La madre di Mark Samson confessa: «L’ho aiutato a ripulire il sangue di Ilaria». Il gip: «Uccisa con freddezza e insensibilità»
Nosr Manlapaz ha ammesso di fronte ai giudici di aver aiutato il figlio a cancellare le tracce dell'omicidio dal loro appartamento. E i genitori del 23enne ora chiedono perdono L'articolo La madre di Mark Samson confessa: «L’ho aiutato a ripulire il sangue di Ilaria». Il gip: «Uccisa con freddezza e insensibilità» proviene da Open.

«Ho aiutato mio figlio a pulire le macchie di sangue in casa». Ha confessato Nosr Manlapaz, madre del 23enne Mark Samson reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula, durante l’interrogatorio terminato poche ore fa nella Questura di Roma. La donna, che da sabato risulta iscritta al registro degli indagati con l’accusa di concorso in occultamento di cadavere, è stata sentita per 4 ore – e con l’aiuto di un traduttore – dagli inquirenti. Un colloquio che lei stessa ha chiesto dopo che la pressione, mediatica e istruttoria, si stava concentrando sulla sua figura nonostante il figlio più volte avesse escluso il coinvolgimento dei genitori nell’uccisione e nella soppressione del cadavere della studentessa 22enne. «I genitori del ragazzo sono distrutti dal dolore, increduli, ancora sotto shock, spaventati», ha fatto sapere il legale della donna, Paolo Foto. «Chiedono sincero perdono per tutto quello che è successo».
«Ilaria Sula aggredita brutalmente con freddezza», l’ordinanza del gip
Per la madre di Mark Samson al momento non sono state richieste misure di custodia cautelare. Il padre, che era assente la mattina del 26 marzo quando Ilaria Sula fu uccisa nella sua abitazione, «non dovrebbe nemmeno essere sentito», ha anticipato l’avvocato Foto. «Freddezza e insensibilità», così Mark Samson avrebbe agito nei confronti della giovane studentessa. Lo ha scritto il gip nell’ordinanza di conferma della custodia cautelare nel carcere di Regina Coeli emessa nei confronti del 23enne. La 22enne, che «si fidava» del suo presunto aggressore, sarebbe stata colpita «in modo brutale».
La posizione della madre di Samson
Un orario che non torna. Un coltello che non si trova. E un corpo nascosto per giorni in una valigia. Per questo Nosr Manlapaz, madre di Mark Samson, reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula, è stata interrogata. «Ho fatto tutto da solo», ha ripetuto più volte dopo l’arresto l’indagato. Ma la pulizia totale della scena del crimine aveva già aperto interrogativi pesanti. «Adesso è il momento di chiedere scusa e perdono alla famiglia di Ilaria Sula, è l’unica cosa che mi sento al momento di dire», ha detto l’avvocato Gallo. «Oggi sono in corso i funerali ci associamo al dolore della famiglia, noi facciamo il nostro dovere ma non possiamo non dire che il ragazzo deve pagare e che il fatto è grave», ha aggiunto.
Le ultime ore di Ilaria Sula
Ilaria Sula arriva in via Homs intorno alle 21.30 del 25 marzo. Poche ore prima Mark Samson era entrato nel suo appartamento nel quartiere San Lorenzo, aveva cercato di portare via il computer e aveva scattato alcune foto allo schermo che riportava chat private. Una delle sue coinquiline glielo dice e lei va a casa dell’ex. Si riprende delle cose, gli restituisce alcune delle sue, poi vorrebbe andarsene. Ma, è la versione di Mark, è troppo tardi. E allora decide di dormire da lui. Che alle 11 del mattino le porta prima la colazione. Poi la uccide con un coltello mai ritrovato. Infila il corpo nella valigia, ripulisce la stanza, butta tappeto, stracci e arma in un cassonetto. Infine prende l’auto e guida fino a Capranica Prenestina, dove abbandona il corpo in un dirupo.
Le telecamere e l’auto dei Samson
Intorno alle 18 la sua auto è stata ripresa da tre telecamere nella piazza del paesino. Ma questo è l’unico punto a favore di una ricostruzione che fatica a reggere. In primo luogo perché non si capisce per quale motivo Ilaria, furiosa con Mark per la violazione della sua privacy, decida poi di rimanere a casa sua. E in secondo luogo perché nella prima testimonianza i genitori avevano detto che i due non avevano litigato e che loro non avevano sentito nulla durante la notte. Intanto il Corriere della Sera punta proprio sulle telecamere. Che avrebbero registrato la Ford Puma nera di Samson il 26 mattina. Nors Mazlapan sarà ascoltata oggi in Questura dove potrebbero formalizzarle le contestazioni. «Ho fatto tutto io, mia madre è malata e dormiva», diceva Mark il 29 marzo.
Le prime versioni dei genitori
Poi davanti al pm Maria Perna non ha più voluto parlare dei genitori. Al gip ha detto di aver portato il cadavere in auto alle 14 mentre il padre e la madre non erano in casa. Ma perché allora è tornato nel dirupo alle 18 dello stesso giorno? In ogni caso, ragiona il quotidiano, sembra inverosimile che dalla sera del 25 al pomeriggio del 26 né il padre né la madre si siano accorti di quello che accadeva in quell’appartamento di 50 metri quadrati. «Non può che concludersi che nel momento in cui ha agito si sia ampiamente prefigurato di poter cagionare la morte», aggiungono gli inquirenti, quasi a ipotizzare la premeditazione.
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