Perché è fallita 23andMe, l’azienda di test genetici di Anne Wojcicki
Da azienda miliardaria, che con i suoi test genetici permetteva di conoscere le proprie origini e scoprire farmaci, a società fallita. Con in mezzo il furto di milioni dati sensibili da parte di un hacker. La parabola di 23andMe, l'impresa co-fondata da Anne Wojcicki, sorella dell’ex Ceo di YouTube Susan Wojcicki ed ex moglie di Sergey Brin, co-fondatore di Google. Tutti i dettagli

Da azienda miliardaria, che con i suoi test genetici permetteva di conoscere le proprie origini e scoprire farmaci, a società fallita. Con in mezzo il furto di milioni dati sensibili da parte di un hacker. La parabola di 23andMe, l’impresa co-fondata da Anne Wojcicki, sorella dell’ex Ceo di YouTube Susan Wojcicki ed ex moglie di Sergey Brin, co-fondatore di Google. Tutti i dettagli
Una miniera di dati arrivata a valere 6 miliardi di dollari che oggi non raggiunge più di 48 milioni e dichiara bancarotta, mentre l’ultima offerta di acquisizione che ha ricevuto l’ha valutata 11 milioni di dollari. È la parabola che potrebbe segnare la fine di 23andMe, la società californiana di genomica e biotecnologia co-fondata da Anne Wojcicki, sorella dell’ex Ceo di YouTube Susan Wojcicki ed ex moglie di Sergey Brin, co-fondatore di Google.
L’azienda, nominata dal Time invenzione dell’anno nel 2008, aveva subito un gravissimo attacco hacker nell’ottobre 2023, quando erano stati rubati e messi sul dark web i profili di DNA di milioni di persone.
23ANDME DICHIARA BANCAROTTA
Ieri l’azienda di test genetici 23andMe ha dichiarato di aver presentato istanza di tutela fallimentare e Wojcicki, co-fondatrice e Ceo, si è dimessa dopo molteplici offerte di acquisto fallite. La società spera che questo possa aiutarne la vendita. Intanto, Wojcicki sarà sostituita ad interim dal direttore finanziario Joe Selsavage.
Già lo scorso novembre era stato tagliato circa il 40%, ovvero 200 dipendenti, della sua forza lavoro e interrotto lo sviluppo di tutte le sue terapie come parte di un programma di ristrutturazione annunciato a novembre.
La società, che ha elencato attività e passività stimate tra i 100 e i 500 milioni di dollari, ha inoltre detto di aver ottenuto un impegno di finanziamento da parte del debitore in possesso per circa 35 milioni di dollari e prevede di continuare a operare durante il processo di vendita.
WOJCICKI NON MOLLA
Wojcicki, che dallo scorso aprile spinge per acquisire 23andMe – mossa a cui si è opposto il consiglio di amministrazione -, ha annunciato che farà un’altra offerta durante il processo di bancarotta. Durante l’ultima, avvenuta all’inizio di marzo, riferisce Reuters, ha proposto 0,41 dollari per azione, con un taglio dell’84% rispetto all’offerta del mese precedente perché, in quell’occasione, il suo partner di private equity si è ritirato dopo il rifiuto del consiglio di amministrazione.
“Dopo un’approfondita valutazione delle alternative strategiche, abbiamo stabilito che un processo di vendita supervisionato dal tribunale è la strada migliore per massimizzare il valore dell’azienda”, ha dichiarato il presidente Mark Jensen.
L’ultima offerta valutava infatti 23andMe circa 11 milioni di dollari, un valore inferiore ai 50 milioni di dollari attuali, secondo i dati di LSEG, e ben lontano dai 3,5 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato che aveva quando si è quotata in Borsa nel 2021.
IL MEGA FURTO DI DATI SENSIBILI
Il 6 ottobre 2023 (ovvero il giorno prima dell’attacco di Hamas a Israele) si era diffusa la notizia che 7 milioni di dati genetici in possesso di 23andMe, cioè la metà del totale, erano stati rubati e messi in vendita sul dark web. Un paio di settimane dopo, l’hacker, autore del furto, aveva detto di aver pubblicato le informazioni sensibili di altri 4 milioni di utenti.
Dopo il primo episodio si era parlato di un attacco mirato agli ebrei ashkenaziti, mentre il secondo avrebbe riguardato le persone più ricche che vivono negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, tra cui, a detta di quanto circolava sul dark web, “profili di DNA di milioni di persone, che vanno dai più importanti magnati dell’economia mondiale alle dinastie di cui si sussurra spesso nelle teorie cospirazioniste”, oltre che di Elon Musk e Mark Zuckerberg.
Alla fine dell’anno scorso, 23andMe aveva accettato di pagare 30 milioni di dollari e di fornire tre anni di monitoraggio della sicurezza per risolvere una causa che la accusa di non aver protetto la privacy di 6,9 milioni di clienti le cui informazioni personali sono state esposte al loro hackeraggio.
I TEST GENETICI E IL PROGRESSO SCIENTIFICO
I test genetici di 23andMe, oltre a essere utili per conoscere la propria ascendenza, aiutano anche nell’individuazione di possibili fattori di rischio congeniti e, come ha spiegato il genetista Giuseppe Novelli, l’idea di conoscere il DNA apre un mondo sulla prevenzione delle malattie.
“Questi clienti – ha scritto Wojcicki su X ringraziando gli oltre 15 milioni di clienti di 23andMe – continuano a conoscere le loro relazioni familiari e a ottimizzare la loro salute grazie all’incredibile team di persone di 23andMe che innovano e aiutano i clienti a trarre informazioni dalle loro informazioni genetiche. A rendere possibili molte delle nostre innovazioni è stato l’85% dei nostri clienti che ha scelto di partecipare alla ricerca. Grazie a loro abbiamo creato una piattaforma incredibile per la scoperta. Avete reso possibile la nostra ricerca di nuovi farmaci e i nostri 50 programmi con GSK. Inoltre, grazie a voi sono uscite oltre 250 pubblicazioni e abbiamo avuto un impatto significativo sul mondo della ricerca”.