La Fiat (Grande) Panda rinasce elettrica. Ecco com’era l’originale
Nata nel 1980 e firmata da Giorgetto Giugiaro, l’auto più venduta d’Italia ritorna “Grande” e in versione elettrica. Un video ne ripercorre la storia.

A scanso di equivoci, chiariamo subito. La Panda degli anni Ottanta, quella che in molti chiamavano affettuosamente il “Pandino”, non c’entra più niente. Di quel primo modello, disegnato da Giorgetto Giugiaro, prodotto in oltre 8 milioni di esemplari, non è rimasto più niente. Meglio, evoluta, molto cambiata negli anni, oggi resta in listino col nome di Panda, a sua volta disponibile in un allestimento chiamato Pandina. Stop. Quella che fa il suo debutto in questi giorni, per la prima volta anche elettrica, si chiama Grande Panda, sostituisce modelli come Fiat Punto (a qualcuno potrebbe ricordare l’operazione Grande Punto del 2005) e Uno e con l’originale non ha più nulla in comune. E prima di raccontarvela, vi lasciamo ripercorrere la storia della prima Fiat Panda in un video.
Panda, Pandina o Grande Panda?
Un po’ di confusione in effetti potrebbe nascere. Così vediamo in breve come stanno le cose. Dunque, Panda e Pandina come abbiamo visto sono di fatto la stessa cosa, ossia un grande successo che dura da anni e che a gennaio ha registrato oltre 13.300 immatricolazioni pari a una quota di mercato del 10 per cento. Un record che arriva in contemporanea al lancio della Grande Panda che però, a differenza della Panda, anche se progettata nel centro stile Fiat di Torino non viene prodotta nello stabilimento di Pomigliano d’Arco ma in Serbia su una piattaforma del gruppo Stellantis, la stessa della Citroen C3 elettrica.
Dimensioni, autonomia elettrica, versioni e prezzi
Chiarita la questione, la Grande Panda è un’auto più grande (sfiora i 4 metri), fra quelle che in gergo si definiscono del segmento B, quello delle citate Fiat Punto, Uno e prima ancora 127. Insomma, parliamo di un modello inedito, pensata per un uso “urbano e familiare” come le definisce una nota, che al modello originale stilisticamente in qualche modo si ispira, disponibile al lancio sia in una versione ibrida “mild” con un motore benzina turbo da 1,2 litri a 3 cilindri, sia per la prima volta nella versione elettrica con batteria da 44 kWh, autonomia combinata di 320 chilometri e un motore elettrico da 83 kW (113 dei “vecchi” cavalli). Ed è sulla Grande Panda elettrica che ci concentreremo, ossia la più virtuosa in termini di efficienza ed emissioni, in vendita da questi giorni a un prezzo di lancio da 22 mila 950 euro (a patto di avere un’auto da rottamare e di accedere a un finanziamento), in caso contrario il prezzo di listino parte da 24 mila 900 euro, comunque fra i più accessibili del mercato elettrico.
Quel cavo di ricarica retrattile a cui nessuno aveva ancora pensato, e che invece…
Dello stile esterno, chi di voi ci segue da tempo, non parliamo mai. O, meglio, lasciamo a voi ogni considerazione consapevoli che l’”abito” di un’auto rappresenti più la “forma” che la “sostanza”. Diciamo solo che seppur originali (almeno come i nomi scelti per i colori della carrozzeria: giallo limone, bronzo luna, azzurro acqua, blu lago, rosso passione, nero cinema e bianco gelato) i richiami alla Panda sembrano un po’ forzati, con il nome letteralmente stampato nella lamiera, un tentativo fortemente voluto di sottolineare la vicinanza al modello iconico degli anni Ottanta. Riuscito o meno lasciamo a voi. Un dettaglio come il cavo di ricarica, normalmente assolutamente secondario, utile solo per la sua funzione “vitale” su un’auto elettrica, sulla Grande Panda assume per la prima volta una “dignità” inedita.
La ragione? La Grande Panda è la prima auto sul mercato a proporre un cavo di ricarica “integrato e retrattile”, lungo 4 metri e mezzo. Già, sembra banale ma non ci aveva ancora pensato nessuno: al posto del solito cavo di ricarica spesso aggrovigliato nel bagagliaio, a Torino hanno pensato a qualcosa di più pratico: sulla Grande Panda il cavo, almeno quello AC per la presa domestica (fino a 7 kW), si estrae comodamente da uno sportello sul frontale dell’auto, mentre una seconda presa per la ricarica rapida DC è più classicamente posizionata sulla fiancata. A variare sono anche i tempi di ricarica, che vanno da un minimo di 27 minuti per un “pieno” (fino a 100 kW di potenza) a oltre 4 ore (dal 20 all’80 per cento) con il cavo retrattile. In alternativa, su richiesta, è disponibile una porta di ricarica posteriore da 11 kW (in questo caso si rinunciaal cavo retrattile anteriore), che porta il tempo di ricarica dal 20 all’80 per cento a 2 ore e 50 minuti.
