Non solo Musk. Tutto sul congresso della Lega

Chi c'era e che cosa si è detto al congresso federale della Lega a Firenze. La nota di Sacchi

Apr 6, 2025 - 10:01
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Non solo Musk. Tutto sul congresso della Lega

Chi c’era e che cosa si è detto al congresso federale della Lega a Firenze. La nota di Sacchi

Con un colpo a sorpresa Matteo Salvini rafforza il suo speciale rapporto transatlantico con gli Usa di Trump. Il collegamento di Elon Musk da Washington al congresso federale della Lega a Firenze, che oggi rincoronerà Salvini segretario, con un mandato di 4 anni, uno in più dei 3 previsti dal vecchio statuto, rilancia la Lega e la leadership di Salvini anche sul piano internazionale.

Oltre alla “sorpresa” Musk, “intervistato” dal leader leghista, dal congresso nella sua prima giornata viene la richiesta che il “capitano” torni a fare il ministro dell’Interno dopo i risultati ottenuti al Viminale con la drastica riduzione degli sbarchi e “l’ingiustizia” del processo Open Arms da cui è stato assolto perché il fatto non sussiste. La richiesta la lancia il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, e la rilanciano i vicesegretari Andrea Crippa, Claudio Durigon, il segretario della Lega Lombarda, Massimiliano Romeo, il coordinatore dei giovani Luca Toccalini. Una richiesta che farà certamente discutere la maggioranza, dopo che il premier Giorgia Meloni aveva confermato la permanenza al Viminale di Matteo Piantedosi, di cui comunque la Lega riconosce “l’ottimo lavoro”.

Resta l’autonomia il punto principale dell’agenda leghista. Sullo sfondo il nodo candidature alle Regionali, a cominciare dal Veneto, con la richiesta del terzo mandato per rendere possibile la ricandidatura di Luca Zaia. Romeo si spinge fino a chiedere a Meloni che lasci alla Lega “le Regioni dove esercita il suo buon governo, Lombardia compresa”.

È una Lega di lotta e di governo, molto combattiva, quella che nel solco del padre fondatore, Umberto Bossi, di Roberto Maroni, ricordati in un video, nella continuità della battaglia contro “burocrazia e centralismo” della Ue, celebra a Firenze il suo primo congresso nazionale e approva il nuovo statuto. Il testo aumenta da tre a quattro anni la durata del mandato del segretario.

Tolta la soglia di dieci anni necessari per ricoprire la carica di vice segretario, così come i limiti per i componenti del consiglio federale. Modifiche che consentiranno l’ingresso degli esponenti del Sud (o di outsider come Roberto Vannacci) nei massimi organi decisionali del partito. Ma il vero coupe de theatre dell’assise alla Fortezza da Basso, dal titolo ‘Il coraggio della liberta”, è la partecipazione, in videocollegamento dagli Stati Uniti, di Elon Musk.

Da giorni la segreteria leghista aveva avuto l’ok del fondatore di SpaceX e Tesla e stava lavorando all’organizzazione tecnica della diretta. Sarebbe stato proprio Musk – viene riferito – a decidere la formula, in collegamento video, con risposte dirette alle domande di Salvini, come “dimostrazione di attenzione” verso la Lega.

“Spero che gli Usa e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta, c’è già un’alleanza ma spero sia più stretta e forte. E riguardo ai dazi spero che ci sposteremo in una situazione di zero dazi nel futuro, verso una zona di libero scambio”, scandisce il capo del Doge. È la mia speranza per il futuro”, aggiunge, “questo è il consiglio che ho dato al presidente” Trump.

Musk protesta contro le limitazioni “fasciste” delle libertà di espressione e contro chi “a sinistra” non vuole mettere fine alla guerra tra Ucraina e Russia, mostrando falsa empatia e senza avere “alcun piano”. Il consigliere di Trump poi dice di vedere il rischio di attacchi terroristici sempre più frequenti in Europa. “Questo porterà un vero e proprio massacro in Europa le vostre famiglie, i vostri amici saranno tutti a rischio”, sostiene.

