Nelli (PIMCO): “L’Italia rimane una pedina centrale nel nostro progetto europeo”
Il professionista, che ha assunto la responsabilità del mercato nostrano ormai da un anno, racconta a FundsPeople le leve di sviluppo del business con un occhio di riguardo al public fixed income. L'articolo Nelli (PIMCO): “L’Italia rimane una pedina centrale nel nostro progetto europeo” proviene da FundsPeople Italia.

Grandi operatori, anche generalisti, che gestiscono masse ingenti o, dall’altra parte, operatori in grado di offrire competenze specializzate, con una attenzione costante all’evoluzione del prodotto. Questo potrebbe essere l’aspetto dell’industria dell’asset management nel prossimo futuro secondo Adriano Nelli, nominato responsabile per l’Italia di PIMCO un anno fa.
“Lo scorso è stato un anno interessante per noi, ci siamo riorganizzati e io ho assunto la responsabilità dell’Italia, riportando a Giorgio Cocini, responsabile per l’Italia, Francia e Penisola Iberica entrato in PIMCO lo scorso anno, operiamo nel contesto di una nuova macro regione e abbiamo intenzione di continuare a investire molto sul mercato italiano che è un business non solo tra i più importanti a livello europeo ma anche in un’ottica di crescita”, dice il professionista raggiunto da FundsPeople.
Inoltre, la volontà di PIMCO è quella di consolidare il public fixed income, il mercato tradizionale della società, e crescere nel segmento del private credit in cui “stiamo facendo molto sia in Europa che in Italia. Anche il business istituzionale che sta facendo bene nell’ambito dei rapporti con i fondi pensione, abbiamo la capacità di coprire tutti i principali segmenti e guardiamo anche a nuovi canali distributivi in cui far crescere la nostra quota di mercato. L’Italia rimane una pedina centrale nel progetto europeo”, ci tiene a sottolineare Nelli.
Aprendoci con un sguardo a quest’anno, “vogliamo consolidare e raccogliere i frutti degli scorsi due anni come l’aver promosso il ruolo del fixed income all’interno del portafoglio ma vogliamo anche entrare sul mercato con nuove strategie”, dice. Come noto, gli ultimi due anni sono stati avversi all’investimento obbligazionario ma i rendimenti, secondo Nelli, erano e sono molto interessati. Certo, rimane il fatto che “gli investitori sono molto condizionati dalle esperienze passate e continuano a prendere delle decisioni guardando con lo specchietto retrovisore, non comprendendo però che la volatilità del mercato del 2022 ha aperto spazi interessati. Le nostre strategie stanno performando bene, il nostro obiettivo è quello di continuare a investire con le reti di distribuzione in termini di formazione e presenza sul territorio e di continuare a posizionare i nostri prodotti”, prosegue il professionista.
Una recente peculiarità del mercato è che le realtà di wealth management italiane, le grandi istituzioni, “stanno in parte riportando a casa le gestioni nell’ambito della creazione di poli diversificati dove si fa consulenza ma anche gestione di patrimoni. In questo contesto noi cerchiamo di collaborare con le grandi mandanti, integrandoci nella loro catena del valore con deleghe di gestione e cercando di mantenere solide partnership con le loro realtà”, spiega Nelli.
Il professionista ci tiene a sottolineare che un altro tema secolare è legato a quanto detto dall’ultimo rapporto Censis in cui si cita “la formazione, per ragioni demografiche, di una sorta di imbuto nella successione dei patrimoni degli italiani”. “Nel nostro Paese, siamo di fronte a un passaggio generazionale accompagnato da un calo demografico e questo porta una concertazione della ricchezza finanziaria nelle mani di pochi, basti pensare che la GenZ detiene solo il 10% della ricchezza totale, e questo comporterà un cambiamento nell’approccio con il cliente finale dell’intero settore, perché avremo investitori più alfabetizzati rispetto ai genitori, saranno numericamente di meno con più patrimoni da gestire e avranno probabilmente meno imprenditorialità, cercando investimenti forse più in una logica di conservazione del patrimonio e di generazione di rendita che di massimizzazione della crescita del capitale”, spiega Nelli. Quindi, le fabbriche prodotto dovranno avere bene in mente questo cambiamento secolare. “Sono delle variabili importanti”, sottolinea il professionista.
Inoltre, un settore sempre più regolamentato comporta anche dei costi di amministrazione crescente “e questo genera una certa pressione sui margini, la scala dimensionale è importante così come avere delle società generaliste oppure un operatore con competenze specializzate riconosciute dal mercato. Noi di PIMCO abbiamo una scala che ci permette di continuare a investire in talenti e nel frattempo abbiamo una connotazione molto chiara: gestiamo fixed income dal core fino al private credit, passando per gli hedge fund, ne gestiamo tutte le sfaccettature, avendo una scala dimensionale che ci permette di investire e continuare a farlo”, chiosa Nelli.
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