La grande guerra in Europa sul tesoro russo congelato
Che cosa si dice e che cosa non si dice nei Paesi europei sugli attivi russi congelati. Estratto dal Mattinale Europeo

Che cosa si dice e che cosa non si dice nei Paesi europei sugli attivi russi congelati. Estratto dal Mattinale Europeo
I NUMERI SUL TESORO RUSSO CONGELATO IN EUROPA
Un tesoro di 250 miliardi di euro giace nell’UE e fruttifica. Gli attivi russi congelati, come tutti i tesori, suscitano bramosie e dividono gli europei, tra i sostenitori della loro confisca per finanziare la difesa europea e la ricostruzione dell’Ucraina e i prudenti preoccupati delle conseguenze per la credibilità finanziaria dell’Unione europea e della sua moneta. Il dibattito è lungi dall’essere risolto. Ma i proventi generati da questo denaro non vanno persi. Hanno già permesso di fornire garanzie per 35 miliardi di euro di prestiti concessi a Kyiv nell’ambito di un accordo del G7, su cui Donald Trump non ha fatto marcia indietro, nonostante la sua volontà di fare tutto il possibile per eliminare il presidente Volodymyr Zelensky.
COME E QUANDO SONO STATI CONGELATI GLI ASSET RUSSI
I paesi del G7 – Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada e Giappone – hanno congelato circa 300 miliardi di euro di attivi sovrani russi per sanzionare la decisione della Russia di invadere l’Ucraina il 24 febbraio 2022. Gli attivi russi congelati dall’Ue sono costituiti da 24,9 miliardi di euro di beni privati e 210 miliardi di euro di attivi della Banca Centrale Russa che non possono essere utilizzati o trasferiti, precisa il Consiglio dell’Ue.
BCE CONTRO LA CONFISCA
Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea (BCE), mette in guardia contro la confisca del tesoro detenuto nell’Ue. Questo sequestro rischia di minare la moneta unica europea e di indurre i detentori di riserve in euro a ripensare i loro investimenti. Il primo ministro belga, Bart De Wever, è altrettanto prudente e con una ragione molto nazionale: alla fine del 2024, 183 miliardi di euro di attivi russi congelati dalle sanzioni imposte dall’UE erano gestiti dalla società Euroclear con sede a Bruxelles. Altri 20 miliardi sono gestiti da Clearstream, una camera di compensazione internazionale e un deposito centrale internazionale con sede a Lussemburgo.
IL RUOLO DI EUROCLEAR E LA POSIZIONE DEL BELGIO
Società internazionale specializzata nella gestione dei depositi per le obbligazioni, Euroclear gestisce il tesoro russo e i suoi proventi sui quali paga le tasse al fisco belga (1,7 miliardi di euro, somma destinata dal Belgio a un fondo per l’Ucraina nell’ambito di un accordo di sicurezza). Inoltre trattiene il 10 per cento per le sue spese. Il resto dei proventi è versato all’Unione europea per il Fondo Europeo per l’Ucraina, che ha già ricevuto 1,5 miliardi di euro e deve ancora ricevere 2 miliardi di euro a marzo 2025. Euroclear è anche il più grande sistema di regolamento e deposito di titoli al mondo per le operazioni nazionali e internazionali su obbligazioni e azioni. Il valore dei beni detenuti per i suoi clienti supera i 13.000 miliardi di euro.
KALLAS SPAZIENTITA
Questa prudenza esaspera l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue, Kaja Kallas. Come Josep Borrell, suo predecessore in questa funzione, Kallas sostiene la confisca del tesoro e l’uso dei 200 miliardi per armare l’Ucraina. La sua posizione non fa l’unanimità tra i 27 e i suoi detrattori deplorano la “ostinazione” di Kallas, che le aliena una parte delle capitali europee.
CHI E’ A FAVORE DELLA CONFISCA
L’eurodeputata socialista europea Chloé Ridel ha pubblicato un lungo post su X, la rete di Elon Musk, per sostenere la confisca del tesoro. “Ora il dibattito è se andremo oltre confiscando i beni russi. Una prima domanda sorge: è legale? In un contesto in cui lo Stato proprietario dei beni ne aggredisce un altro e viola palesemente il diritto internazionale, sì”, afferma l’eurodeputata. “I danni causati dalla Federazione Russa sul territorio ucraino sono stati valutati dalla Banca Mondiale ad almeno 450 miliardi di euro, ad oggi. Ovvero già molto di più dei beni russi congelati”, ricorda Chloé Ridel.
LO STALLO
Ma né il Belgio né l’Unione Europea sono in guerra con la Russia, fanno notare “i prudenti”. La Francia, insieme alla Germania, fa parte dei membri dell’Ue contrari alla confisca dei beni russi congelati. “Questi attivi non possono essere sequestrati perché sarebbe un atto contrario agli accordi internazionali”, afferma Eric Lombard, ministro francese dell’Economia. Come spesso accade nell’Unione europea, i grandi argentieri si oppongono ai diplomatici.
(Estratto dal Mattinale europeo)