Mercurio nel pesce? La soluzione per eliminarlo ce la forniscono questi piccoli animali (ed è più strana che mai)
Pesce fresco senza contaminanti? Potrebbe non essere più un’utopia, grazie a una scoperta rivoluzionaria che arriva dall’Australia. Un gruppo di scienziati, guidato da scienziati della Macquarie University di Sydney, ha trovato un modo sorprendente per combattere il metilmercurio, una delle sostanze più tossiche che si accumula nella catena alimentare: utilizzare moscerini della frutta e pesci...

Pesce fresco senza contaminanti? Potrebbe non essere più un’utopia, grazie a una scoperta rivoluzionaria che arriva dall’Australia. Un gruppo di scienziati, guidato da scienziati della Macquarie University di Sydney, ha trovato un modo sorprendente per combattere il metilmercurio, una delle sostanze più tossiche che si accumula nella catena alimentare: utilizzare moscerini della frutta e pesci geneticamente modificati per liberarsi di questo inquinante, trasformandolo in mercurio elementare volatile.
Questa innovazione potrebbe rappresentare una svolta per la sicurezza alimentare e la salute degli ecosistemi acquatici. Ma come funziona esattamente? Scopriamolo insieme.
Come funziona la detossificazione?
Gli scienziati hanno sviluppato una soluzione ingegnosa: hanno introdotto nei moscerini della frutta (Drosophila melanogaster) e nei pesci zebrafish dei geni batterici in grado di neutralizzare il metilmercurio.
In particolare, gli organismi geneticamente modificati sono stati dotati di due enzimi chiave, MerB e MerA, che lavorano in sinergia per trasformare il metilmercurio in mercurio elementare, una forma meno pericolosa che evapora rapidamente e non si accumula nei tessuti degli organismi viventi.
I risultati degli esperimenti, pubblicati su Nature Communications, sono stati sorprendenti: gli animali geneticamente modificati hanno accumulato meno della metà del mercurio rispetto ai loro omologhi non modificati. Inoltre, la maggior parte del mercurio nei loro tessuti era in una forma meno biodisponibile, quindi meno assorbibile e pericolosa per la salute umana.
Una nuova frontiera scientifica
L’idea di sfruttare organismi viventi per ripulire l’ambiente dagli inquinanti non è nuova, ma questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nel risanamento ambientale attraverso processi biologici.
L’introduzione di animali OGM capaci di eliminare il metilmercurio potrebbe aprire la strada a soluzioni concrete per ridurre la contaminazione negli ecosistemi acquatici e migliorare la sicurezza alimentare. In un mondo in cui il consumo di pesce continua a crescere, garantire una filiera alimentare priva di sostanze tossiche diventa sempre più cruciale.
Le prospettive future e le sfide da affrontare
Nonostante i risultati promettenti, la ricerca è ancora in fase sperimentale e ci sono diverse sfide da superare prima di un’applicazione su larga scala.
La principale preoccupazione riguarda l’impatto ambientale e la sicurezza: cosa accadrebbe se questi organismi geneticamente modificati si diffondessero in modo incontrollato? Potrebbero avere effetti imprevisti sugli ecosistemi? Questi interrogativi richiederanno studi approfonditi prima di una possibile implementazione della tecnologia in natura.
Tuttavia, le potenziali applicazioni sono affascinanti. Immaginiamo, ad esempio, l’uso di zebrafish OGM negli impianti di depurazione per eliminare il mercurio dalle acque reflue, o la loro introduzione controllata in ambienti contaminati per velocizzare la bonifica naturale.
La scoperta australiana potrebbe quindi rappresentare un’importante svolta nella lotta contro l’inquinamento da metilmercurio. L’utilizzo di organismi geneticamente modificati per detossificare l’ambiente offre una speranza concreta per il futuro della sicurezza alimentare e della salute del Pianeta. Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, questa ricerca apre scenari innovativi che potrebbero cambiare il nostro rapporto con l’ambiente e la qualità del cibo che portiamo sulle nostre tavole.
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