La falsa lettera della messicana Claudia Sheinbaum a Trump (che fa comunque riflettere)

lentepubblica.it Negli ultimi giorni un testo che sta circolando in rete da diversi anni ha riacceso il dibattito pubblico: si tratta di una lettera attribuita alla presidentessa messicana Claudia Sheinbaum a Trump, ma che in realtà è falsa. Un documento che, comunque sia, in base al suo contenuto sta facendo comunque riflettere in molti. Si tratta, […] The post La falsa lettera della messicana Claudia Sheinbaum a Trump (che fa comunque riflettere) appeared first on lentepubblica.it.

Mar 7, 2025 - 12:45
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La falsa lettera della messicana Claudia Sheinbaum a Trump (che fa comunque riflettere)

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Negli ultimi giorni un testo che sta circolando in rete da diversi anni ha riacceso il dibattito pubblico: si tratta di una lettera attribuita alla presidentessa messicana Claudia Sheinbaum a Trump, ma che in realtà è falsa. Un documento che, comunque sia, in base al suo contenuto sta facendo comunque riflettere in molti.


Si tratta, come abbiamo anticipato, di una presunta lettera della presidente messicana Claudia Sheinbaum contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La missiva, in realtà mai scritta dalla leader messicana, si attribusce  erroneamente a lei, ma ciò non ha impedito che il contenuto continui a suscitare riflessioni e discussioni.

Le vere origini della missiva

Il documento, che gira online da circa il 2016, all’inizio del primo mandato di Trump, non ha mai avuto un autore verificato. Sebbene la lettera non sia autentica i suoi contenuti – che pongono forti critiche alle politiche di Trump, soprattutto sulla costruzione del muro al confine – sembrano colpire nel segno. Il testo, pur non avendo fondamento, solleva una serie di interrogativi che riguardano le dinamiche internazionali e le relazioni fra le due nazioni.

Il contenuto del documento in sintesi

La lettera, che ha visto la luce molto prima che Sheinbaum assumesse la carica presidenziale, espone una visione provocatoria, ma non priva di ragioni. Essa inizia con una critica al progetto di Trump di erigere un muro tra i due paesi, mettendo in evidenza le implicazioni economiche e sociali di tale scelta. Il documento prosegue delineando scenari in cui i consumatori globali – i 7 miliardi di persone che vivono oltre il confine – potrebbero facilmente sostituire prodotti americani con alternative provenienti da altre nazioni, come Samsung, Huawei, Toyota o Zara.

Tra le righe si avverte una sfida alla supremazia economica degli Stati Uniti, suggerendo che il mercato mondiale potrebbe rapidamente girare le spalle a quelle aziende americane che non sapranno competere con i prodotti di altre nazioni, in particolare con quelli di Asia, Europa e America Latina. Il testo evidenzia anche come le preferenze culturali possano cambiare, mettendo in discussione l’influenza hollywoodiana e proponendo la valorizzazione delle produzioni latinoamericane ed europee.

La missiva non si limita a un’analisi economica, ma va oltre, con critiche anche all’industria alimentare e alla cultura popolare. Sostiene che anche in Messico ci siano hamburger migliori di quelli di McDonald’s e che ci siano destinazioni turistiche altrettanto valide rispetto ai parchi Disney. Inoltre le antiche meraviglie del mondo – come le piramidi – non appartengono agli USA, ma si trovano in paesi come l’Egitto, il Messico e il Perù.

Infine, il tono della lettera culmina in una provocazione finale, che descrive il destino del “muro” come inevitabile: se gli USA vogliono costruirlo, lo facciano, ma con conseguenze economiche disastrose.

Un testo che, a prescindere dalla sua autenticità, fa riflettere

La missiva, pur falsa nella sua attribuzione, solleva interrogativi di grande rilevanza sulle politiche di Donald Trump, in particolare sulla sua visione protezionista e isolazionista che ha segnato gran parte della sua presidenza. Sebbene il testo risulti scritto da Claudia Sheinbaum, i temi che tocca – in un linguaggio provocatorio ma diretto – meritano una riflessione critica sulle conseguenze globali delle scelte politiche di Trump, che spesso hanno dato prova di una visione ristretta, concentrata su un nazionalismo che ignora le interconnessioni e la complessità della geopolitica contemporanea.

La lettera, in modo estremizzato ma incisivo, ricorda che, in un mondo globalizzato, le economie non possono esistere in compartimenti stagni. Le politiche protezioniste di Trump, in particolare i dazi imposti a paesi come la Cina, hanno cercato di proteggere l’industria americana, ma hanno anche esacerbato le tensioni commerciali, danneggiando tanto i consumatori americani quanto i lavoratori di altre nazioni.

La retorica di Trump ha spesso ignorato le interconnessioni culturali e sociali tra i popoli. La lettera, pur utilizzando un tono esagerato, mette in evidenza un aspetto fondamentale: la cultura americana, così come la sua industria, non è un unicum irraggiungibile. Trump, in molte occasioni, ha voluto rafforzare l’idea di una superiorità culturale e economica che, però, non tiene conto dei cambiamenti globali.

Il testo completo della falsa lettera di Claudia Sheinbaum a Trump

«Quindi, avete votato per costruire un muro… Bene, cari americani, anche se non capite molto di geografia, dato che per voi l’America è il vostro paese, non un continente, è importante che scopriate, prima che venga posato il primo mattone, che oltre quel muro ci sono 7 miliardi di persone.

Ma dato che non conoscete davvero il termine “persone”, le chiameremo “consumatori”. Ci sono 7 miliardi di consumatori pronti a sostituire i loro iPhone con dispositivi Samsung o Huawei in meno di 42 ore.

Possono anche sostituire Levi’s con Zara o Massimo Duti.

In meno di sei mesi, possiamo facilmente smettere di acquistare auto Ford o Chevrolet e sostituirle con Toyota, KIA, Mazda, Honda, Hyundai, Volvo, Subaru, Renault o BMW, che sono tecnicamente migliori delle auto che producono. Quei 7 miliardi di persone possono anche smettere di abbonarsi a Direct TV, e non vogliamo farlo, ma possiamo smettere di guardare film di Hollywood e iniziare a guardare più produzioni latinoamericane o europee che hanno una migliore qualità, messaggio, tecniche cinematografiche e contenuti.

Anche se può sembrare incredibile, possiamo saltare la Disney e andare al resort Xcaret a Cancun, in Messico, in Canada o in Europa: ci sono altre destinazioni eccellenti in Sud America, Est America ed Europa.

E anche se non ci credete, anche in Messico ci sono hamburger migliori di quelli di McDonald’s e hanno un contenuto nutrizionale migliore.

Qualcuno ha visto piramidi negli Stati Uniti? In Egitto, Messico, Perù, Guatemala, Sudan e altri paesi ci sono piramidi con culture incredibili.

Scopri dove si trovano le meraviglie del mondo antico e moderno… Nessuna di queste negli Stati Uniti… Vergogna a Trump, l’avrebbe comprata e venduta!

Sappiamo che Adidas esiste, non solo Nike, e possiamo iniziare a indossare scarpe da tennis messicane come Panam. Ne sappiamo più di quanto pensi.

Sappiamo, ad esempio, che se questi 7 miliardi di consumatori non acquistano i loro prodotti, ci sarà disoccupazione e la loro economia crollerà (all’interno del muro razzista) a tal punto che ci imploreranno di abbattere questo brutto muro.

Non volevamo ma… Se vuoi un muro, ottieni un muro. Con sincero apprezzamento.»

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