Parità di genere, 150 borse di studio per supportare le giovani donne: scopri l’iniziativa del Consiglio Nazionale dei Giovani

In foto Maria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei GIovani  Il cambiamento nasce dall'educazione, ma anche dalla consapevolezza. Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) mette a disposizione ben 150 borse di studio per i corsi sulla parità di genere e il contrasto alla violenza di genere. Questa l'iniziativa, sviluppata in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza”, con cui il CNG ha voluto “mandare a lezione” le nuove generazioni: la parità di genere è un impegno quotidiano che richiede azioni concrete. E il primo passo parte proprio dai giovani. In un'intervista rilasciata al portale Skuola.net, la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Pisani, ha spiegato in cosa consiste il progetto e quali sono a suo avviso le priorità per supportare le giovani donne nel mondo dell'istruzione e del lavoro. Presidente Pisani, le iscrizioni ai corsi, quello di alta formazione su “Politiche e strumenti per la Gender Equality” e quello di formazione “Culture contro la violenza di genere: un approccio transdisciplinare”, si sono aperte nei giorni scorsi, proprio l’8 marzo. Quale messaggio avete voluto dare con questa iniziativa e con la scelta di questa data? "L’8 marzo non è una celebrazione, ma un’occasione di impegno concreto, di riflessione e consapevolezza comune e la formazione è il più grande strumento che abbiamo per generare cambiamento, contrastare disuguaglianze di genere, prevenire la violenza. Per questo abbiamo scelto di annunciare l’apertura dei corsi in questa data. Attraverso queste borse di studio, grazie alla collaborazione con l’Università La Sapienza, vogliamo offrire ai giovani, anche con minori opportunità, strumenti concreti per essere promotori di questo cambiamento." In che modo state lavorando come Consiglio Nazionale dei Giovani per promuovere l’uguaglianza di genere? "La parità di genere è un impegno quotidiano che richiede azioni concrete. Per questo abbiamo condotto diverse ricerche per comprendere, attraverso un ascolto continuo, le difficoltà che le giovani donne affrontano, ancora oggi, soprattutto nel mercato del lavoro, con divari retributivi evidenti tra generi, retribuzioni differenti da quelle realmente pattuite, molestie, discriminazioni. Femminicidi, violenze sessuali e abusi sono il prodotto di una cultura diffusa che ancora fatica a riconoscere pienamente la parità. La percentuale delle donne nei luoghi della rappresentanza è esigua, pochissime riescono a occupare ruoli di vertice nelle istituzioni pubbliche o nelle imprese private nonostante percorsi umani e formativi di eccellenza. Per questo abbiamo posto al centro delle nostre attività nazionali e internazionali, l’individuazione di strumenti che possano consentirci di infrangere tutte quelle barriere che ancora oggi impediscono alle giovani donne di poter avere concretamente pari opportunità. Abbiamo lavorato per implementare in Italia, il programma UN Generation Equality e rilanciare l’attuazione degli impegni assunti nella prima Conferenza di Pechino. Lo abbiamo fatto coinvolgendo le scuole per farci aiutare dai e dalle più giovani a creare un movimento multi-stakeholder forte e coordinato per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze. Per questo, abbiamo firmato anche impegni comuni non solo con l’Università La Sapienza di Roma ma con Telefono Rosa." Quali sono, a suo avviso, le priorità per supportare le giovani donne nel mondo dell’istruzione e del lavoro? "Nessuna di noi ha bisogno di supporto, ma di pari opportunità. Le giovani si ritrovano ancora a fronteggiare troppi ostacoli: precarietà, disparità salariale e difficoltà di accesso ai ruoli di leadership nonostante raggiungano traguardi formativi molto più alti di quelli dei loro colleghi uomini. È questa l’assurdità. Non parliamo solo di numeri, ma soprattutto di esperienze reali che condizionano la possibilità di costruire un futuro stabile e indipendente. Indagando il linguaggio degli annunci di lavoro, abbiamo rilevato che tra le varie offerte l’unica ad essere declinata esclusivamente al femminile è quella per “segretaria”. A dispetto della legge che vieta qualsiasi forma di discriminazione nell’accesso al lavoro, anche nei requisiti di preselezione, il titolo o il testo degli annunci di lavoro nella maggior parte dei casi parla di profili al maschile. Questo elemento è soltanto la punta - indicativa - dell’iceberg di differenze che sono impattanti sui trattamenti tra uomini e donne nel nostro Paese. La parità non è mai pienamente esistita. Fino a qualche decennio fa le donne non potevano neppure accedere alla pubblica amministrazione. Oggi le barriere possono apparire meno visibili ma sono solidissime soprattutto per le giovani donne." Lei è stata la prima donna eletta portavoce del Forum Nazionale dei Giovani e oggi del Consiglio Nazionale dei Giovani ed è anche vicepresidente dell’Association Femmes d’Europe Méridionale. Qual è il suo consiglio per

Mar 12, 2025 - 19:18
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Parità di genere, 150 borse di studio per supportare le giovani donne: scopri l’iniziativa del Consiglio Nazionale dei Giovani
In foto Maria Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei GIovani 

Il cambiamento nasce dall'educazione, ma anche dalla consapevolezza. Il Consiglio Nazionale dei Giovani (CNG) mette a disposizione ben 150 borse di studio per i corsi sulla parità di genere e il contrasto alla violenza di genere.

Questa l'iniziativa, sviluppata in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza”, con cui il CNG ha voluto “mandare a lezione” le nuove generazioni: la parità di genere è un impegno quotidiano che richiede azioni concrete. E il primo passo parte proprio dai giovani.

