L’artefice di un’impresa storica: "Si sono gettati nel fuoco con me e adesso godiamoci il momento"
La rivoluzione del tecnico più vincente della categoria: "Ci abbiamo creduto fin dal primo giorno"

"La Serie A è un’impresa nella quale noi abbiamo creduto dal primo giorno. Non eravamo tra i favoriti per gli altri, ma ci abbiamo lavorato ogni giorno. Adesso ce la godiamo, poi penseremo al prossimo obiettivo". È il racconto di una storia d’amore. Una di quelle all’antica, dal lungo corteggiamento. Il Pisa e Filippo Inzaghi si sono annusati, sfiorati per anni. "Pensavo il telefono non squillasse più" disse lui. Da un lato una squadra alla ricerca di un condottiero per raggiungere un sogno che non sembrava diventato un miraggio, dall’altro un allenatore, che dopo essere stato tra i migliori attaccanti al mondo, in panchina si è rivelato il più bravo in Serie B (la media punti più alta di Grosso e Pecchia parla per lui). Sembravano gli ingredienti giusti per far scoccare la freccia. Ma come in tutte le grandi storie d’amore, forse proprio sapendo che tutto sembra perfetto, quando sembra il momento di sbocciare, arrivano i pensieri. O meglio, le altre offerte. A intercedere, a far sì di poter scrivere queste pagine, Calabresi e Caracciolo: "Mister, vieni qui. Ci butteremo nel fuoco per te". Cade anche l’ultimo dubbio: la risposta è sì. Un’alchimia da subito esplosa. Inzaghi sin dal primo giorno coglie in pieno l’essenza del pubblico, di una piazza che, ricordiamolo, era in contestazione dopo la scorsa stagione. "Bisogna far riappassionare questa gente alla squadra". I primi due allenamenti a porte aperte, davanti a migliaia di persone al caldo di luglio, sono il primo segnale che l’amore è davvero sbocciato. Il pubblico è già conquistato. La squadra pure. Ogni giocatore pende dalle sue labbra e sposa in pieno la causa. Insomma, si sono davvero buttati nel fuoco. Già nel ritiro di Bormio l’allenatore si è stupito di come i giocatori hanno accolto i carichi di lavoro. Lui intanto osserva tutti. Nessun bocciato. E così Piccinini, iniziale partente, diventa fulcro del centrocampo. L’allenatore ci crede, e i giocatori con lui. Non vi è sfortuna che sembra possa fermare l’impeto del Pisa.
Le problematiche si tramutano in occasioni: "Non ci siamo mai lamentati", dopo gli infortuni di Esteves e Leris Inzaghi convince Touré, anche lui con molti dubbi circa la permanenza, di poter essere un buon esterno. E lui diventa il migliore della B. Nelle varie conferenze stampa pare profetico, dal far notare come il Pisa fosse stato messo troppo in basso nelle griglie di partenza, al chiedere pazienza prima di vedere il miglior Lind, che sarebbe sbocciato a ottobre. Le prestazioni innalzano il suo status. La gente, come da lui raccontato, lo ferma, chiedendo in lacrime quel sogno, poi diventato obiettivo, e rimasto tale anche dopo la sconfitta con lo Spezia, chiamato Serie A: "Lì ho avuto la convinzione". Sogno diventato realtà. Una ciliegina messa sopra una torta splendida. La più bella storia d’amore vissuta a Pisa nella sua storia recente. Inzaghi, il suo 3-4-2-1, il suo gruppo di "ragazzi splendidi", sono entrati nel mito, nelle anime, nei racconti di un popolo. "Molte persone mi dicevano di non venire a Pisa". Menomale ti sei fidato di quelle giuste, mister.