L’addio alla austerità della Germania e le opportunità di investimento

Dopo anni di politiche fiscali rigorose, la Germania ha deciso di cambiare marcia, aprendo i cordoni della borsa per investire oltre 500 miliardi di euro in settori industriali ed energetici, senza contare un significativo aumento della spesa per la difesa. Un cambiamento che potrebbe segnare una vera e propria svolta nella politica economica europea. Charu... Leggi tutto

Mar 7, 2025 - 12:41
 0
L’addio alla austerità della Germania e le opportunità di investimento

Dopo anni di politiche fiscali rigorose, la Germania ha deciso di cambiare marcia, aprendo i cordoni della borsa per investire oltre 500 miliardi di euro in settori industriali ed energetici, senza contare un significativo aumento della spesa per la difesa. Un cambiamento che potrebbe segnare una vera e propria svolta nella politica economica europea. Charu Chanana, Market Strategist di BG Saxo, commenta questa trasformazione sottolineando che “questa espansione fiscale potrebbe rivitalizzare l’Europa, ma i rischi sono ancora presenti”.

 La fine dell’austerità tedesca

La Germania, che per anni ha mantenuto una delle politiche fiscali più conservative, puntando sul pareggio di bilancio e sulla riduzione del debito, sta finalmente rompendo con questa tradizione. Berlino ha infatti deciso di destinare oltre 500 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture, energia e difesa nei prossimi dieci anni. Una cifra che supera di tre volte l’intero pacchetto di stimoli economici messi in campo durante la pandemia.

La decisione del cancelliere Friedrich Merz di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture e nella transizione energetica è stata spinta anche dalla crescente pressione geopolitica. Con gli Stati Uniti che hanno minacciato di ridurre la loro presenza di sicurezza in Europa, la Germania ha stanziato 150 miliardi di euro per modernizzare le sue forze armate, avvicinandosi al 2% del PIL richiesto dalla NATO per la difesa.

Questo cambiamento radicale, tuttavia, non riguarda solo la Germania. La stessa Merkel aveva chiesto ad altri paesi dell’Unione Europea di riformare le proprie politiche fiscali, per consentire una maggiore spesa per la difesa in risposta agli attuali scenari geopolitici.

Le opportunità per gli investitori

Se da un lato la spesa fiscale tedesca può stimolare la crescita economica in Europa, dall’altro porta con sé alcune opportunità di investimento. Charu Chanana, infatti, osserva che “l’aumento della spesa per la difesa, le infrastrutture e l’energia verde potrebbe dare impulso ai titoli industriali, alle società di energia rinnovabile e alle banche europee”. Con l’Italia e la Spagna sotto la soglia del 2% di spesa per la difesa imposta dalla NATO, la pressione sull’intera regione di investire in difesa e infrastrutture potrebbe generare nuovi flussi di capitale.

Settori come quello della difesa, con aziende come Rheinmetall, Thales e BAE Systems, sono destinati a beneficiarne in modo significativo. A beneficiare potrebbero essere anche le società che operano nel settore delle energie rinnovabili, come Vestas Wind, Orsted e Iberdrola, mentre le aziende industriali tedesche, come Siemens Energy, potrebbero vedere impennate nei loro contratti grazie agli investimenti nella modernizzazione delle reti energetiche.

Il settore bancario, anch’esso influenzato dai cambiamenti fiscali, potrebbe trarre vantaggio dai tassi di interesse più elevati, un effetto collaterale che si ripercuoterà sui titoli bancari europei, tra cui Deutsche Bank, Commerzbank e BNP Paribas.

I rischi da non sottovalutare

Nonostante il potenziale positivo, gli analisti avvertono che questa espansione fiscale presenta anche dei rischi. Il più grande di questi è rappresentato dalla possibile risposta della Banca Centrale Europea. Con l’aumento della spesa pubblica, si potrebbero alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche, costringendo la BCE a mantenere i tassi di interesse elevati, come già avvenuto in passato. Questo potrebbe influire negativamente sui mercati e sugli investimenti a lungo termine.

Un altro rischio significativo è legato alla tempistica: i grandi progetti infrastrutturali e gli investimenti in difesa potrebbero incontrare difficoltà burocratiche, ritardi e difficoltà di esecuzione che potrebbero rallentare gli effetti positivi di questa politica espansiva.

Infine, la Germania resta ancorata al “freno all’indebitamento” costituzionale, che limita l’ammontare di denaro che può essere preso in prestito. Eventuali difficoltà economiche potrebbero rendere il finanziamento di questi progetti politicamente controverso, complicando ulteriormente la realizzazione dei piani fiscali.

Un nuovo capitolo per l’Europa

Il cambiamento fiscale in Germania non segna solo una svolta per la politica economica tedesca, ma potrebbe avere implicazioni significative per l’intera economia europea. Gli investitori, come osserva Charu Chanana, dovranno adattarsi a questo nuovo scenario, che offre numerose opportunità in alcuni settori, ma che comporta anche rischi legati all’inflazione, alla risposta della BCE e alla tempistica di implementazione.

Se la Germania e gli altri paesi europei riusciranno a gestire con successo questi cambiamenti, l’Europa potrebbe vivere un periodo di crescita sostenibile, con un euro più forte e una maggiore attrattività per gli investimenti. Tuttavia, come sempre, le sfide non mancano, e solo il tempo dirà se questa “svolta fiscale” riuscirà a trasformare realmente l’economia europea.