Picchia e insulta il figlio perché le ricorda l’ex marito: madre a processo per maltrattamenti
In tribunale il ragazzo conferma gli abusi ma prova a giustificare la donna: «Era stanca, faceva spesso il turno della notte» L'articolo Picchia e insulta il figlio perché le ricorda l’ex marito: madre a processo per maltrattamenti proviene da Open.

Flavio (nome di fantasia) assomiglia tanto a suo padre. E sua madre, proprio per questo motivo, lo ha picchiato per diversi anni. A raccontare l’incredibile storia è Ilaria Sacchettoni sul Corriere di Roma. Nei giorni scorsi, il ragazzo è stato chiamato a testimoniare in aula di tribunale – durante un’audizione protetta – nel processo che vede la madre imputata per maltrattamenti. Ai giudici, Flavio ha raccontato di esser stato sempre rifiutato da sua madre, che lo ha sempre vissuto come una sorta di proiezione del tanto odiato ex marito.
Gli insulti gratuiti
In tribunale, il ragazzo ha confermato di essere stato umiliato, offeso e picchiato più volte, ma ha anche cercato di giustificare la madre, che lavora come receptionist in un hotel della Capitale. «Capitava che mi desse del cogl**ne, sì». «Ma lei era un bambino di 11/12 anni, cosa faceva per provocare tutto questo? Qual era la sua colpa?», lo incalza il pm Mario Dovinola. «A volte camminavo scalzo, altre volte facevo il para**lo con i compiti, altre ancora saltavo il pasto», risponde lui.
Le braccia spezzate dalle percosse
Il picco delle liti, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, si è raggiunto tra il 2020 e il 2021 quando Flavio frequentava le scuole medie e le liti si verificano «cinque giorni su sette» ogni settimana. «È vero, mi picchiava con i mestoli in legno. Io offrivo il braccio ma quelli si rompevano sotto i colpi», racconta il ragazzo. E quante volte è successo? «Tre o quattro si sono spezzati», ricorda Flavio.
La denuncia dell’ex marito
A sporgere denuncia contro la donna è stato l’ex marito, ossia il padre di Flavio, che si è accorto della situazione. In tribunale, però, il giovane prova a giustificare i comportamenti della madre: «Mamma era stanca, fisicamente indebolita. Lei ha fatto per anni il turno di notte, rientrava alle sei del mattino e andava a dormire. Sapevo che era in casa quando mi alzavo per andare a scuola ma ci vedevamo solo nel pomeriggio».
I brutti voti a scuola e l’aiuto del nonno
Alla giudice, Flavio racconta di essersi sentito a lungo confuso su cosa fare: «Forse se mi avessero spiegato bene come dovevo comportarmi avrei saputo cosa fare. Purtroppo non te lo spiegano mai». Racconta anche di come le continue botte della madre hanno influito sul suo percorso scolastico: «Alle medie andavo molto bene, prendevo molti dieci. Poi al liceo c’è stato un contraccolpo, il mio rendimento è sceso molto. Raggiungevo la sufficienza, ma incontravo difficoltà con la concentrazione». Oggi Flavio abita insieme al nonno paterno, con cui assicura di avere un bellissimo rapporto: «Senza di lui non avrei campato. È stato per me fondamentale. Mi capiva su tutto».
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