Raggiunto al Mimit l’accordo per Beko, salvi gli stabilimenti in Italia
Nella notte di ieri al Ministero delle Imprese e del made in Italy, dopo oltre dodici ore di trattativa, è stata raggiunto un’intesa tra Beko, sindacati e ministeri che sarà ora sottoposta alla valutazione dei lavoratori. Fonti Mimit hanno sottolineato che l’accordo prevede più di 300 milioni di investimenti e il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti. Ci sono […] L'articolo Raggiunto al Mimit l’accordo per Beko, salvi gli stabilimenti in Italia proviene da Scenari Economici.


Nella notte di ieri al Ministero delle Imprese e del made in Italy, dopo oltre dodici ore di trattativa, è stata raggiunto un’intesa tra Beko, sindacati e ministeri che sarà ora sottoposta alla valutazione dei lavoratori. Fonti Mimit hanno sottolineato che l’accordo prevede più di 300 milioni di investimenti e il mantenimento in attività di tutti gli stabilimenti.
Ci sono volute oltre 12 ore di trattativa, ma alla fine si è trovata la quadra per evitare il licenziamento di migliaia di dipendenti e la chiusura degli stabilimenti. Protagonista di questa ennesima crisi italiana è Beko, multinazionale di elettrodomestici di proprietà del gruppo turco Arcelik che alla fine del 2024 aveva annunciato quasi 2mila esuberi e la serrata di diversi stabilimenti e linee di produzione in Italia.
Il ministro Adolfo Urso ha dichiarato che l’accordo è “un risultato positivo, per molti versi insperato, il frutto di un intenso lavoro durato mesi che ha visto la piena collaborazione degli enti locali e dei sindacati in un contesto internazionale molto difficile”. Durante un question time alla Camera, il ministro ha spiegato che ora l’ipotesi di accordo “sarà sottoposta al voto delle assemblee dei lavoratori e in caso di determinazione positiva giungeremo alla sottoscrizione dell’accordo definitivo il prossimo 14 aprile, in occasione del tavolo ministeriale già convocato”.
“Il Governo, inoltre, si impegna in questa sede a salvaguardare i lavoratori Beko attraverso misure di sostegno al reddito per tutto il periodo previsto dal piano industriale che si svilupperà dal 2025 e dall’anno in corso al 2027 – ha aggiunto –. D’intesa col ministero del Lavoro garantiremo la piena operatività degli ammortizzatori sociali vigenti alla data di sottoscrizione dell’accordo, nonché di quelli eventualmente previsti da futuri provvedimenti legislativi su cui ci impegniamo”.
L’intesa prevede che lo stabilimento Beko di Siena sarà acquisito da Invitalia con il Comune e avviato subito il processo di reindustrializzazione. Tutti i lavoratori saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali. Gli esuberi, ha spiegato il ministero delle Imprese e del Made in Italy, dovrebbero ridursi dai 1.935 del piano presentato dall’azienda a novembre a meno di mille e verranno gestiti con uscite volontarie e incentivate economicamente.
Per quanto riguarda lo stabilimento Beko di Siena, il sito verrà acquistato da Invitalia con il Comune e sarà avviato subito il processo di reindustrializzazione. Tutti i lavoratori saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali. Nel sito di Fabriano, in provincia di Ancona, gli esuberi dovrebbero essere massimo 193 tra staff, impiegati, quadri, dirigenti e il centro Sviluppo e Ricerca. A questi vanno aggiunti, sempre nelle Marche, i 64 esuberi (sempre fino a un numero massimo) tra gli operai dello stabilimento di Melano di Fabriano che resta il polo di produzione dei piani cottura per tutta la regione Emea e dove saranno effettuati nei prossimi tre anni oltre 60 milioni di euro di investimenti. Infine, per il sito di Comunanza, gli esuberi saranno massimo 80, e allo stabilimento verrà affidata la produzione di un nuovo prodotto.
Per i lavoratori in eccesso si attivano la cassa integrazione, piani di incentivo all’esodo, e politiche attive per il ricollocamento. In base alle anticipazioni sulla bozza dell’accordo, c’è l’impegno dell’azienda per riassorbire parte degli esuberi anche attraverso l’utilizzo del part-time. I licenziamenti saranno effettuati sulla base di accordi, con un piano di incentivi che arriva a 85mila euro.
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