La metamorfosi di Lorenzo Musetti: il diverso atteggiamento sta portando i primi frutti
Vincere, sporcandosi. Per tanto tempo questo è stato uno dei problemi di Lorenzo Musetti. Il toscano, esteta come pochi nella pratica del tennis, è la rappresentazione di un modo di intendere la specialità con racchetta e pallina quasi “vintage”. Non è solo l’esecuzione del rovescio una mano, ma anche la voglia di manovra e costruire, […]

Vincere, sporcandosi. Per tanto tempo questo è stato uno dei problemi di Lorenzo Musetti. Il toscano, esteta come pochi nella pratica del tennis, è la rappresentazione di un modo di intendere la specialità con racchetta e pallina quasi “vintage”. Non è solo l’esecuzione del rovescio una mano, ma anche la voglia di manovra e costruire, disegnando il campo con fare creativo e variazioni costanti.
Le qualità del carrarino sono note da tempo al grande pubblico, ma nell’ultimo anno in particolare l’azzurro sta imparando a vincere anche quando non tutto il meccanismo va a meraviglia. Sovente, Lorenzo faticava ad accettare le giornate non di super ispirazione e più che rimanere lì a lottare, preferiva sottrarsi, quasi disgustato dal fatto che il suo gioco non riuscisse a esprimersi.
In una competizione così complicata come il tennis però, la tecnica e la genialità non bastano, ma serve anche concretezza e la voglia di rimanere lì, nella consapevolezza di avere le soluzioni ai problemi proposti dagli avversari. Sul campo del Principato, così adatto alle caratteristiche del toscano, la metamorfosi di Musetti si è potuta apprezzare.
Nelle quattro vittorie sulla terra rossa monegasca, Lorenzo è stato costretto sempre alla rimonta, venendo messo alla prova in un certo senso dai suoi avversari. Essere riuscito a spuntarla, anche contro la propria “bestia nera”, Stefanos Tsitsipas (quarti di finale), la dice lunga del percorso intrapreso dall’allievo di Simone Tartarini.