Possibili conseguenze di uno tsunami generato dal vulcano Marsili Un’
eruzione del vulcano sottomarino Marsili, combinata a un
collasso gravitazionale dei suoi fianchi, potrebbe innescare uno
tsunami di proporzioni significative nel
Mar Tirreno meridionale. Questo tipo di scenario è stato oggetto di
simulazioni numeriche, studi geologici e modelli tridimensionali, che ne hanno evidenziato la
pericolosità potenziale, sebbene l’evento venga ritenuto
a bassa probabilità ma ad alto impatto. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista
Marine Geology a cura del geofisico
Giuseppe Masetti e altri ricercatori del CNR, la
frana di un settore del Marsili potrebbe mobilitare una massa di oltre
10 chilometri cubi di materiale, generando
onde di tsunami capaci di raggiungere la costa in meno di
45 minuti.
Fonte scientifica: Submarine landslides and tsunami hazard at Marsili seamount (Marine Geology)
Aree geografiche più esposte al rischio tsunami Le aree più vulnerabili a un’onda di maremoto generata nel bacino tirrenico centro-meridionale sono:
- Costa calabra tirrenica, in particolare le province di Vibo Valentia, Cosenza e Reggio Calabria.
- Costa campana, con particolare rischio per Napoli, Pozzuoli, Castellammare di Stabia e la Costiera amalfitana.
- Isole Eolie, con esposizione diretta di Lipari, Salina e Vulcano.
- Nord della Sicilia, comprese le città di Milazzo, Capo d’Orlando e Messina.
- Arcipelago Pontino, in misura minore, ma potenzialmente colpibile in base alla direzione del collasso.
Una delle mappe ufficiali del
modello di propagazione delle onde è disponibile attraverso il sistema informativo realizzato da ISPRA nel suo
Atlante nazionale dei Tsunami: https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/geologia/suoli-e-processi-geologici/pericolosita/tsunami
Ipotesi di altezza dell’onda e tempi di arrivo In base alle
modellazioni numeriche condotte da INGV e CNR, l’
altezza delle onde in caso di collasso del Marsili può variare da
3 a 21 metri a seconda della
morfologia costiera e della
direzione della frana. Le coste calabre e siciliane, per la loro vicinanza al vulcano e la disposizione frontale rispetto al cratere sommitale, sono le più soggette a ricevere
onde con altezze superiori ai 10 metri. Uno studio specifico condotto nel 2010 da Tinti, Armigliato e Zaniboni per l’INGV, disponibile nella banca dati TSUNET, ha stimato che:
- Vibo Valentia potrebbe essere colpita da onde alte fino a 12 metri, con tempo di arrivo compreso tra 20 e 30 minuti.
- Napoli e Pozzuoli potrebbero ricevere onde tra 5 e 7 metri, in circa 45 minuti.
- Isole Eolie tra 6 e 9 metri, in 10-15 minuti.
- Messina e Milazzo onde da 4 a 8 metri, in 25 minuti.
Fonte scientifica: http://tsunet.rm.ingv.it/en/database/
Impatto potenziale su infrastrutture e popolazione In caso di tsunami, le conseguenze umane, economiche e ambientali sarebbero
estremamente gravi, anche in virtù della
scarsa preparazione delle aree tirreniche rispetto a fenomeni di questo tipo. Tra le conseguenze più probabili vi sono:
- Allagamento dei litorali urbanizzati, inclusi porti, aree industriali e quartieri costieri.
- Perdita di vite umane nei casi di mancata evacuazione o ritardo nelle comunicazioni di allarme.
- Distruzione di infrastrutture critiche, come impianti energetici, ferroviari e autostradali lungo la costa (in particolare la Salerno-Reggio Calabria).
- Danni al patrimonio naturale, con erosione delle spiagge, salinizzazione dei terreni agricoli e impatto sulla fauna marina.
Il
rapporto di sintesi sui rischi tsunami redatto da ISPRA nel 2013 conferma che
oltre 3 milioni di persone vivono in aree potenzialmente colpibili da tsunami nel solo bacino tirrenico. Link al rapporto completo: https://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/tsunami-italia.pdf
Sistema di allerta e prevenzione in Italia Dal 2017 è attivo il
Sistema di Allerta Tsunami per il Mediterraneo (NEAMTWS), coordinato dall’
UNESCO e operato in Italia da
INGV, che trasmette
allerta tsunami entro 10 minuti da un evento sismico o vulcanico significativo. Le boe sottomarine poste nel Tirreno centrale e meridionale monitorano costantemente l’attività vulcanica e idrotermale, compresa quella del Marsili. La Protezione Civile Italiana ha incluso scenari da tsunami nei
Piani di Emergenza Comunali delle regioni costiere, anche se la consapevolezza pubblica su questi rischi rimane ancora
relativamente bassa. Per approfondire il sistema di allerta nazionale: https://www.ingv.it/it/monitoraggio-e-sorveglianza/tsunami
Le conseguenze di uno tsunami generato dal vulcano Marsili