“La prima cosa da fare non è il riarmo, la pace in Ucraina o a Gaza. Se vogliamo cambiare la società dobbiamo ritrovare gli altri”: così i Negrita
I Negrita rompono il silenzio a sette anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio con “Canzoni per anni spietati”. Un progetto che è “resistenza poetica” lungo 9 brani, anticipati dai singoli “Non Esistono Innocenti Amico Mio”, “Noi Siamo Gli Altri” e “Nel Blu (Lettera ai Padroni della Terra)”. Ci sono anche due omaggi “Song to […] L'articolo “La prima cosa da fare non è il riarmo, la pace in Ucraina o a Gaza. Se vogliamo cambiare la società dobbiamo ritrovare gli altri”: così i Negrita proviene da Il Fatto Quotidiano.

I Negrita rompono il silenzio a sette anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio con “Canzoni per anni spietati”. Un progetto che è “resistenza poetica” lungo 9 brani, anticipati dai singoli “Non Esistono Innocenti Amico Mio”, “Noi Siamo Gli Altri” e “Nel Blu (Lettera ai Padroni della Terra)”. Ci sono anche due omaggi “Song to Dylan”, brano ispirato a Bob Dylan, e una reinterpretazione di “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori perché “ci serviva nel racconto globale, ci serviva una canzone che rappresentasse gli aspetti positivi e negativi di questa terra. Serviva lo schiaffo e la carezza, e ‘Viva l’Italia’ è il pezzo giusto”, spiega Pau, frontman della band aretina, durate la presentazione alla stampa milanese. I Negrita dall’8 aprile torneranno live con “Canzoni per anni spietati Tour 2025” che toccherà i principali club italiani.
“Siamo usciti divisi dalla pandemia” – È un disco nato in un periodo non positivo per noi e in generale per l’umanità, con la pandemia e altri problemi che sono intercorsi non riuscivamo più a fare il nostro lavoro, non riuscivamo più a scrivere e trovare delle canzoni senza testo, eravamo immobilizzati. A livello globale poteva essere un momento di crescita umana, ma ne siamo usciti divisi, e ogni verità proposta dalle reti di informazione è bifronte: ogni faccia opposta è sostenuta da fazioni che difendono in maniera radicale la propria, odiando quella altrui. Si è sbloccato tutto con un po’ di forza di volontà, ma anche con una scoperta piacevole: approfittando dello studio più approfondito della musica folk americana, siamo riusciti a mettere in fila le cose, i pezzi sono nati uno dietro l’altro e i testi sgorgavano come se fossero stati scritti da un’altra entità, pensavamo di essere posseduti, è successa la magia”.
“No al riarmo, sì alla pace in Ucraina e Israele” – La nostra filosofia è l’esatto contrario del ‘dividi et impera’: quando saliamo su un palco noi vogliamo unire un popolo, li mettiamo insieme in un contenitore e insieme a loro creiamo una magia che va e viene. È una bella prova di umanità che anche i nostri politici e amministratori dovrebbero studiare, sono prove generali di aggregazione. Quando la musica è l’obbiettivo comune le persone si comportano meglio, la società e la vita reale è l’esatto contrario. Se vogliamo cambiare la società, la prima cosa da fare non è il riarmo, la pace in Ucraina, o il governo Israeliano, ma ritrovare gli altri. Se non ritroviamo il prossimo abbiamo fallito la nostra missione umana”
“È giusta questa rivoluzione che stiamo facendo?” – La nostra generazione ha ereditato un grande mondo, regalatoci dei nostri genitori nati negli anni 40, noi non siamo stati capaci di trarre una lezione, né tantomeno di percorrere la giusta strada indicata i nostri genitori. Abbiamo dato il via alla rivoluzione digitale, un processo enorme, stiamo vivendo un rivoluzione, abbiamo contribuito a produrre questa, ma era la cosa giusta da fare? L’abbiamo fatta nel migliore dei metodi? Non mi sembra e la risposta è il titolo della canzone”
“I social portano all’autodistruzione” – La canzone ‘Ama o lascia stare’ viene dalla scritta su muro che vidi, ‘Ama o lascia perdere e mi ha fatto pensare molto. Nel brano diciamo che se l’alternativa ad amare è odiare non ce n’è bisogno. Ho letto un’indagine secondo la quale il 57% dei commenti sui social è di odio. I social dovevano unirci, ma i commenti negativi ci portano verso l’autodistruzione e un periodo buio, e questo ci preoccupa.
“Lucio Corsi è il vincitore morale di Sanremo” – Secondo noi Lucio Corsi è il vincitore morale del Festival di Sanremo. Su Instagram la faccia più visibile sembra sia la sua e questo fa molto piacere, perché è ‘analogico’ e poetico, con un’umiltà che ci risveglia tutti e una dolcezza e pacatezza. Si fa fotografare con 7/8 chitarre addosso, bravo Lucio”.
“Abbiamo iniziato con Mani Pulite” – Il nostro primo album è uscito nel 1994, subito dopo Mani pulite, che è stata una rivoluzione culturale oltre che politica e poi il manifestarsi dello strapotere berlusconiano, abbastanza opinabile rispetto allo spirito iniziale dei giudici che volevano mettere i corrotti in galera. Il nostro primo singolo diceva ‘Cambio di mentalità’, e sembrava che dopo la Prima Repubblica potesse esserci una rivoluzione. Poi siamo passati a una Seconda Repubblica che nessuno si aspettava, perché nessuno si attendeva la discesa di campo di uno come Berlusconi.
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