Pensionati italiani all’estero per pagare meno tasse

Quasi 300mila pensionati italiani trasferiti all'estero per migliorare condizioni economiche e qualità della vita: chi sono e quali paesi scelgono.

Apr 4, 2025 - 11:22
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Pensionati italiani all’estero per pagare meno tasse

Ci sono diversi dati rilevanti che emergono da una ricerca Acli sui pensionati italiani che si trasferiscono all’estero. Il loro numero è in diminuzione negli ultimi anni, ma la percentuale resta da non sottovalutare. Sta di fatto che il 2,5% circa dei pensionati italiani vive fuori dai confini nazionali, e le motivazioni sono in genere economiche.

La flessione è attribuibile al crescente  costo della vita anche nelle mete d’elezione dei pensionati italiani, trasferitisi spesso in paesi con meno tasse.

I pensionati italiani all’estero

Lo studio è stato commissionato dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani e dall’Università di Camerino. I numeri assoluti indicano 274mila 544 pensionati italiani all’estero nel 2022, in calo rispetto ai quasi 300mila dell’anno precedente. La distribuzione per genere è omogenea, con il 47,7% di uomini e il 52,3% di donne.

Frequentemente si tratta di coppie che si trasferiscono nei primi anni della pensione, cercando una miglior qualità della vita in termini economici e climatici.

Le mete di trasferimento

Fra le mete più gettonate resta ancora in testa i Portogallo sebbene non siano più in vigore le agevolazioni fiscali di un tempo. Ci sono poi, Spagna, Malta, Grecia, Bulgaria, Albania, Tunisia e Capo Verde.

Spesso sono paesi in cui si utilizza l’Euro e che presentano condizioni particolarmente favorevoli per accogliere i pensionati, ad esempio agevolazioni fiscali che aumentano il netto del trattamento previdenziale.

Le proposte per arginare la migrazione

Chiara Pazzaglia, presidente delle Acli di Bologna, propone strumenti per arginare questa particolare tipologia di emigrazione e attirare i pensionati verso altre aree del paese. «In particolare si potrebbe pensare di offrire incentivi fiscali per i pensionati che decidono di trasferirsi in aree interne dell’Appennino e del Mezzogiorno. Queste zone, spesso a rischio di spopolamento, potrebbero beneficiare dell’arrivo di pensionati che, oltre a portare risorse economiche, potrebbero contribuire anche a migliorare i servizi locali, soprattutto nel settore della sanità e delle infrastrutture, e ricreare quelle comunità così importanti per la tenuta di tutto il tessuto sociale».