Migranti "Il governo risarcisca"

La Cassazione sul caso nave Diciotti. Meloni: "Così si allontanano i cittadini". .

Mar 8, 2025 - 08:13
 0
Migranti "Il governo risarcisca"

La mazzata arriva inattesa e coglie tutti di sorpresa. L’ordinanza della Cassazione che condanna il governo a risarcire i migranti bloccati dal 16 al 25 agosto del 2018 dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla nave della Guardia Costiera Diciotti è un fulmine che si abbatte su Palazzo Chigi e scatena reazioni furibonde e compatte. L’istanza di un gruppo di profughi eritrei che avevano chiesto un indennizzo per il danno morale causato dalla privazione della libertà era stato bocciato dalla Corte d’appello: ecco perché l’esecutivo aveva atteso con poca preoccupazione la decisione del massimo organo giurisdizionale del Paese, cui si erano rivolti i migranti. Il Procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso, ma le sezioni unite civili della Cassazione l’hanno accolto: l’obbligo del soccorso in mare – si spiega nella sentenza – è un dovere oltre che fondamento di convenzioni internazionali, e deve considerarsi prevalente su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare. Per la Corte il divieto di sbarco prolungato non può considerarsi un atto politico sottratto al controllo giurisdizionale ma un atto amministrativo. Chi governa, insomma, non può fare come gli pare, scrivono in sostanza gli ermellini. Di qui, il rinvio al giudice di merito perché quantifichi il danno.

La premier reagisce con un post duro sui social: "Una sentenza opinabile e frustrante. Per effetto di questa decisione il governo dovrà risarcire con i soldi dei cittadini onesti che pagano le tasse persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano". Non credo, chiosa, "siano queste le decisioni che avvicinano i cittadini alle istituzioni". Se lei adotta il registro di un gelido furore, Salvini esplode: "È una sentenza vergognosa. Mi sembra un’altra invasione di campo. Se c’è qualche giudice che ama tanto i clandestini ne accolga un po’ a casa sua e li mantenga". Con loro si schiera Antonio Tajani: "Dovere del governo è difendere i confini". E il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dice: "Eseguiremo la sentenza, ma non la condivido".

Le preoccupazioni innescate dal "verdetto politico" sono numerose: intanto che faccia scuola. "Sono perplesso sulle conseguenze: se introduciamo risarcimenti, le nostre finanze vanno in rovina", dichiara il Guardasigilli Carlo Nordio. In secondo luogo le possibili ricadute sul processo Open Arms: Salvini è stato assolto in primo grado, ma questa decisione potrebbe orientare in senso diverso il processo di appello.

Soprattutto il tema che la premier e i ministri affrontano informalmente in sede di Cdm riguarda il rapporto con una magistratura che bersaglia puntualmente i provvedimenti sull’immigrazione. "Ogni giorno ce n’è una – sbotta Meloni –. Ma i risultati ci danno ragione. Gli ingressi non sono mai stati così bassi. Bisogna andare avanti". Ma come? Di mezzi per contrastare le decisioni dei togati il governo non ne ha. Per questo, insiste sul protocollo con l’Albania. Spera che la sentenza della Corte europea gli dia ragione: l’effetto psicologico andrebbe oltre il singolo caso. Ma se il verdetto dovesse essere negativo per il governo Meloni, Piantedosi, Nordio e Mantovano – il pacchetto di mischia sul fronte dell’immigrazione – puntano sul nuovo regolamento Ue in materia. Il capitolo immigrazione va inserito nella cornice di uno scontro con la magistratura che dopo il fallimento dell’incontro con l’Anm è permanente. A risolverlo saranno gli italiani nel referendum: "Le toghe pensano di avere i cittadini dalla loro parte – argomenta la premier –, ma daranno ragione a noi".