Perché non c’è stata la supplenza di La Russa durante la visita di Mattarella in Giappone?…
Molto interessante l'articolo scritto dal prefetto Mauro Zampini, ex segretario generale della Camera, sulla supplenza mancata di La Russa in occasione della visita di Mattarella in Giappone... I Graffi di Damato

Molto interessante l’articolo scritto dal prefetto Mauro Zampini, ex segretario generale della Camera, sulla supplenza mancata di La Russa in occasione della visita di Mattarella in Giappone… I Graffi di Damato
Il prefetto Mauro Zampini, segretario generale della Camera dei Deputati dal 1994 al 1999, in un articolo firmato sull’Alto Adige senza avvolgersi nel Montesquieu che adotta come pseudonimo in altre e maggiori testate, o occasioni, ha sorpreso ancora una volta, come quando contrastò in dottrina, diciamo così, la candidatura al Quirinale dell’allora presidente del Consiglio Mario Draghi. Che sarebbe stato il primo a trasferirsi sul colle più alto di Roma direttamente da Palazzo Chigi.
Ci aveva già provato nel 1992, ma dietro le quinte, Giulio Andreotti dopo la strage di Capaci, quando la corsa al Quirinale venne accelerata ricorrendo alle cosiddette “soluzioni istituzionali”. Ma non se ne fece nulla perché alla categoria delle soluzioni istituzionali, appunto, si decise misteriosamente in una notte che potessero appartenere solo i titolari delle presidenze delle Camere. E fra Oscar Luigi Scalfaro a Montecitorio e Giovanni Spadolini al Senato i maggiori partiti preferirono il primo, quando già Spadolini aveva cominciato a preparare il discorso di insediamento.
Ma torniamo a Zampini e, più modestamente questa volta, non al Presidente della Repubblica ma al suo supplente. Che sarebbe, in caso di impedimento del Capo dello Stato previsto dall’articolo 86 della Costituzione, il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Persona -si legge nell’articolo di Zampini- di qualità rara e nota a chi scrive”. Al Senato, e al suo vertice, La Russa è infatti arrivato dopo sette legislature alla Camera, nel “territorio” di Zampini.
L’aspetto più curioso dell’attenzione dedicata dallo stesso Zampini alla supplenza al vertice dello Stato sta nel fatto che questa supplenza è mancata anche in occasione della lunga visita ufficiale dello stesso Mattarella in Giappone, peraltro in una settimana alquanto delicata, in uno scenario internazionale movimentato, diciamo così, dal presidente americano Donald Trump e da una ricerca della pace, finalmente, in Ucraina ma alle condizioni più dell’aggressore, Putin, che dell’aggredito, Zelensky. E Mattarella, si sa, fra i due preferisce decisamente il secondo, non il primo. Come penso anche il presidente del Senato, solidale anche in questo con la premier, amica e collega di partito Giorgia Meloni. Eppure, nonostante questo, Mattarella nella settimana di missione in Giappone ha voluto fare “pieno uso della sua funzione”, come ha scritto Zampini, senza decretare alcuna supplenza, utile a risparmiargli qualche decina di firme e altre adempienze d’ufficio. Che di solito inorgogliscono il supplente protetto dai Corazzieri anche restando nei suoi uffici al Senato.