Netflix batte le attese: un campanello d’allarme sulle stime troppo pessimistiche degli analisti?

La trimestrale di Netflix potrebbe rappresentare più di un semplice dato societario positivo. Potrebbe essere il primo segnale che le recenti revisioni al ribasso degli analisti, condizionate dal forte ribasso dei mercati, siano state troppo affrettate. Non è una novità, infatti, che le stime di consensus vengano spesso corrette in eccesso – verso l’alto o […] L'articolo Netflix batte le attese: un campanello d’allarme sulle stime troppo pessimistiche degli analisti? proviene da Word2Invest.

Apr 27, 2025 - 01:23
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Netflix batte le attese: un campanello d’allarme sulle stime troppo pessimistiche degli analisti?

La trimestrale di Netflix potrebbe rappresentare più di un semplice dato societario positivo. Potrebbe essere il primo segnale che le recenti revisioni al ribasso degli analisti, condizionate dal forte ribasso dei mercati, siano state troppo affrettate. Non è una novità, infatti, che le stime di consensus vengano spesso corrette in eccesso – verso l’alto o verso il basso – sulla scia dell’umore dei mercati. Il caso Netflix, da questo punto di vista, potrebbe essere emblematico, specie all’alba di una earning season particolarmente attesa.

Il problema della pro-ciclicità delle revisioni

È frequente osservare un atteggiamento pro-ciclico degli analisti, che tendono a inseguire i movimenti di mercato. Quando gli indici salgono per settimane, le stime sugli utili vengono corrette verso l’alto. Al contrario, dopo correzioni importanti come quella recente dell’S&P 500 – che ha perso il 20% dai massimi – si assiste a una sforbiciata generale delle previsioni. Anche le ultime rilevazioni del GDPNow della Fed di Atlanta, che hanno evidenziato una contrazione del PIL nel primo trimestre, hanno contribuito a raffreddare le aspettative degli analisti.

Tuttavia, il mercato azionario anticipa solitamente l’economia reale di circa sei mesi, per cui potrebbe essersi già lasciato alle spalle il peggio. Il caso Netflix, in questo contesto, è interessante non tanto per l’azienda in sé, ma per il potenziale segnale che potrebbe lanciare sull’intera earning season.


Trimestrale positiva per Netflix, nonostante il contesto incerto

In un momento in cui i titoli media tradizionali stanno affrontando una fase di profonda debolezza, anche a causa della politica commerciale aggressiva di Donald Trump, Netflix è riuscita a distinguersi. La società ha registrato una crescita dei ricavi del 13% nel primo trimestre 2025, battendo le attese del consensus e mostrando una certa resilienza rispetto al contesto macroeconomico globale.

Il balzo dei ricavi è stato sostenuto sia dall’incremento degli abbonamenti, sia da una crescita della raccolta pubblicitaria. Netflix aveva rivisto i prezzi a gennaio, con il piano standard salito a 17,99$, il piano con pubblicità a 7,99$ e quello premium a 24,99$. Un aumento sensibile, che tuttavia non ha frenato la domanda, segno di una base utenti ancora molto fidelizzata.

Per la prima volta, però, l’azienda non ha comunicato i dati sugli abbonati, segnalando un cambio strategico: l’attenzione si sposta ora sui ricavi e sulla redditività come principali KPI. Secondo quanto dichiarato in conference call dal co-CEO Greg Peters, non ci sono cambiamenti significativi nelle prospettive aziendali. Peters ha anche sottolineato che l’intrattenimento è storicamente uno dei settori più resilienti nei cicli economici negativi.


L’earning surprise è stata ampia e significativa

I numeri parlano chiaro. L’utile per azione (EPS) si è attestato a 6,61$, ben oltre le attese degli analisti ferme a 5,71$. Anche il fatturato ha leggermente battuto il consensus, salendo a 10,54 miliardi di dollari contro una stima di 10,52 miliardi. L’utile netto ha raggiunto 2,89 miliardi di dollari, in forte crescita rispetto ai 2,33 miliardi del primo trimestre 2024.

Netflix ha ribadito la guidance per l’intero esercizio: un fatturato compreso tra 43,5 e 44,5 miliardi di dollari, segno di fiducia nella tenuta del modello di business anche in un contesto macro incerto. Gli investitori hanno reagito positivamente, con il titolo in crescita del 2% nel dopo mercato. Il fatto che l’annuncio sia arrivato alla vigilia del Good Friday, con i mercati chiusi il giorno successivo, ha amplificato l’attenzione mediatica.


Focus sulla pubblicità: nuova leva per la crescita

Un tema chiave per il 2025 sarà la pubblicità. Netflix ha infatti lanciato all’inizio di aprile una piattaforma tecnologica pubblicitaria proprietaria negli Stati Uniti, con l’obiettivo di espandersi rapidamente anche in altri mercati. L’obiettivo strategico è chiaro: diversificare le fonti di ricavo e ridurre la dipendenza dall’aumento lineare degli abbonati.

Il management ha confermato che l’attrattività per gli inserzionisti sarà uno degli assi strategici del 2025, e che la pubblicità rappresenta una leva ancora parzialmente inespressa. L’aumento dei ricavi pubblicitari, unito a una strategia di pricing più aggressiva, potrebbe sostenere i margini anche in un contesto di rallentamento della crescita economica.


Quale messaggio per la earning season?

Sebbene Netflix rappresenti un caso specifico nel settore dell’intrattenimento digitale, i suoi risultati suggeriscono che i timori del consensus potrebbero essere eccessivi, almeno per alcune aziende. Il vero punto non è se Netflix sia oggi un buy o un hold, ma piuttosto se la revisione al ribasso delle stime sia stata troppo reattiva al sentiment di mercato e non abbastanza basata su fondamentali concreti.

Grafico settimanale Netflix

Se anche altri colossi tech e media dovessero battere le attese nei prossimi giorni, potrebbe concretizzarsi un movimento di ricopertura da parte degli investitori, innescando un rimbalzo generalizzato dell’equity. La earning season appena iniziata potrebbe riservare sorprese, soprattutto in quei settori che hanno già scontato uno scenario molto negativo nei prezzi attuali.

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