Produttività del lavoro e stipendi, ancora luci e ombre in Italia

Rapporto mondiale sui salari 2024325: l'Italia è il paese in cui il potere d'acquisto si è ridotto di più dal 2008 ad oggi (quasi -9%).

Mar 25, 2025 - 18:52
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Produttività del lavoro e stipendi, ancora luci e ombre in Italia

La buona notizia è che nel 2024, pur a fronte di una crescita modesta e di una produzione industriale in calo, i salari in Italia hanno ripresa a salire con un’inversione di tendenza dopo due anni di flessione, quella brutta è è che tutte le altre evidenze del Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) presentano diverse criticità sul mercato nazionale:

  • Tra le prime 20 economie del mondo, l’Italia è quella in cui i salari hanno perso potere d’acquisto in misura maggiore a partire dal 2008;
  • la produttività del lavoro negli ultimi anni è cresciuta più dei salari reali (e questo è un dato positivo) ma in misura inferiore rispetto a quella degli altri paesi ad alto reddito.
  • Infine, in linea con quanto accaduto a livello internazionale, gli stipendi negli ultimi due anni sono saliti meno dell’inflazione, perdendo potere d’acquisto, con una penalizzazione particolarmente evidente per i lavoratori a basso reddito. Vediamo con precisione i dati contenuti nel focus sull’Italia del report sui salari che l’ILO pubblica ogni due anni.

Vediamo i numeri in dettaglio.

Il trend sui salari

Il contesto globale vede i salari in ripresa nelle economie avanzate a partire dal 2022, ma in molti casi senza aver recuperato le perdite precedenti, dovute soprattutto all’alta inflazione. L’Italia è relativamente in linea con questo trend, nel 2024 i salari sono cresciuti in media del 2,3%, dopo le flessioni superiori ai tre punti del biennio precedente (-3,2 nel 2023 e -3,3% nel 2022). Entrambi i dati, ovvero la perdita 2022-2023 e il recupero del 2024, evidenziano una dinamica più robusta rispetto a quella delle altre economie del G20. In parole semplici l’Italia ha prima subito una contrazione maggiore e poi una ripresa più veloce.

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In generale, il report evidenzia come la dinamica salariale degli ultimi anni sia più positiva fra le economie emergenti del G20, come Cina, India, Brasile, Indonesia e Messico, e viceversa debole nelle economie mature, come Usa ed Europa. La Cina è il paese in cui l’aumento dei salari è stato più rapido.

Il potere d’acquisto degli stipendi

Se la crescita degli stipendi 2024 come detto è un elemento tutto sommato positivo, per il resto il mercato del lavoro resta caratterizzato più da ombre che da luci.  Nei 17 anni fra il 2008 e il 2024, siamo il paese in cui il salario ha perso più potere d’acquisto (-8,7%), e uno dei pochi che evidenziano una dinamica negativa, insieme a Giappone, -6,3, Spagna, -4,5%, Regno Unito, -2,5%.

In Germania e Francia, invece, i salari sono cresciuti in termini reali.

Tutti i paesi hanno risentito negativamente dei picchi dell’inflazione post Covid, ma anche qui l’Italia è stata fra quelli in cui l’impatto è stato più evidente.

A risentirne sono evidentemente i redditi medio bassi. Una particolarità dell’Italia nel confronto europeo riguarda i beni su cui si è concentrato l’aumento dei prezzi: sono aumentate le spese per l’alloggio molto più che quelle per i beni alimentari. Queste due voci rappresentano il 60% delle spese delle famiglie a basso reddito. Le spese per l’alloggio in Italia hanno subito un’impennata molto più evidente che non in Francia, Germania e Spagna, a causa soprattutto del costo dell’energia, che ancora oggi resta un fattore critico. Nelle altre tre economie europee, invece, è stato maggiormente rilevante l’impatto delle spese alimentari.

In generale, pur con differenze nella dinamica fra i diversi Stati, l’Europa è l’area economica del mondo con l’economia più debole negli ultimi anni. Il tasso di crescita dell’economia mondiale nel 2024 è al 3,2%, quasi triplo rispetto a quello dei paesi UE. E quasi doppio rispetto invece a tutte le economie più avanzate del G20, fra le quali ci sono USA, Canada, UK, Giappone. Si ripropone in pratica il doppio binario con i paesi emergenti.

La produttività del lavoro

Il dato sulla produttività del lavoro è impietoso: a partire dal 2022 c’è stata in effetti un’inversione di tendenza, con la produttività che anche in Italia è salita più dei salari reali, ma questo è avviene dopo 22 anni in cui la proporzione era invertita.

Mentre nelle altre economie avanzate la forbice resta più ampia anche perché l’andamento virtuoso è più costante nel tempo. Semplificando molto, in Italia i salari sono più bassi crescono di meno, e meno produttivi.