In un'intervista rilasciata al portale Skuola.net, la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Pisani, ha spiegato in cosa consiste il progetto e quali sono a suo avviso le priorità per supportare le giovani donne nel mondo dell'istruzione e del lavoro.

  • Presidente Pisani, le iscrizioni ai corsi, quello di alta formazione su “Politiche e strumenti per la Gender Equality” e quello di formazione “Culture contro la violenza di genere: un approccio transdisciplinare”, si sono aperte nei giorni scorsi, proprio l’8 marzo. Quale messaggio avete voluto dare con questa iniziativa e con la scelta di questa data?

"L’8 marzo non è una celebrazione, ma un’occasione di impegno concreto, di riflessione e consapevolezza comune e la formazione è il più grande strumento che abbiamo per generare cambiamento, contrastare disuguaglianze di genere, prevenire la violenza.

Per questo abbiamo scelto di annunciare l’apertura dei corsi in questa data. Attraverso queste borse di studio, grazie alla collaborazione con l’Università La Sapienza, vogliamo offrire ai giovani, anche con minori opportunità, strumenti concreti per essere promotori di questo cambiamento."

  • In che modo state lavorando come Consiglio Nazionale dei Giovani per promuovere l’uguaglianza di genere?

"La parità di genere è un impegno quotidiano che richiede azioni concrete. Per questo abbiamo condotto diverse ricerche per comprendere, attraverso un ascolto continuo, le difficoltà che le giovani donne affrontano, ancora oggi, soprattutto nel mercato del lavoro, con divari retributivi evidenti tra generi, retribuzioni differenti da quelle realmente pattuite, molestie, discriminazioni.

Femminicidi, violenze sessuali e abusi sono il prodotto di una cultura diffusa che ancora fatica a riconoscere pienamente la parità. La percentuale delle donne nei luoghi della rappresentanza è esigua, pochissime riescono a occupare ruoli di vertice nelle istituzioni pubbliche o nelle imprese private nonostante percorsi umani e formativi di eccellenza.

Per questo abbiamo posto al centro delle nostre attività nazionali e internazionali, l’individuazione di strumenti che possano consentirci di infrangere tutte quelle barriere che ancora oggi impediscono alle giovani donne di poter avere concretamente pari opportunità.

Abbiamo lavorato per implementare in Italia, il programma UN Generation Equality e rilanciare l’attuazione degli impegni assunti nella prima Conferenza di Pechino.

Lo abbiamo fatto coinvolgendo le scuole per farci aiutare dai e dalle più giovani a creare un movimento multi-stakeholder forte e coordinato per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione delle donne e delle ragazze.

Per questo, abbiamo firmato anche impegni comuni non solo con l’Università La Sapienza di Roma ma con Telefono Rosa."

  • Quali sono, a suo avviso, le priorità per supportare le giovani donne nel mondo dell’istruzione e del lavoro?

"Nessuna di noi ha bisogno di supporto, ma di pari opportunità. Le giovani si ritrovano ancora a fronteggiare troppi ostacoli: precarietà, disparità salariale e difficoltà di accesso ai ruoli di leadership nonostante raggiungano traguardi formativi molto più alti di quelli dei loro colleghi uomini.

È questa l’assurdità. Non parliamo solo di numeri, ma soprattutto di esperienze reali che condizionano la possibilità di costruire un futuro stabile e indipendente. Indagando il linguaggio degli annunci di lavoro, abbiamo rilevato che tra le varie offerte l’unica ad essere declinata esclusivamente al femminile è quella per “segretaria”.

A dispetto della legge che vieta qualsiasi forma di discriminazione nell’accesso al lavoro, anche nei requisiti di preselezione, il titolo o il testo degli annunci di lavoro nella maggior parte dei casi parla di profili al maschile.

Questo elemento è soltanto la punta - indicativa - dell’iceberg di differenze che sono impattanti sui trattamenti tra uomini e donne nel nostro Paese. La parità non è mai pienamente esistita.

Fino a qualche decennio fa le donne non potevano neppure accedere alla pubblica amministrazione. Oggi le barriere possono apparire meno visibili ma sono solidissime soprattutto per le giovani donne."

  • Lei è stata la prima donna eletta portavoce del Forum Nazionale dei Giovani e oggi del Consiglio Nazionale dei Giovani ed è anche vicepresidente dell’Association Femmes d’Europe Méridionale. Qual è il suo consiglio per chi sogna di fare carriera e contribuire al cambiamento?

"Purtroppo so cosa significa oggi essere una donna e quante difficoltà incontriamo quando decidiamo di fare studi o lavori paradigmaticamente maschili, quando abbiamo ruoli di leadership che ci restituiscono la consapevolezza di avere la capacità di poter guidare ma sbattiamo contro la frustrazione di non riuscire nella nostra quotidianità banalmente neppure a essere riconosciute e ringraziate ma schernite e allontanate.

Mio nonno mi diceva di essere il cambiamento che volevo, molte volte mi sono chiesta da dove partire e soprattutto come farlo. Ed è la ragione del mio impegno pubblico per le donne, provare a coinvolgere quante più donne e uomini in questo cambiamento.

È faticoso ma in fondo appagante: siate anche voi insieme il cambiamento che volete realizzare. Solo così potremo non più dover lottare con una forza che molto spesso stanca e ci spinge a capire che forse fare altro sarebbe più semplice.

Ma questo impegno è importante, anche per essere fedeli a tutte quelle donne senza le quali oggi non avremmo la libertà neppure di votare o di aspirare a essere magistrate.

Ancora oggi, ogni passo avanti che compiamo non è solo un traguardo personale, ma un’opportunità per aprire nuove strade a chi verrà dopo di noi. Ed è proprio nella condivisione, nella collaborazione e nella volontà collettiva di costruire un futuro paritario che possiamo fare davvero la differenza."