Le paure di Beretta: “I Bellocco mi ammazzano, devo pentirmi”. Ma l’ex moglie non voleva: “Saresti un infame”

Era spalle al muro e quindi disposto a passare per un “infame” per provare a salvarsi la vita. Andrea Beretta ha capito nel giro di qualche settimana che aveva una sola strada davanti a sé: collaborare con la giustizia, entrare nel programma di protezione e sfuggire alla vendetta che, stando alle intercettazioni, la famiglia Bellocco […] L'articolo Le paure di Beretta: “I Bellocco mi ammazzano, devo pentirmi”. Ma l’ex moglie non voleva: “Saresti un infame” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 12, 2025 - 15:00
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Le paure di Beretta: “I Bellocco mi ammazzano, devo pentirmi”. Ma l’ex moglie non voleva: “Saresti un infame”

Era spalle al muro e quindi disposto a passare per un “infame” per provare a salvarsi la vita. Andrea Beretta ha capito nel giro di qualche settimana che aveva una sola strada davanti a sé: collaborare con la giustizia, entrare nel programma di protezione e sfuggire alla vendetta che, stando alle intercettazioni, la famiglia Bellocco aveva in mente di pianificare per lavare nel sangue la morte di Antonio, il rampollo del clan di ‘ndrangheta ucciso a settembre dall’ex capo ultras dell’Inter. Ma nonostante il quadro fosse chiaro, perfino le persone a lui più vicine hanno provato a fargli cambiare idea. Il ras della Curva Nord nerazzurra – in carcere per quell’omicidio e per l’inchiesta sugli affari della tifoseria organizzata – parla della sua intenzione di collaborare con gli inquirenti della procura di Milano in due colloqui dello scorso ottobre con la ex moglie, madre dei suoi figli, ottenendo risposte che ritiene spiazzanti, tanto da mettersi a piangere.

“Io devo uscire. Sono io il bersaglio. Se fanno fuori a me siete a posto! Ok? Se io sono qua dentro o cercano di farmi fuori qua dentro o cercano di fare del male a voi fuori… Ok? Io sono con le spalle al muro, capisci? Non ho vie d’uscita! Sono obbligato a fare questo percorso”, dice Beretta. Ma la posizione della moglie è di segno opposto: “Non lo devi fare”, gli risponde riferendosi all’intenzione di collaborare con la giustizia – cosa che poi avverrà – ricostruendo nei dettagli tutto ciò che la Procura antimafia di Milano, con l’aggiunto Alessandra Dolci e il pm Paolo Storari, ha messo in luce in anni di indagini sulla sua scalata alla Nord, iniziata con l’omicidio di Vittorio Boiocchi. E proprio nell’ultima ordinanza di custodia cautelare che lo ha colpito, quella sull’assassinio dell’altro ex ras della curva nerazzurra nel 2022 che proprio Beretta aveva ordinato, emergono le intercettazioni del colloquio tra i due.

L’ex moglie è inamovibile: “Non lo devi fare perché tu dai un dispiacere a (il nome del loro figlio, ndr)… che neanche te lo immagini. Il bambino vuole… ascoltami, i bambini vogliono ottenere qualcosa così come è… Non passare per l’infame”, gli urla la donna. Beretta è in confusione: “Ma stai scherzando?”, gli chiede mentre inizia a piangere singhiozzando. “Sono fottuto, sono fottuto”, gli ripete. Per spiegare le sue paure ricorda un’intercettazione captata tra i familiari di Bellocco nella quale giurano vendetta per l’omicidio del loro rampollo: “Hanno detto che fanno una strage”. L’ex moglie non cede: “Tu devi scontare quello che devi scontare”. L’ex capo della Nord continua a piangere: “Esco morto, devi capire, esco morto”. Ma per la donna stare in cella o vivere all’esterno sotto protezione non cambierebbe nulla: “Esci lo stesso che muori, perché quelli vogliono che tu paghi”.

Se invece l’ex marito stessa in cella, sostiene ancora la donna, “i bambini sono più tranquilli”. Nel caso in cui Beretta decidesse di collaborare, invece, la situazione si complicherebbe: “Tu ci ributti, di nuovo, in una vita ad aver paura, perché… perché tu non avrai una protezione 24 ore su 24 (…) Hanno ammazzato gente sotto protezione”. Beretta è disperato: “Perché tu mi dici così: non fare l’infame. Perché sono io l’infame? Mi hanno tradito tutti, io sono finito qua dentro, volevamo ammazzarmi”, sottolineano ricordando come – stando alla sua ricostruzione – l’omicidio di Bellocco sia maturato proprio perché il rampollo del clan aveva intenzione di assassinarlo e aveva già progettato l’omicidio. “Mi ha tradito Marco (Ferdico, ndr), mi ha tradito il padre, mi ha tradito Antonio (Bellocco), mi ha tradito Maurino (Nepi), mi hanno tradito tutti”, continua l’ex capo ultras. L’ex moglie è gelida: “Sono quelli che tu ti sei messo in casa”. Beretta continua a piangere: “Io mi sono messo in casa quelli che reputavo amici… e tu mi stai…”.

L’ex lo interrompe: “E lo so che tu reputavi amici, ma che cazzo di amici sono? Ma che cazzo di amici sono quella famiglia? Tu dovevi finirla prima, quando avvertiti il senso di pericolo”. La donna ricorda un incontro avvenuto in estate in un garage nei dintorni di Milano, ritenuto dagli inquirenti uno snodo cruciale dell’escalation di attriti per la spartizione dei soldi legati al merchandising che porterà al tentativo reciproco di ammazzarsi: “Se tu al 23 di luglio eri in quel cazzo di box e pensavi quello, anziché non dirmi niente, me lo dicevi prima quando eri fuori, non quando succede quello che succede”. Beretta ammette: “Ho sbagliato, non ho fatto retromarcia”. Il resto è storia nota: l’ex ultras si pente e ricostruire tutte le dinamiche, gli omicidi, la scalata al potere della Nord e gli affari illeciti del gruppo. Il 23 novembre dello scorso anno, pochi giorni dopo la notizia del suo pentimento, comparirà uno striscione fuori dallo stadio San Siro: “La tua infamità non appartiene alla nostra mentalità”. Firmato: secondo anello verde, la curva dell’Inter.

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