Pistoia, città per i ragazzi? “Manca l’intrattenimento. E c’è poca comunicazione”

Una panoramica tra gli under 30 pistoiesi, tra lacune, punti di forza e aspettative. “Tanti tesori nascosti. Le potenzialità ci sono, gli stimoli a cambiare meno...”

Mag 4, 2025 - 00:55
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Pistoia, città per i ragazzi? “Manca l’intrattenimento. E c’è poca comunicazione”

Pistoia, 4 maggio 2025 – La nostra Pistoia è una città per giovani? Difficile dare una risposta definitiva, ma l’opinione che va per la maggiore – stando alla nostra ’panoramica’ di voci raccolte tra gli under trenta del territorio – è che ancora manchino luoghi di intrattenimento capaci di attrarre realmente ragazzi e ragazze.

“La continua altalena tra aperture e chiusure dei locali, soprattutto nel centro storico, dovrebbe essere un campanello d’allarme – ammette Manfredi Amato –. Per i pistoiesi ci sono poche possibilità di svago e socialità e chi potrebbe venire da fuori non ha incentivi sufficienti per scegliere Pistoia rispetto ad ambienti limitrofi. Da un lato è apprezzabile il tentativo di modernizzare la città su aspetti come quello della viabilità, ma dall’altro spesso gli interventi sono tardivi o fuori tempo e finiscono per arrecare più disagi che benefici ai cittadini”.

Secondo Asia Volpi, la mancanza di idee strutturate è dovuta anche al fatto che di Pistoia si parla poco al di là delle mura urbane: “La sensazione è che ci sia poca ’pubblicità’ nei confronti della nostra città – spiega –. Talvolta nemmeno noi sappiamo di iniziative o eventi che potrebbero rilanciare la vita del nostro comune, quindi è quantomeno difficile pensare che da fuori qualcuno possa esserne a conoscenza”.

Un pensiero che trova riscontro anche nelle parole di Massimiliano Maestripieri, che punta sul dito sull’eccesivo “provincialismo” dei propri concittadini: “E’ significativa la contrapposizione che c’è nel nostro territorio – mette in chiaro –. A Pistoia si vive bene perché è una città che offre tutti i servizi fondamentali, vi si può risiedere con tranquillità ed ha una posizione molto strategica. C’è però una mentalità, da parte dei pistoiesi, che porta a non avere stimoli di cambiamento. Ciò si traduce in una proposta d’intrattenimento e di socialità piatta e monotona, soprattutto pensando alla vita notturna per i giovani”.

C’è però anche chi apprezza il centro storico di Pistoia e le proposte di matrice culturale che questo porta con sé: “La nostra è una città a misura d’uomo – dice Giorgia Gaiffi – e che ultimamente ha ampliato il proprio ventaglio di novità, dai musei alle iniziative culturali passando per i festival enogastronomici. Penso che Pistoia sia viva da questo punto di vista, anche se ho riscontrato una certa mancanza di senso civico da parte chi la abita. Vivendo proprio nel cuore cittadino ho avuto modo di notare una perdita del senso di comunità e di fare fronte comune”.

Per Vittoria Baldi, la cura dei dettagli porterebbe la nostra città ad un livello ancora più alto: “Apprezzo molto gli appuntamenti che animano il centro soprattutto nei mesi estivi, ma ho la sensazione che si potrebbe fare ancora meglio. Alcuni luoghi di aggregazione, come la Biblioteca San Giorgio, sono lasciati a se stessi: vorrei una Pistoia più viva, aperta al futuro ma rispettosa della storia, una città che ascolta e che cambia insieme a chi la vive”.

Tuttavia, in generale, non manca un po’ di ’ammissione di colpa’ per quanto riguarda la vita cittadina e quello che ha da offire: “Spesso – ci dicono i ragazzi – noi stessi siamo i primi a non renderci conto delle bellezze che brulicano nel centro storico e non solo”. E allora è da qua che bisogna ripartire per iniziare a invertire il trend.

Michele Flori