Minaccia l’ex con le forbici e inneggia a “Turetta modello”, 19enne denunciato. Gino Cecchettin: “Vorrei un confronto”

Botte, minacce e denunce che non riescono ad arginare quella che sembra una escalation di violenza. Un diciannovenne ferrarese, come riporta il Corriere della Sera, ha picchiato e minacciato di morte con un paio di forbici l’ex fidanzata e tutta la sua famiglia a Mirano, in provincia di Venezia. Arrestato nel Vicentino martedì per resistenza […] L'articolo Minaccia l’ex con le forbici e inneggia a “Turetta modello”, 19enne denunciato. Gino Cecchettin: “Vorrei un confronto” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 8, 2025 - 11:12
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Minaccia l’ex con le forbici e inneggia a “Turetta modello”, 19enne denunciato. Gino Cecchettin: “Vorrei un confronto”

Botte, minacce e denunce che non riescono ad arginare quella che sembra una escalation di violenza. Un diciannovenne ferrarese, come riporta il Corriere della Sera, ha picchiato e minacciato di morte con un paio di forbici l’ex fidanzata e tutta la sua famiglia a Mirano, in provincia di Venezia. Arrestato nel Vicentino martedì per resistenza a pubblico ufficiale, ha ricevuto l’obbligo di firma per quattro volte alla settimana. Provvedimento, sempre come racconta il quotidiano di via Solferino, che non gli ha impedito di di pubblicare su Instagram, riprendendosi col cellulare nel tragitto sulla gazzella dei carabinieri fino alla caserma, un post: “Anche stavolta sono libero”. La vittima lo aveva già denunciato nel 2021.

Il giovane, che è residente nel Lazio, ha anche mostrato una spaventosa ammirazione per Filippo Turetta, lo studente condannato all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin uccisa l’11 novembre del 2023, postando sui social la stessa lista dei materiali – scotch, sacchi neri, coltelli, mappa, soldi in contanti per la benzina – usati da Turetta per premeditare l’omicidio della ragazza che stava per laurearsi e che lo aveva lasciato: “Turetta esempio modello”.

La famiglia della giovane è terrorizzata, la zia al Corriere ha raccontato: “Le ha chiesto di cancellare tutti i contatti di cui era geloso, a ogni numero trovato, uno schiaffo o un calcio. L’ha umiliata. Devastata. Ora è seguita da uno psicologo e in questo momento è completamente a terra. Se mia nipote è ancora qui è perché siamo una famiglia unita, sabato l’abbiamo salvata. In auto l’abbiamo raggiunta e quando l’abbiamo trovata, l’ex scappava infilandosi in ogni via braccato e infine fermato dai carabinieri di Mirano. Dopo i fatti del weekend, martedì è andato a Montecchio Precalcino dove abita la madre della ragazza, da lì ha inviato un video dove era nel giardino di casa e aveva uno dei topini di mia nipote in mano e minacciava di gettarlo tra i rovi. Quell’animale non lo abbiamo più trovato”.

Come può l’assassino di una ragazza essere “un modello” per qualcuno? Si è chiesto Gino Cecchettin, il papà di Giulia, a Milano durante un incontro sulla prevenzione della violenza di genere. Ma il 19enne ferrarese non è l’unico: anche un giovane arrestato a Busto Arsizio, in provincia di Varese, aveva scritto a sua volta sui social ‘capisco Turetta’. “Vorrei veramente un confronto” con loro, ha detto Cecchettin, rivolgendosi ad un gruppo di studenti delle scuole superiori. “Secondo me – ha spiegato – è proprio a loro che dovremmo parlare perché chi esalta la violenza forse ha più bisogno di altri di capire che c’è un modo nuovo di parlare“. “Dovremmo cercare il confronto non l’attacco” ha aggiunto Cecchettin, che su questo cambio di paradigma per i familiari delle vittime ha impostato la campagna culturale portata avanti dalla Fondazione Giulia Cecchettin. “Vorrei che questi giovani passassero una settimana della vita di Turetta oggi”.

Mi fanno molta pena. Che modello può essere una persona che deve passare la vita in carcere?” ha chiesto papà Gino rivolgendosi ai ragazzi che lo ascoltavano. “Vorrei far provare a quel giovane che ha scritto questo una settimana della vita di Turetta oggi, una settimana della frustrazione che Filippo probabilmente ha vissuto quando non è riuscito a gestire quell’emozione. Forse – ha osservato – dopo cambierebbe idea. Anche da un punto di vista razionale, non c’è niente da imitare”. “Ma questo – ha ribadito – lo risolviamo solo con la cultura”.

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