Macron, il messaggio a Putin: «Non voglio la terza guerra mondiale, ma pronto all’atomica francese in Polonia. Kiev? Deve rinunciare a territori»
«Tregua o dure sanzioni», è questo l'aut aut che il presidente francese ha inviato direttamente al Cremlino in un'intervista tv. Ma ha aperto anche a colloqui con il presidente russo L'articolo Macron, il messaggio a Putin: «Non voglio la terza guerra mondiale, ma pronto all’atomica francese in Polonia. Kiev? Deve rinunciare a territori» proviene da Open.

Continua il braccio di ferro a distanza tra il presidente francese Emmanuel Macron e il leader del Cremlino Vladimir Putin. È l’inquilino dell’Eliseo ad alzare i toni dello scontro, annunciando «dure sanzioni nei prossimi giorni, in stretta intesa con gli Stati Uniti» nel caso in cui la Russia non accettasse un mese di tregua durante i negoziati a Istanbul, giovedì 15 maggio. Nelle trattative, ha aggiunto Macron durante l’intervista in diretta sul canale TF1, Kiev dovrà al contempo «avere la lucidità di ammettere» di non poter riavere indietro tutti i territori «di cui è stata privata dal 2014». E si è detto aperto a un nuovo dialogo con Putin, «ma solo al termine del conflitto».
La richiesta a Putin: «30 giorni di tregua per i negoziati»
Macron non fa passi indietro. Poco importa se la possibilità di nuove sanzioni è stata salutata da Putin con un sonoro e ironico: «Deficienti». Il presidente francese, ormai volto in prima linea della coalizione dei Volenterosi a sostegno dell’omologo ucraino Volodymyr Zelensky, ha ribadito ancora una volta con chiarezza la posizione di Parigi: «In Ucraina si gioca la nostra sicurezza. Vogliamo la pace, vogliamo ottenere un cessate il fuoco su terra mare e cielo per 30 giorni». È questa la richiesta che dall’Eliseo raggiunge direttamente il Cremlino, per permettere che il tavolo dei negoziati prosegua senza intoppi e per evitare di indurire ulteriormente il regime di sanzioni che da oltre tre anni soffoca l’economia di guerra russa. «Non vogliamo far scoppiare una terza guerra mondiale, ma solo difendere una tregua. È la situazione umanitaria migliore possibile e permette di trattare anche sulle questioni territoriali».
Il contingente europeo in Ucraina? «Solo come forza di dissuasione, non vogliamo escalation»
Tira invece un po’ il freno, o meglio specifica i progetti riguardo al contingente franco-britannico che dovrebbe essere inviato in territorio ucraino una volta terminato il conflitto. «Aiutiamo l’Ucraina, ma senza entrare in una escalation. Le nostre truppe non saranno impegnate in un confronto diretto», ha ribadito. La prima linea di difesa e garanzia deve e dovrà sempre essere «un forte esercito ucraino», perché – ha ammesso Macron – «l’Ucraina non entrerà a far parte della Nato». La presenza di forze militari europee, però, potrebbe «dissuadere la Russia dal continuare qualsiasi conflitto».
L’ipotesi atomica in Polonia
Sempre sul fronte europeo, con uno sguardo ben fissato sulla sicurezza del Vecchio Continente, Macron si è detto pronto ad «aprire serie discussioni» con la Polonia riguardo alla possibile presenza di una bomba nucleare francese nel Paese ex sovietico. «Gli Stati Uniti hanno bombe nucleari sugli aerei in Belgio e in Germania», ha spiegato il presidente francese. «Dobbiamo rimanere armati. Da quando esiste la dottrina nucleare, c’è sempre una dimensione europea nel tener conto degli interessi vitali».Macron ha però fissato tre condizioni: che «la Francia non paghi per la sicurezza degli altri», che «non avvenga a scapito di quello di cui abbiamo bisogno per noi» e che «la decisione finale spetti sempre al presidente della Repubblica, capo delle forze armate».
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