Law-Putin, fisionomia del potere insaziabile
Matteo Massi In una vecchia intervista di trentasei anni fa Kenneth Branagh, presentando il suo Enrivo V cinematografico, parlò di "una commistione...

Matteo Massi
In una vecchia intervista di trentasei anni fa Kenneth Branagh, presentando il suo Enrivo V cinematografico, parlò di "una commistione di grande fascino personale, ma anche di notevole crudeltà. È un assassino. Ciò che rende il dramma così potente è che lo spettatore deve pensarci due volte prima di esprimere un parere su di lui". Infatuarsi di un personaggio del genere è facile, anche perché cammina senza tentennamenti su un crinale dove bene e male si mescolano e vengono plasmati a proprio piacimento. Jude Law (52 anni), che è stato anche Enrico V a teatro, avrà pensato lo stesso di fronte alla richiesta d’interpretare Vladimir Putin (72 anni) in "The wizard of Kremlin" (Il mago del Cremlino tratto dal libro di Giuliano da Empoli, molto apprezzato in Francia). "Mio Dio come farò?", ha detto il primo giorno sul set. Vedendo le prime foto, la somiglianza con lo zar in carne e ossa – che ha invaso l’Ucraina e che vorrebbe un nuovo ordine mondiale da plasmare se non a sua immagine quanto meno alle sue esigenze – è stupefacente. Non basta l’apparenza. Anche al cinema.
Ma spesso proprio un’opera d’arte (che sia un film, un quadro o una pièce teatrale) riesce a portarci nelle viscere e talvolta anche nel cervello dei personaggi. Lo stesso Law in una vecchia intervista sul suo Enrico V disse che "il potere s’irradia dal suo corpo e investe quello degli altri". Senza saperlo (e prevederlo) aveva tracciato una similitudine con il Putin che avrebbe poi deciso d’interpretare. Starà a lui a rendere – non solo con la somiglianza – le traiettorie mefistofeliche del potere di Putin. E della sua insaziabile fame.