Lifelong learning, ovvero non si finisce mai di imparare
L'apprendimento continuo migliora la produttività, anche nell'era dell'IA: lo dimostra l'analisi del progetto Lisa (Learning, Inclusion, Salary, Ageing) dell'Università Liuc con il contributo di Fondazione Cariplo L'articolo Lifelong learning, ovvero non si finisce mai di imparare proviene da Economy Magazine.

Il Lifelong learning è lo strumento più efficace e spendibile per assicurare il miglioramento della produttività, anche alla luce dell’impatto della digital tecnology e dell’intelligenza artificiale. È quanto emerge dalla prima fase di analisi del progetto Lisa (Learning, Inclusion, Salary, Ageing) dell’Università Liuc con il contributo di Fondazione Cariplo, che oltre all’apprendimento continuo studia l’inclusione nel mercato del lavoro, il divario salariale e l’invecchiamento della forza lavoro: quattro dimensioni di disuguaglianza che incidono sulla competitività aziendale e sul mercato del lavoro. Un progetto focalizzato sulla parte italiana dell’Insubria e in particolare nelle province di Varese, Como e Lecco, ma da cui emergono preziose indicazioni utili più in generale.
L’obiettivo è quello di suggerire policy e pratiche manageriali volte ad accrescere la competitività delle imprese e la capacità di attrarre, rafforzare e trattenere il capitale umano.
«Il progetto è partito sei mesi fa da un punto di vista operativo, ma nasce da una lunga meditazione che si innesta sul progetto Skillmatch Insubria, che ha analizzato il divario di competenze in Insubria, Euroregione composta da cinque provincie italiane più il Canton Ticino» dice Eliana Minelli, Professore Associato di Organizzazione Aziendale dell’Università Liuc e Responsabile Scientifico del progetto Lisa.
«Abbiamo osservato come queste quattro dimensioni risultino profondamente interconnesse tra loro, una alimenta l’altra. Se da un lato vanno affrontate a livello aziendale, dall’altro è necessario comprenderne le dinamiche e le interazioni a livello di sistema e creare una rete istituzionale che sostenga modelli di azione condivisi ed efficaci».
L’apprendimento continuo è dunque l’approccio che si rivela essere più efficace.
«Siamo poco consapevoli dell’impatto importantissimo che può avere sulla produttività delle risorse umane» sottolinea Minelli. «Come abbiamo visto con il progetto Skillmatch Insubria, c’è molta più attenzione su questo fronte nel Canton Ticino, anche per via del modello formativo differente. Da noi è un elemento considerato ma meno presidiato dalle aziende, perché è visto più come un costo che come un’opportunità. Eppure vale la pena investirci: parliamo di un antidoto che può essere utilizzato nel breve periodo, in considerazione dell’urgenza del problema. Anche perché l’età media dei lavoratori in Italia è di 47 anni, tra le più alte al mondo».
I casi virtuosi non mancano, ma sono ancora piuttosto sporadici. «Non esiste un’abitudine consolidata al Lifelong learning» osserva il Responsabile Scientifico del progetto Lisa, «talvolta le aziende avviano esperienze di company academy che tuttavia sono difficilmente sostenibili dal punto di vista finanziario, soprattutto per le imprese di minori dimensioni».
C’è però un modello che può permettere l’estensione dell’apprendimento continuo a una fascia più ampia di imprese: «quello dell’associazione fra imprese locali, che permette di indirizzare gli sforzi in direzione delle esigenze del territorio, condividendo ambiti di necessità».
Un esempio è quello del progetto RoadJob Academy attivo nelle provincie di Como, Lecco e Monza Brianza, che propone percorsi di formazione gratuiti con lo scopo di far coincidere la domanda e l’offerta di personale qualificato, avvicinando i giovani al mondo dell’industria, e offrire alle aziende tecnici formati ad hoc. L’unione fa la forza insomma: anche in tema di formazione continua.
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