Multe ai ristoratori per le lavagnette col menù, sanzioni da 250 euro
Alcuni esercenti hanno ricevuto una Pec con all’interno un verbale. Multe per aver esporto le specialità del locale sui muri esterni. Chi è stato sanzionato chiede un confronto per rivedere il metodo

Arezzo, 20 marzo 2025 – Una Pec con all’interno un verbale. È quanto hanno ricevuto recentemente alcuni esercenti del centro cittadino, che si sono visti sanzionati per aver esposto, all’esterno dei loro locali, le ormai note lavagnette pubblicitarie. Questi strumenti, utilizzati per scrivere il piatto del giorno, indicare sconti speciali o semplicemente attirare l’attenzione dei passanti, sono stati giudicati come una forma di pubblicità non conforme alle normative in vigore. Secondo il regolamento, infatti, questa pratica sarebbe sanzionabile, e a farlo sono stati gli addetti di Ica, Imposte Comunali Affini S.p.A., la società incaricata dell’accertamento e della riscossione dei tributi comunali e delle entrate patrimoniali degli Enti Locali. La vicenda si è svolta nei giorni scorsi, quando gli agenti della Ica hanno scattato delle fotografie a una serie di accessori pubblicitari esposti dai commercianti e, successivamente, hanno emesso delle sanzioni per il mancato pagamento delle necessarie autorizzazioni. L’importo della multa? Circa 250 euro, una cifra che ha suscitato la sorpresa di molti. Tra gli esercenti sanzionati, alcuni sono associati a Confcommercio, che si è immediatamente mobilitata per comprendere meglio quanto accaduto.
“Ci siamo apprestati a capire meglio cosa fosse successo e abbiamo chiesto un incontro con il Comune. Non entriamo certo nel merito della sanzione, essendoci un regolamento. Contestiamo, invece, il metodo: fare foto, non dire niente all’esercente e poi mandare il verbale“, spiega Catiuscia Fei, direttrice aggiunta di Confcommercio Firenze-Arezzo. Fei sottolinea l’importanza di un’azione più trasparente e comunicativa. “L’incontro con il Comune è stato chiesto proprio per questo, capire il metodo. Gli addetti che passano di fronte a un esercizio in cui si palesa una scorrettezza potrebbero far presente all’esercente che sta commettendo un’irregolarità. Il controllo deve servire come prevenzione, in questo caso sembra volto solo a fare cassa.
Crediamo nell’importanza di informare, ma qui ci siamo scontrati con un metodo a suon di verbale“, continua la direttrice di Confcommercio. Le richieste degli esercenti sembrano orientate verso una maggiore chiarezza e un approccio più costruttivo, che includa un dialogo diretto e la possibilità di regolarizzare eventuali infrazioni senza il ricorso immediato alla sanzione. Inoltre, l’idea di un controllo più proattivo e informativo, piuttosto che esclusivamente repressivo, potrebbe non solo migliorare la relazione tra amministrazione e commercianti, ma anche evitare che episodi come questo creino malcontento.
La situazione, pertanto, rimane aperta e in attesa di sviluppi, mentre i commercianti si augurano che possa nascere un confronto più serrato con chi di dovere, volto a risolvere il problema in maniera più equa e costruttiva. Nel frattempo, molti di loro si ritrovano con il verbale in mano, un piccolo, ma significativo promemoria delle sfide quotidiane che i piccoli commercianti affrontano per cercare di mantenere vivi i loro esercizi nel centro città.