Scoperta la “casa degli orrori”: “Tre bambini chiusi in casa da oltre tre anni tra rifiuti e farmaci, i genitori ossessionati dal Covid”. Il racconto choc della polizia

Hanno vissuto per oltre tre anni anni tra i rifiuti senza poter uscire di casa. Nemmeno per andare a scuola o semplicemente prendere una boccata d’aria. A Oviedo (Spagna), una coppia di genitori ha tagliato fuori dal mondo i tre figli, due gemelli di otto anni e un altro di dieci. Stando ai vicini di […] L'articolo Scoperta la “casa degli orrori”: “Tre bambini chiusi in casa da oltre tre anni tra rifiuti e farmaci, i genitori ossessionati dal Covid”. Il racconto choc della polizia proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 4, 2025 - 12:05
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Scoperta la “casa degli orrori”: “Tre bambini chiusi in casa da oltre tre anni tra rifiuti e farmaci, i genitori ossessionati dal Covid”. Il racconto choc della polizia

Hanno vissuto per oltre tre anni anni tra i rifiuti senza poter uscire di casa. Nemmeno per andare a scuola o semplicemente prendere una boccata d’aria. A Oviedo (Spagna), una coppia di genitori ha tagliato fuori dal mondo i tre figli, due gemelli di otto anni e un altro di dieci. Stando ai vicini di casa, dagli ultimi mesi del 2021, in piena pandemia Covid-19, nessuno è mai uscito dalla villetta che la famiglia aveva affittato. I bambini sono cresciuti senza istruzione, indossando pannolini e tre mascherine chirurgiche ciascuno sul viso. Christian Steffen e Melissa Ann Steffen, il padre e la madre, ordinavano su internet cibo e generi di prima necessità, avevano fissato un numero massimo di utilizzi del bagno e, stando al Daily Mail, davano ai figli farmaci contenenti THC (l’elemento psicoattivo principale della cannabis) comprati sul mercato nero come trattamento per il disturbo del deficit dell’attenzione. Pochi giorni fa i due adulti, lui tedesco e lei tedesco-americana, sono stati arrestati dalla polizia locale. Le accuse: violenza domestica, maltrattamento psicologico e abbandono di minori. I media hanno ribattezzato la villetta la “casa degli orrori”.

La segnalazione che nell’abitazione degli Steffen ci fosse qualcosa di strano è arrivata da un vicino di casa. Così sono subito partite le indagini. È emerso che la casa non era occupata da una sola persona, un uomo come risultava nel registro civile, ma anche da altri. Il sospetto è stato alimentato dalla quantità di spesa recapitata di fronte alla porta. Troppa per un solo individuo. Gli investigatori, poi, hanno scoperto anche che tra i residenti c’erano dei minori. Quando, venuta a conoscenza della situazione, mercoledì 30 aprile la polizia ha bussato alla porta per cominciare la perquisizione, i due genitori non hanno avuto reazioni strane. Anzi, non hanno negato “di essere stati isolati per anni, né hanno mostrato la consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato”, ha raccontato un agente. La madre, Melissa, continuava a ripetere che i figli fossero molto malati. Il marito ha chiesto ai poliziotti di indossare le mascherine prima di entrare. All’interno della casa sono state trovate tutte le porte bloccate e le finestre chiuse. Rifiuti e numerosi medicinali. Le forze dell’ordine hanno parlato di problemi di “igiene”.

Il fatto che tutti i membri della famiglia indossassero mascherine chirurgiche ha avvalorato l’ipotesi – da verificare – che i coniugi Steffen avessero una paura ossessiva del Covid-19. “Siamo stati tutti colpiti dalla sindrome del Covid, dalla sindrome post-Covid e da tutto ciò che ne è seguito. Possiamo fare delle ipotesi su cosa possa aver portato una famiglia a stare rinchiusa in questo modo per molto tempo. Il fatto che indossassero mascherine chirurgiche può essere o non essere aneddotico”, ha spiegato il commissario Francisco Javier Lozano. Poi ha aggiunto che, ora, le indagini dovranno determinare come i due genitori “siano arrivati fino a qui” e i motivi per i quali avrebbero deciso di andare a vivere in Spagna.

Quel che è sicuro è che quando i bambini hanno potuto lasciare le quattro mura entro le quali sono rimasti chiusi per oltre tre anni si sono fermati a toccare e contemplare l’erba, “come se non fossero mai usciti all’esterno”. Adesso, sono stati affidati ai medici e inseriti in un centro di protezione per l’infanzia. La ministra che si occupa di politiche per l’infanzia Marta del Arco ha dichiarato a El Comercio che i tre minori “stanno bene fisicamente”, ma la valutazione psicologica deve essere completata. Come riporta il Daily Mail, secondo la portavoce dell’associazione professionale di educazione sociale del Principato delle Asturie (comunità autonoma nel nord-ovest della Spagna), Flor Gonzalez Muñiz, i due fratelli più piccoli si stanno velocemente adattando a vivere senza mascherine, mentre il più grande “è un po’ più reticente”. “Non è così facile smontare il discorso che hanno ricevuto per così tanto tempo dai loro genitori. Quando sono più piccoli, i bambini sono meno consapevoli del rischio, quindi è normale che il grande abbia bisogno di controllare più degli altri due che non stia succedendo niente e di guadagnarsi la fiducia”, ha evidenziato. I danni psicologici subiti dai minori, secondo l’esperta, sono “molto gravi”, ma non irreversibili”. La sua convinzione è che, essendo in tre, potranno aiutarsi e “diventare un gruppo unito”.

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