Legge bavaglio, Costa interroga Nordio sul numero di cronisti sotto indagine: “I giornali pubblicano ancora le intercettazioni”
Il deputato azzurro lamenta la violazione della "sua" norma. E sfotte (senza citarlo) il "Fatto": "C'è chi lo rivendica come obiezione di coscienza" L'articolo Legge bavaglio, Costa interroga Nordio sul numero di cronisti sotto indagine: “I giornali pubblicano ancora le intercettazioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Un’interrogazione al ministro della Giustizia per sapere quanti cronisti siano finiti indagati per violazione della legge bavaglio, che vieta di pubblicare tra virgolette le ordinanze di custodia cautelare. A presentarla è il “padre” della norma, il deputato di Forza Italia Enrico Costa, scagliandosi contro gli articoli di stampa sull’inchiesta di Milano che ha portato ai domiciliari Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico edilizia del capoluogo lombardo. “In molte di tali cronache”, scrive Costa nell’atto depositato il 7 marzo, “emerge la pubblicazione di stralci testuali di ordinanze di custodia cautelare, ivi compreso il contenuto letterale di intercettazioni telefoniche contenute nell’ordinanza”: ad esempio quelle in cui gli indagati rivendicavano di aver scritto personalmente il “Salva Milano“, la norma in discussione in Parlamento per sanare i presunti abusi edilizi commessi in città. Notizie di chiaro interesse pubblico, ma per il parlamentare azzurro non rileva: “Tale comportamento, nonostante rappresenti un illecito penale, è ormai consuetudinario laddove la notizia riguardi procedimenti penali con l’emissione di ordinanze di custodia cautelare”, lamenta. E sfotte senza citarlo il Fatto Quotidiano, che ha annunciato fin dall’inizio la sua disobbedienza alla legge, sottolineando come il comportamento dei giornali sia “talvolta orgogliosamente rivendicato come obiezione di coscienza“.
Costa ricorda che in base alla nuova norma, approvata a dicembre dal Consiglio dei ministri – esercitando una delega contenuta in un suo emendamento – “la pubblicazione di stralci testuali di ordinanza di custodia cautelare costituisce violazione dell’articolo 114 del codice di procedura penale” sul segreto, “e integra altresì l’illecito tipizzato all’articolo 684 del codice penale“, cioè il reato di pubblicazione arbitraria di atti. Il deputato accusa in modo piuttosto diretto i pm di chiudere un occhio su questo reato per convenienza personale: “Si ritiene opportuno conoscere se il principio di obbligatorietà dell’azione penale interessi anche tali violazioni, o, al contrario, se le stesse siano soggette ad una particolare tolleranza da parte delle autorità preposte, in ragione dell’impatto mediatico scaturito dalle inchieste”, scrive. E chiede al Guardasigilli Carlo Nordio di sapere “quanti procedimenti penali per la violazione dell’articolo 684 del codice penale siano stati avviati negli ultimi mesi dai diversi uffici della Procura della Repubblica e quanti siano allo stato ancora pendenti, considerato che un’eventuale inerzia, a parere dell’interrogante, rappresenta una palese violazione del principio di obbligatorietà dell’azione penale ed una censurabile omissione“.
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