventasse una moda.

Il sentiero dell’incredibile

Per arrivare al cuore delle Biancane si parte dalla piazza del paese e si segue la strada verso il villaggio dei Lagoni. Già dopo un centinaio di metri, il paesaggio comincia a cambiare: le pietre si fanno bianche, i muri fumano, l’aria si scalda.
Il Lagone Cerchiaio segna l’inizio del sentiero, da lì si sale verso il Mubia e poi si prosegue sul percorso pedonale. In cima al colle si apre una vista straordinaria: tra canaline artigianali, sbuffi improvvisi, e pozzi industriali, si attraversa un paesaggio che sembra disegnato da un regista visionario.

E proprio lì, vicino a una delle sorgenti più calde, c’è chi si ferma a preparare il cosiddetto caffè geotermico: una moka appoggiata su una roccia bollente e qualche minuto d’attesa, per un risultato che non sarà quello di un bar napoletano, ma vuoi mettere il fascino di un espresso cotto al vapore della terra?

Un paesaggio che ti rimette al tuo posto

Alle Biancane non c’è niente di costruito per stupire. È la natura, qui, che fa la parte della star, e lo fa con una semplicità decisamente spiazzante: un sasso bianco, una nuvola di vapore, un fango che ribolle, tutto ci parla di trasformazione, di energia che pulsa sotto la superficie, di un equilibrio delicato e meraviglioso.
È un luogo che insegna qualcosa, sulla geologia, certo, ma anche sul rispetto, perché osservare la terra “viva”, in continua mutazione, ci fa sentire piccoli e fortunati.

E poi, diciamocelo: se puoi vedere tutto questo senza nemmeno prendere l’aereo, cosa aspetti? Lascia perdere l’Islanda e vieni a perderti tra le Biancane, dove il mondo sembra nuovo, anche se è vecchio di milioni di anni.
E ti prometto: ti sentirai, almeno per un po’, un esploratore in casa tua.

Non vuoi perdere le nostre notizie?

Leggi anche: