Scuola, vietati schwa e asterischi nelle circolari: la stretta del ministro Valditara ai presidi
Il ministero evita di entrare nel merito delle questioni legate all'inclusione e si limita a farne una questione linguistica L'articolo Scuola, vietati schwa e asterischi nelle circolari: la stretta del ministro Valditara ai presidi proviene da Open.

No agli asterischi e allo schwa (ə) nelle comunicazioni scolastiche. A deciderlo è il ministero dell’Istruzione e del Merito, che con una circolare inviata a tutti i presidi raccomanda le scuole di non usare questi simboli, solitamente adottati per un linguaggio più inclusivo di tutte le identità di genere. «Il loro impiego è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la comprensibilità della comunicazione istituzionale», si giustifica il ministero in una nota. A sostegno della sua posizione, il dicastero di Viale Trastevere chiama in causa l’Accademia della Crusca, che «più volte ha espresso riserve sull’uso di segni grafici non convenzionali, sottolineando come possano ostacolare la leggibilità e l’accessibilità dei testi ufficiali. L’uso arbitrario di questi simboli – prosegue il ministero – introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno efficace».
L’asterisco e lo schwa
L’asterisco e lo schwa sono strumenti linguistici introdotti da alcuni movimenti femministi per superare il maschile sovraesteso – ovvero la tendenza a declinare al maschile i gruppi generici di persone – e binarismo di genere (maschio-femmina) nella lingua scritta. Tuttavia, la loro diffusione è ancora limitata e il dibattito sulla loro legittimità rimane aperto. Il ministero, nella sua circolare, evita di entrare nel merito delle questioni legate all’inclusione e sembra voler limitare il tema alla «necessità di preservare la coerenza linguistica nei documenti ufficiali». La scuola, secondo l’indicazione ministeriale, deve attenersi alla grammatica tradizionale, senza introdurre variazioni.
Il precedente a Napoli e quel «Bambin*» in una circolare
Nei mesi scorsi, è stato sollevato un polverone dopo che la scuola Novaro-Cavour di Napoli è finita al centro della polemica per aver utilizzato la dicitura «bambin*» in una circolare. L’avvocato Angelo Pisani aveva segnalato l’accaduto al ministero, chiedendo un intervento immediato. L’Ufficio Scolastico Regionale della Campania aveva poi chiarito che si trattava di un semplice «refuso», e la dirigente scolastica aveva provveduto a correggere il testo.
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