La domesticazione dei gatti ha origini cruente?

Un nuovo studio sostiene che la domesticazione dei gatti sia legata a sacrifici rituali, non alla protezione dei granai.

Apr 20, 2025 - 10:03
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La domesticazione dei gatti ha origini cruente?
Ricostruire la storia della domesticazione di una specie animale non è mai facile, e quella dei gatti è probabilmente anche più complicata di quella dei cani. Nel 2001 pensavamo di avere trovato la risposta definitiva: il ritrovamento a Cipro di un felino vissuto 9.500 anni fa e sepolto insieme a un umano suggeriva che il tutto fosse cominciato nell'isola mediterranea. Ora, un nuovo studio pubblicato su bioRxiv e in attesa di peer review sostiene che si debba rivedere quell'idea, e riportare il focus sull'Egitto – e su una realtà decisamente più cruenta di quella che vede i gatti addomesticati perché ottimi animali da guardia contro topi e ratti.. Non a Cipro, ma in Egitto L'ipotesi di Cipro, che datava il primo felino domestico a un'epoca nella quale l'Egitto non esisteva ancora, sosteneva che i gatti fossero stati addomesticati perché utili a fare la guardia ai granai, e che i primi agricoltori li avessero accolti nelle loro case per questo motivo. Una nuova analisi delle ossa dei gatti di Cipro, però, sostiene non si trattasse di Felis lybica, l'antenato più diretto di Felis catus (l'attuale gatto domestico), ma di Felis silvestris, il gatto selvatico. È possibile quindi che i gatti trovati a Cipro fossero di un'altra specie, ai primi stadi di domesticazione (che potrebbe anche essere fallita). Le prime vere tracce di Felis lybica portano invece di nuovo all'Egitto, e a circa 3.000 anni fa, non quasi 10.000. E stando allo studio, la protezione dei granai non c'entrerebbe nulla: la domesticazione sarebbe avvenuta perché i gatti erano fondamentali per il culto di Bastet, una dea che in origine aveva la testa di leone che con il tempo diventò quella di un gatto. . Gatti allevati per essere sacrificati Cosa c'entrano i gatti con Bastet? La spiegazione è parecchio cruenta: i felini erano allevati in massa per venire poi sacrificati e mummificati, così da creare "mummie votive" che decoravano i templi della dea. Lo studio sostiene che, in questo contesto, ci fosse una fortissima pressione selettiva a favore dei gatti più docili e in grado di convivere con gli altri felini e con gli umani. L'ipotesi è affascinante, ma ha già i suoi critici: l'egittologa Julia Troche, per esempio, ha fatto notare che si trovano rappresentazioni di gatti domestici che risalgono a 4.000 anni fa, prima della nascita del culto di Bastet. Non sappiamo se queste immagini volessero rappresentare gatti già addomesticati o ancora "in corso d'opera", ma suggerirebbero comunque che il percorso di domesticazione sia stato quello che abbiamo creduto finora – con i felini che ci si sono piazzati in casa perché i nostri granai brulicavano di topi. Un'interpretazione decisamente meno cruenta di quella che vuole i gatti addomesticati per diventare mummie..