Grande Panda, come si trasforma una city car in un city Suv
“Per la prima volta, “Grande” non indica dimensioni più ampie”, si legge sempre in una nota. Insomma… Facciamo due conti: la Grande Panda, omologata per 5 persone, è lunga 4 metri (3 metri e 99 per l’esattezza), alta 1 metro e 57 e larga 1 metro e 76 metri. Bene, la prima Panda, quella del 1980 per capirci, era lunga 3 metri e 38, larga 1 e 46 e pesava al massimo 810 chili. Anche se la Grande Panda non vuole in alcun modo sostituire la Panda (o Pandina che dir si voglia) che resta in produzione con dimensioni più simili all’originale, 4 metri di lunghezza, quel metro e 80 quasi di larghezza e un peso che per la versione elettrica sfiora i 1.500 chili, fanno pensare più a pesi e dimensioni di un suv compatto che a quelli di una citycar.
Insomma, il dilagare del gigantismo dell’auto, elettrica e no, sembra non avere fine. Circa la metà delle nuove auto vendute è già troppo larga per lo spazio medio dei parcheggi nelle nostre città. La larghezza media delle nuove auto ha superato il metro e 80 già nel 2023, la media era 1 metro e 77 nel 2018, un trend di crescita che prosegue indisturbato da decenni e che porta con se una serie di problemi, come la sicurezza per pedoni e ciclisti e la sottrazione di spazio pubblico alle persone. Non è tanto il caso della Grande Panda.
Ma, vedete, non è solo la lunghezza il problema. Anche il progressivo aumento dell’altezza rappresenta un problema: un aumento di 10 centimetri della parte anteriore dei veicoli, il cofano motore per capirci, comporta un rischio di mortalità del 30 per cento più elevato in caso di collisioni con pedoni e ciclisti. Insomma, anche se la Grande Panda resta fra i modelli più compatti del mercato, certamente adatta a un impiego urbano, quella sostenibile leggerezza dell’auto che dovrebbe guidare l’industria verso una maggiore efficienza per ora resta inascoltata. Speriamo in una veloce inversione di tendenza.
Economia circolare: cartone, plastica, alluminio e fibre di bambù
Una cosa va detta. La Grande Panda sarà anche cresciuta esternamente, ma per la prima volta può ospitare dignitosamente 5 persone, con la praticità dei numerosi spazi porta oggetti presenti un po’ ovunque, con un bagagliaio spazioso (più nella versione ibrida che in quella elettrica a causa della presenza della batteria) e con dettagli (come la plancia che ricorda la pista di prova del Lingotto a Torino, con tanto di macchinina) che ispirano simpatia. Il cruscotto ha un doppio schermo digitale (quello centrale touchscreen da 10,25 pollici), il caricatore wireless per il telefono, 4 porte Usb-C. A richiesta servizi come la navigazione connessa, che include la ricerca di parcheggi e stazioni di ricarica.
Oltre a questo, la Grande Panda inaugura certamente una nuova era in termini di “circolarità” e attenzione ai materiali: “Ogni Grande Panda contiene materiale riciclato proveniente da 140 cartoni per bevande, ciascuna delle quali composta per l’80 per cento da cartone e per il 20 da plastica non riciclabile e alluminio, normalmente scartati durante il processo di riciclo”, spiega una nota. Plastica e alluminio utilizzati per realizzare le parti in plastica blu degli interni. Al posto della grande tasca anteriore tipica della Panda, solo sulla versione “La Prima” è disponibile un portaoggetti chiuso aggiuntivo ricavato nella plancia e realizzato con un tessuto ottenuto (parzialmente) da fibre di bambù.
Grande Panda, l’autonomia elettrica “vera” sfiora i 300 chilometri
E adesso veniamo alle prestazioni. Della batteria da 44 kWh vi abbiamo detto, così come del motore elettrico da 83 kW. La Grande Panda nell’uso quotidiano si rivela un’auto molto pratica. Superata la chiave d’accensione un po’ anacronistica (quella sì rischia di ricordare una Panda del secolo scorso…), la Grande Panda è un’elettrica pratica, semplice verrebbe da dire, con poche opzioni di guida, un’auto “easy drive” come la definiscono in Fiat, con una buona efficienza e un’autonomia reale attorno ai 280 chilometri. Poche le opzioni di guida, unica variante possibile l’opzione C (Comfort) che riduce sensibilmente il rallentamento quando si rilascia l’acceleratore, buono il comfort generale anche sulle sconnessioni cittadine.
Insomma, un’auto a misura di città la Grande Panda, come evidenzia anche la velocità massima limitata a 132 km/h, facile da guidare (e da parcheggiare), con una dotazione Adas (i sistemi di assistenza alla guida) che includono a seconda delle versioni sensori anteriori e posteriori di parcheggio, telecamera posteriore, cruise control, frenata autonoma d’emergenza e sistema di mantenimento di corsia.