Piano Roccella, aiuti ai genitori: cosa sono i centri per la famiglia
Il Governo ha elaborato un nuovo piano per favorire la natalità, rivedere i sussidi alle famiglie con figli e favorire l'occupazione femminile anche dopo la maternità

In alcune anticipazioni pubblicate dal Sole 24 Ore, sono emersi i dettagli del Piano Roccella, la riforma del Governo per cambiare il modo in cui lo Stato aiuta i genitori con figli piccoli e le famiglie. Il documento segna un cambio di approccio da parte dell’esecutivo, che intende spostare buona parte degli aiuti sul territorio.
Un sistema maggiormente attento alla dimensione locale, che si propone anche di valutare gli strumenti attualmente in atto, come l’assegno unico, e di provare a combattere la sottoccupazione delle donne.
I nuovi centri per la famiglia
Al centro del piano ci sono i centri per la famiglia. Si tratta di strutture che esistono già in alcune regioni, come la Lombardia e il Veneto, ma che non si sono diffusi in altre. Esistono dagli anni ’90 ma fanno riferimento a una norma del 2007 come prima vera regolamentazione nazionale. Se ne contano 613 su tutto il territorio nazionale, di cui più di un sesto proprio in Lombardia.
Nel nuovo Piano Roccella questi centri dovrebbero diventare “hub territoriali“. In sostanza, si occuperebbero di coordinare tutti gli interventi a sostegno delle famiglie. Sarebbero l’ente attraverso cui Stato, Regioni e Comuni, ma anche operatori del terzo settore come le associazioni di volontariato, coordinerebbero il proprio intervento.
Il Family welfare manager
Il piano dovrebbe impiegare anche gli operatori del welfare familiare già presenti sul territorio. La frammentazione nelle varie regioni dei centri per le famiglie ha però creato una serie di figure differenti, che hanno competenze variabili, senza un unico curriculum.
Il Piano Roccella si propone di risolvere questa situazione, con una formazione unica che crei la figura del Family welfare manager. In questo modo tutti gli operatori del settore diffusi sul territorio nazionale avranno competenze simili. Questo dovrebbe ridurre le differenze nelle qualità dei servizi offerti nelle varie regioni.
Il supporto nei primi mille giorni di vita del bambino
Un’altra figura che il Piano Roccella vorrebbe si sviluppasse all’interno di questi centri, è un operatore che sia specializzato nel supportare le famiglie durante i primi mille giorni dalla nascita di un figlio. Questo periodo è stato individuato come il più critico per il supporto dello Stato ai neogenitori.
Una figura su cui le famiglie dovrebbero fare affidamento, con l’obiettivo di favorire un aumento della natalità, in continuo calo. Sempre a questo scopo, saranno avviati anche due diversi studi: uno sull’impatto che le attuali norme per i sussidi alle famiglie stanno avendo e l’altro per cercare di avvicinare i giovani a progetti di costruzione di una famiglia.
La lotta alla sottoccupazione delle donne
Infine, l’ultimo importante tema affrontato dal Piano è la sottoccupazione delle donne. Un tema che viene per lo più affidato alle imprese, alle quali sarà assegnato un “bollino” che testimoni l’attuazione di pratiche virtuose. Particolare attenzione sarà posta sulla promozione di sostegni alla maternità.
In questo ambito, sarà anche elaborato un documento che metta a punto interventi volti a favorire il ritorno al lavoro delle madri dopo la nascita dei figli. In Italia infatti, il 20% delle donne abbandona il posto di lavoro dopo aver partorito.