Produzione industriale, nuovo calo e -2,7% su anno: crollano moda e auto

Nuovo calo per l'indice destagionalizzato della produzione italiana a febbraio 2025: -0,9% rispetto a gennaio, -2,7% su base annua. Bene l'energia.

Apr 10, 2025 - 13:58
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Produzione industriale, nuovo calo e -2,7% su anno: crollano moda e auto

A febbraio 2025 l’Italia ha registrato il suo 25esimo calo consecutivo su base tendenziale dell’indice destagionalizzato della produzione, con il dato del mese che è sceso dello 0,9% rispetto a gennaio 2025, e del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2024. A riferirlo è l’Istat, che evidenzia anche come la dinamica negativa riguardi tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’unica eccezione rappresentata da quelle dell’energia. Tra i più negativi vi sono i beni strumentali (-3,3%), con macchinari, mezzi di trasporto e tessile-abbigliamento scesi rispettivamente del 9,5, del 14 e del 13%. Male anche metallurgia, elettronica e chimica.

Il calo dell’indice destagionalizzato

Come detto, l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana è sceso a febbraio 2025 dello 0,9% rispetto a gennaio, con flessioni pari al 3,3% per i beni strumentali e rispettivamente del 2% e del 1,9% per quelli intermedi e di consumo. Su base mensile l’indice sale soltanto per l’energia, del 4% per l’esattezza.

Lo stesso schema descritto si nota nell’indice corretto su base tendenziale, con l’energia che cresce del 7,6% e i beni strumentali, intermedi e di consumo che calano rispettivamente del 9,8, del 4,6 e del 2%.

Chi perde di più e chi va bene

Dividendo l’indagine in Istat in “buoni e cattivi” della produzione italiana, ci si rende conto che i settori che presentano maggiori incrementi tendenziali sono:

  • fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria, con un netto più 19,4%;
  • industria del legno, della carta e stampa, più 3,4%;
  • industrie alimentari, di bevande e del tabacco, più 1,6%.

Per tutti gli altri comparti, invece, i dati sono tutti con il segno meno davanti, con le flessioni più ampie che interessano:

  • produzione di mezzi di trasporto, meno 14,1%;
  • industrie tessili, di abbigliamento, di pelli e accessori, meno 12,9%;
  • fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, meno 12%.

Il peso negativo del settore auto

A giocare molto a sfavore dei dati italiani è, soprattutto, l’andamento negativo del settore dell’auto. Stellantis, infatti, nel primo trimestre del 2025 ha ridotto di oltre un terzo i propri volumi produttivi che, già in precedenza, erano stati rivisti al ribasso (dati del rapporto Fim-Cisl). Ecco dunque che non c’è da stupirsi se il dato Istat sulla produzione di auto a febbraio 2025 registri una caduta netta del 33% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Scendono gli investimenti e la fiducia

Un altro freno alla crescita della produzione italiana è rappresentato dagli investimenti che, come sempre avviene nelle fasi di incertezza, diminuiscono. L’avvio della guerra commerciale di Trump e l’instabilità economica che ne è derivata non giocano certo a favore. Gli esempi non mancano: i bonus di Transizione 5.0 – anche per un’elevata difficoltà procedurale – hanno fin qui avuto un tiraggio limitato di appena 677 milioni di credito d’imposta prenotati (meno dell’11% del totale).

In questo clima di contrazione e incertezza anche la fiducia dei cittadini subisce delle brusche battute d’arresto. A marzo 2025 l’Istat ha registrato per questo fattore il valore più basso mai visto dal novembre 2023, con il saldo tra ottimisti e pessimisti sulle prospettive dell’economia italiana che è sceso di ben 15 punti percentuali rispetto a febbraio. Peggio si era andati solo durante la pandemia da COVID-19.