Pellemoda, qualità parità di genere e artigianalità portano risultati

DAVANTI ALLA PORTA DI INGRESSO ci sono due bottali per conciare la pelle, antichi, ma perfettamente conservati. Appena entrati, un...

Mar 31, 2025 - 06:32
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Pellemoda, qualità parità di genere e artigianalità portano risultati

DAVANTI ALLA PORTA DI INGRESSO ci sono due bottali per conciare la pelle, antichi, ma perfettamente conservati. Appena entrati, un lungo divano di pelle fronteggia un’installazione artistica a tutta parete su cui campeggia un ritratto multicolore di Jim Morrison. La hall del quartier generale di Pellemoda denota un’anima multiforme dalla personalità forte, dove l’amore per l’artigianato si intreccia con l’innovazione. Riflesso dell’azienda e, in qualche misura, anche di Azzurra Morelli (nella foto sotto), ceo di Pellemoda, azienda che crea capi in pelle destinati al mercato della moda di lusso. Trecento dipendenti, oltre l’80% donne, 83 milioni di fatturato nel 2024 e acquisizioni di società minori che hanno portato alla nascita della Holding Morelli nel 2020. Holding di cui fa parte Pellemoda insieme all’altra azienda operativa del gruppo, la Hostage, nata nel 2007 e specializzata in capi di abbigliamento in tessuto con focus sulle lavorazioni avanzate.

Nata nel 1979 a Vinci grazie all’intuito imprenditoriale del fondatore Bruno Morelli, padre di Azzurra e del fratello Giampaolo anche lui coinvolto nella gestione dell’impresa, Pellemoda è cresciuta in modo esponenziale rispetto alla società uninominale che nei primi anni Ottanta produceva collezioni di abiti in pelle di qualità e alta fattura artigianale da destinare al mercato italiano e straniero. "È stata questa sua intuizione – racconta Azzurra Morelli – a dare la spinta per la rapida crescita dei primi anni: pensare subito anche al mercato estero". Artigianalità, prodotti curati nei dettagli e l’elevata qualità dei materiali non ci misero molto ad attirare i grandi marchi della moda italiana e internazionale e a far arrivare le prime collaborazioni. Un crescendo che alla fine convinse la famiglia Morelli ad abbandonare le collezioni in proprio e a dedicarsi alla produzione per i brand dell’alta moda. Nel 2012, il grande cambiamento: una sede nuova, da Vinci alla zona industriale di Empoli, molto più grande della precedente e il passaggio generazionale. Bruno lascia la guida di Pellemoda ad Azzurra e a Giampaolo, con la prima chiamata a ricoprire la carica di amministratore delegato. Un impegno totalizzante, il suo, che ha reso l’azienda uno dei player più importanti del settore e una realtà produttiva che può vantare certificazioni fondamentali per quanto riguarda l’impatto ambientale, sociale e di governance. Nel 2024 Azzurra Morelli ha ricevuto il prestigioso premio “Women value company” dalla Fondazione Marisa Bellisario, riconoscimento per un’azienda che si è distinta a livello nazionale per il suo impegno e la sua capacità di onorare la promozione della parità di genere in ambiente lavorativo.

Lei guida un’azienda composta all’80 per cento da donne, cosa significa? "Io mi occupo nello specifico di portare avanti la battaglia perché i diritti della parità di genere siano promossi e applicati. Avere una forza lavoro così tanto femminile è un valore aggiunto". Crede ci sia differenza fra una leadership al femminile e una al maschile? "No. O sei capace nella leadership o non lo sei, a prescindere dal genere". Artigianato, tradizione e innovazione come convivono e quanto contano per essere leader nel settore? "È la nostra strategia da sempre. Per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo, c’è bisogno di innovare ed essere sempre un passo avanti ai propri competitor, realizzando lavorazioni particolari. Il nostro è un blend fra artigianalità e innovazione. Lo facciamo investendo in macchinari per le lavorazioni sulla superficie della pelle e macchine che digitalizzano il taglio, riducendo gli scarti di lavorazione e aumentando la precisione. La qualità finale è molto più elevata".

Negli ultimi sei o sette anni ci sono stati molti alti e bassi in ogni settore dell’economia, qual è stato per voi il momento più negativo? E quello migliore? "Il peggiore è stato il periodo del Covid. Il migliore? Il 2024. Abbiamo avuto una crescita del 15 per cento. Anche se alla crescita di Pellemoda va opposta la diminuzione di Hostage. Avremo 83 milioni di euro di fatturato nel 2024". Un dato in controtendenza rispetto a moltissime aziende del settore moda e del distretto della pelle. Quali sono i motivi di questa crescita? "L’abbigliamento in pelle è diventato un segmento di nicchia dove le aziende strategiche in Italia sono poche e questo aiuta a concentrare e aumentare il business per chi resta e offre un servizio di qualità anche per quanto riguarda le tematiche ESG (il rating di sostenibilità aziendale ndr.) Il cliente si fidelizza con un’azienda strutturata che dà garanzie in tutti i sensi". Previsioni per il 2025? "Ho qualche remora. I dazi degli Stati Uniti in un momento come questo in cui si cerca di ritirare su il sistema moda non sono insignificanti. Il mercato americano per l’Europa vuol dire molto, moltissimo e i dazi significano tagliare le gambe all’opportunità di ricrescita di tutto il sistema".

La sua è una grande azienda a conduzione familiare. Come funziona lavorare in famiglia? "Lavorare con mio fratello funziona bene. Siamo complementari e lo siamo sempre stati. Fino dall’inizio abbiamo stabilito confini e deleghe. Le decisioni strategiche le abbiamo sempre prese insieme e continueremo a farlo". Dove va e dove arriverà Pellemoda? "Non siamo solo Pellemoda. Siamo la Holding Morelli, che proseguirà nel suo percorso di acquisizioni, perché pensiamo che sia un modo organico di crescere. Dove arriveremo? Lo vorremmo sapere tutti. Dobbiamo valutare i nuovi scenari che si presenteranno e che finalizzano la crescita. Scelte strategiche di collaborazione e chissà, magari la quotazione in Borsa".