Le turbolenze commerciali spingono la Bce verso un nuovo taglio dei tassi
Secondo gli esperti di BNP Paribas, le recenti tensioni sul fronte dei dazi commerciali stanno cambiando radicalmente lo scenario per la politica monetaria dell’Eurozona. L’inasprimento della linea protezionistica americana avrebbe infatti provocato un “significativo irrigidimento delle condizioni finanziarie globali”, creando le premesse per un nuovo intervento espansivo della Bce. “Una settimana fa avremmo detto che... Leggi tutto

Secondo gli esperti di BNP Paribas, le recenti tensioni sul fronte dei dazi commerciali stanno cambiando radicalmente lo scenario per la politica monetaria dell’Eurozona. L’inasprimento della linea protezionistica americana avrebbe infatti provocato un “significativo irrigidimento delle condizioni finanziarie globali”, creando le premesse per un nuovo intervento espansivo della Bce.
“Una settimana fa avremmo detto che il Consiglio Direttivo della BCE era diviso sull’opportunità di un taglio ad aprile”, scrive Luca Pennarola, senior economist per l’Europa di BNP Paribas Fortis, affiancato nell’analisi da Camille de Courcel, Paul Hollingsworth e Joao Vieira Pinto. “Ma ora, i rischi di recessione globale superano quelli di un’inflazione più alta, cambiando completamente la prospettiva.”
I dati inflazionistici recenti sembrano inoltre sostenere la linea accomodante: l’inflazione core dei servizi è scesa al 3,4% a marzo, minimo da 32 mesi. Anche l’inflazione domestica è rallentata, mentre la forza dell’euro e il calo delle materie prime energetiche rendono meno pressante il rischio di nuove spinte sui prezzi.
“Riteniamo che la BCE taglierà di 25 punti base nella riunione del 17 aprile”, spiegano gli analisti. E anche se nei prossimi giorni dovessero essere negoziati dazi più moderati, l’incertezza creata da questa escalation sarebbe comunque sufficiente a giustificare un intervento.
Nonostante segnali di miglioramento nel credito bancario, BNP Paribas mette in guardia: il recente irrigidimento delle condizioni finanziarie potrebbe rendere quei progressi “un fuoco di paglia”, soprattutto se banche e imprese dovessero tornare a una maggiore avversione al rischio.
Il quadro resta incerto anche per i mesi successivi: il team di BNP Paribas prevede che la BCE porterà il tasso sui depositi al 2% entro giugno. Tuttavia, avvertono, “la traiettoria successiva dipenderà dalla portata e durata dei dazi reciproci e da eventuali risposte politiche da parte dell’Europa”.
In uno scenario più grave, con dazi duraturi e una recessione globale, la BCE potrebbe essere costretta a tagliare i tassi anche sotto il livello neutro. Viceversa, se le tensioni si allentassero rapidamente e l’Europa rispondesse con misure efficaci, si potrebbe riaprire lo spazio per una politica più neutrale.
In questo clima di incertezza, gli esperti consigliano strategie prudenziali: “Favoriamo posizioni steepener sul tratto 2-10 anni dei titoli di Stato europei”, suggeriscono, scommettendo su un futuro più accomodante da parte della BCE.
Il messaggio è chiaro: la politica monetaria europea sta entrando in una nuova fase, spinta più dalla geopolitica che dall’economia interna.