Palestinesi e israeliani, dall’Oscar alle spine

Dopo il trionfo nella notte di Hollywood, il doc “No Other Land“ è tornato nelle nostre sale. Ma non ha ancora una distribuzione Usa

Mar 8, 2025 - 08:13
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Palestinesi e israeliani, dall’Oscar alle spine

Nella notte degli Oscar, No Other Land ha vinto come miglior documentario. Un risultato affatto scontato nonostante fosse già uno dei film più premiati dell’ultimo anno, in assoluto. Diretto da Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, un collettivo palestinese e israeliano, No Other Land è una co-produzione palestinese e norvegese e rappresenta infatti la prima vittoria agli Academy per la Palestina. È un film apertamente politico e attivista, tanto che dopo la vittoria della statuetta il governo israeliano – secondo quanto denunciato dall’organizzazione di base israelo-palestinese Standing Together – starebbe tentando di impedirne ogni proiezione, mentre la pellicola non ha ancora trovato una distribuzione nazionale negli Stati Uniti. Vincitore di fatto invisibile a Hollywood, No Other Land ha portato avanti – e vinto – un’intera campagna Oscar indipendente, contando soprattutto sul passaparola tra i votanti dell’Academy. È un paradosso che resterà nella storia dei premi cinematografici, senza comunque mettere in discussione la legittimità della vittoria.

Secondo le regole dell’Academy, infatti, per ottenere una nomination, e l’eventuale premio, è sufficiente che un film sia proiettato per una settimana nell’area di New York o Los Angeles, che effettivamente è tutto ciò che No Other Land è riuscito a ottenere. È stato programmato al Film at Lincoln Center di New York per sette giorni, validi per la qualificazione agli Oscar, a partire dal 1° novembre 2024. Niente di più, tanto che i quattro registi hanno poi deciso di autofinanziare una piccola tournée del doc (Atlanta, New Orleans, Boston, Portland e Washington) per altri sette giorni. Film “scomodo“, i distributori Usa non sanno come trattarlo, nonostante sia stato già venduto in 24 Paesi, Italia compresa, già subito dopo la vittoria alla Berlinale 2024.

Il percorso di No Other Land inizia infatti un anno fa esatto, ma in realtà racchiude un lungo periodo della vita di Basel Adra e Yuval Abraham, due giornalisti coetanei, poco meno che trentenni, il primo palestinese e il secondo israeliano, che dal 2019 al 2023 (fino a poco prima del 7 ottobre) testimoniano e denunciano la violenza dell’esercito israeliano nei villaggi di Masafer Yatta. Masafer Yatta è un’area della Cisgiordania presente sulle mappe inglesi già dall’Ottocento, ma progressivamente cancellata dall’azione militare attraverso lenti e costanti sfollamenti forzati. Adra e Abraham vivono due esperienze molto diverse tra loro, perché come sottolineano entrambi, solo il secondo è un uomo libero. Insieme tuttavia accendono le telecamere di fronte a ciò che accade davanti ai loro occhi, in quello che i due definiscono un atto di resistenza creativa, ma che è soprattutto un dettagliato reportage giornalistico, come lo era 20 giorni a Mariupol, vincitore dell’Oscar nel 2024.

Più volte, in interviste o interventi pubblici, Adra e Abraham hanno perciò insistito sul valore testimoniale delle immagini che sono stati in grado di riprendere, anche a costo della loro incolumità. Le parole stesse che hanno pronunciato sul palco degli Oscar 2025 ("Hamas liberi gli ostaggi israeliani, Israele metta fine alla pulizia etnica di Gaza") sono solo l’ultimo grande appello, fino a oggi, alle potenze mondiali affinché si agisca presto contro la violazione dei diritti umani e civili del popolo palestinese, ma la vera vittoria di No Other Land non sarà mai completa finché il film non verrà mostrato in tutti gli Stati Uniti, perché è soprattutto per questo che è stato realizzato, come affermato nel documentario stesso: per ottenere una reazione americana, tanto politica quanto culturale, e aprire una conversazione seria, soprattutto con chi non condivide le idee del film. È a quel pubblico che No Other Land è rivolto. In Italia, intanto, dopo l’uscita del 16 gennaio, è tornato ora in sala con Wanted Cinema.