Nel dialogo tra Musk e Salvini totale sintonia nella battaglia contro l’immigrazione clandestina. Musk rimarca la “pericolosità” dell’immigrazione clandestina di massa che “cancella” i Paesi che l’accettano. Poiché, osserva il magnate applauditissimo, “i luoghi sono fatti dai loro abitanti, non dalla geografia”. Concetto al quale fa riferimento il vicesegretario Crippa quando afferma che un conto sono gli immigrati regolari, altro “clandestini e zingari che non dovrebbero stare nelle nostre città”, dove , “non devono essere costruite più moschee”, sottolinea Crippa che rivendica la libertà di linguaggio soffocata dal politically correct.

Tornati “sulla Terra” dopo l’intervento di Musk – scherza il presidente dell’assise Giancarlo Giorgetti -, la parola passa ai presidenti delle Regioni del Nord e ai ministri leghisti, ai segretari regionali, dai trentenni emergenti Alberto Stefani, vicesegretario e alla guida del Veneto, all’umbro Riccardo Augusto Marchetti. Poi, una nutrita rappresentanza dei segretari del Sud, dal campano Gianpiero Zinzi al siciliano Nino Germanà.

Dal congresso della nuova Lega nazionale, dove, come dice Salvini, accanto a lombardi e veneti ci sono i “fratelli” calabresi e siciliani, arriva anche un altro appello: a non dimenticare gli obiettivi originari del movimento fondato da Umberto Bossi, 34 anni fa (il senatur e Roberto Maroni sono a lungo evocati anche in un video ’emozionale’ trasmesso in apertura di lavori).

L’autonomia, il federalismo, il superamento del centralismo sono, infatti, il fil rouge di tutti gli interventi della seconda parte del pomeriggio. “Fedeli sono i cani”, avverte Zaia, “noi con gli alleati siamo leali” e “alla maggioranza ricordiamo, con molta lealta’, che ci siamo presi un impegno coi cittadini: l’autonomia la facciamo per scelta o le dovremmo fare per necessita'”. “La legge sull’autonomia è stata approvata. È finita? No. Abbiamo fatto tanta fatica. Abbiamo dovuto affrontare la scure della Corte costituzionale. “È vero che l’hanno limitata ma non ce l’hanno fatta a pezzi – rivendica il ministro Roberto Calderoli -. Adesso dobbiamo finirla facendo la definizione dei Lep. Oggi quasi tutti i ministri tranne uno hanno dato le loro indicazioni. Abbiamo raggiunto l’intesa sulla Protezione civile e l’accordo con sette ministri, c’è un cavolo di funzionario che ci dice di no. A volte bisogna alzare la voce”. “Vogliamo difendere quello che noi siamo e la nostra autonomia – scandisce Giorgetti -. Cosa è questa autonomia? E’ una cosa molto semplice: la libertà quando si sposa con la responsabilità”.

Temi che comunque non mettono in discussione la maggioranza di governo. In apertura dei lavori, Salvini tiene a garantire che la sua Lega lavora come “collante” della maggioranza ed è “garanzia” di longevità per il governo di Giorgia Meloni. Il vice premier torna ad attaccare le istituzioni Ue e, riguardo ai dazi, chiede di aprire una trattativa bilaterale con gli Stati Uniti e azzerare le “politiche suicide” decise dalla commissione Ue, come il green deal. Oggi sara’ il suo giorno, con la conferma a segretario per altri quattro anni, attesa per acclamazione. Insomma, l’opposto di certe previsioni mediatiche smentite dai fatti sulla leadership di Salvini, destinata invece a durare. Tanto più dopo aver vinto oltre alla scommessa sulla rielezione di Trump anche quella interna del progetto di Lega nazionale.