MotoGP, Marc Marquez “vince alla velocità più bassa possibile” come Doohan e Rossi fecero a loro tempo?
Ventinove anni fa, nel 1996, Mick Doohan si laureò per la terza volta Campione del Mondo della 500cc applicando il mantra del “vincere le gare alla velocità più bassa possibile”. Il fuoriclasse australiano aveva talmente tanto margine sugli avversari da potersi permettere di giocare con loro, alzando il ritmo solo lo stretto necessario per imporsi. […]

Ventinove anni fa, nel 1996, Mick Doohan si laureò per la terza volta Campione del Mondo della 500cc applicando il mantra del “vincere le gare alla velocità più bassa possibile”. Il fuoriclasse australiano aveva talmente tanto margine sugli avversari da potersi permettere di giocare con loro, alzando il ritmo solo lo stretto necessario per imporsi.
Qualche anno dopo, Valentino Rossi fece altrettanto in maniera addirittura più marcata, giochicchiando con il Sete Gibernau di turno per poi deporlo inesorabilmente in vista del traguardo. Eppure, sia l’australiano che il Dottore dimostrarono di essere superiori alla concorrenza in caso di necessità. Brasile 1996 per Doohan e Australia 2003 per Rossi sono gli esempi più emblematici in tal senso.
Ebbene, alla luce di come sta evolvendo il 2025, viene da chiedersi se anche Marc Marquez stia vivendo una situazione analoga. Quella del potersi permettere di “vincere le gare alla velocità più bassa possibile”, prendendosi il minimo rischio per ottenere il massimo risultato. Le condotte di gara dell’iberico lasciano difatti intendere che potrebbe primeggiare in maniera ben più perentoria di quanto non stia facendo.
Lui sembra avvalorare questa sensazione nelle sue dichiarazioni. Dal punto di vista comunicativo, El Trueno de Cervera è il numero uno indiscusso. Ogni sua frase ha due significati. Uno esplicito e uno “nascosto”, sia esso politico o psicologico nei confronti dei rivali. Se dice ciò che dice, lo spagnolo lo fa (anche) per destabilizzare gli avversari ponendosi in una win-win situation. Se è sincero, allora li demoralizza. Se mente, applica un deterrente poderoso.
Sarebbe pertanto interessante assistere a una gara in cui Marquez si dovesse trovare in una posizione scomoda o fosse costretto a recuperare uno svantaggio. Sinora non è mai successo. Viceversa, se capitasse, si potrebbe capire di quanto margine dispone davvero, soprattutto nei confronti di Francesco Bagnaia.
Così, giusto per curiosità e togliersi il dubbio, allo scopo di capire se il Mondiale 2025 potrà essere un feroce dibattito agonistico fra il trentaduenne iberico e il ventottenne piemontese, oppure se è destinato a restare un logorroico monologo vincente in lingua catalana.