La Cina si affiderà all’intelligenza artificiale per riformare il sistema educativo

Nel quadro di una strategia nazionale per trasformare il sistema educativo, la Cina ha annunciato l’integrazione dell’AI in ogni livello scolastico, dalla primaria all’università. Secondo un documento ufficiale diffuso dal Ministero dell’Istruzione, l’obiettivo è promuovere lo sviluppo di competenze fondamentali tra studenti e insegnanti – come il pensiero critico, la risoluzione autonoma dei problemi e […] The post La Cina si affiderà all’intelligenza artificiale per riformare il sistema educativo appeared first on Key4biz.

Apr 18, 2025 - 09:29
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La Cina si affiderà all’intelligenza artificiale per riformare il sistema educativo

Nel quadro di una strategia nazionale per trasformare il sistema educativo, la Cina ha annunciato l’integrazione dell’AI in ogni livello scolastico, dalla primaria all’università.

Secondo un documento ufficiale diffuso dal Ministero dell’Istruzione, l’obiettivo è promuovere lo sviluppo di competenze fondamentali tra studenti e insegnanti – come il pensiero critico, la risoluzione autonoma dei problemi e la capacità di collaborare – per alimentare la competitività e l’innovazione del paese. L’adozione dell’AI sarà estesa non solo ai programmi didattici, ma anche ai libri di testo e alle metodologie d’insegnamento, nella speranza di rendere l’apprendimento più dinamico e stimolante.

Questa riforma si inserisce in un contesto più ampio di rilancio dell’innovazione tecnologica, che ha visto recentemente l’espansione dei corsi universitari dedicati all’AI e l’aumento degli iscritti, soprattutto dopo il successo della startup cinese DeepSeek, che ha lanciato un modello linguistico avanzato a costi inferiori rispetto ai concorrenti statunitensi.

A gennaio 2025, Pechino ha anche presentato un piano nazionale con orizzonte al 2035 per diventare una ‘nazione dell’istruzione forte’, facendo leva sull’efficienza dell’innovazione tecnologica come motore per il cambiamento.

Con questa iniziativa, la Cina riafferma la propria intenzione di posizionarsi come leader mondiale nella formazione di talenti altamente qualificati in ambito tecnologico. Tuttavia, restano aperti interrogativi riguardo l’equità di accesso, l’impatto sui metodi educativi tradizionali e la gestione etica dell’AI nel contesto scolastico.

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Meta ha chiesto ad Amazon e Microsoft di contribuire al finanziamento di Llama

Meta sta lavorando per costruire un consorzio industriale finalizzato alla condivisione dei costi di sviluppo dei suoi modelli open-source Llama.

Secondo fonti interne, l’azienda guidata da Mark Zuckerberg ha avviato colloqui diretti con colossi tecnologici come Amazon, Microsoft e altri attori strategici per valutare il loro interesse a cofinanziare l’addestramento delle prossime generazioni del modello Llama.

L’obiettivo sarebbe quello di formare una rete di partner che possa non solo contribuire economicamente, ma anche beneficiare di vantaggi esclusivi come accesso anticipato ai modelli, visibilità nella documentazione tecnica e potenziale influenza nella roadmap di sviluppo.

Questa proposta riflette un cambio di paradigma nell’approccio di Meta all’intelligenza artificiale, cercando di consolidare un fronte comune in risposta al crescente predominio dei modelli proprietari come quelli sviluppati da OpenAI, Anthropic e Google DeepMind. La creazione del cosiddetto ‘Llama Consortium’ rappresenterebbe una strategia per rafforzare l’ecosistema dell’AI open-source, evitando la completa concentrazione delle risorse computazionali e delle innovazioni in poche mani.

L’iniziativa risponde anche alla necessità di sostenere economicamente progetti con costi di addestramento che possono superare le centinaia di milioni di dollari, specialmente per modelli superiori ai 400 miliardi di parametri. Tuttavia, le risposte dei potenziali partner sembrano miste. Microsoft e Amazon, pur già coinvolte nella distribuzione di Llama tramite i rispettivi cloud (Azure e AWS), sembrano restie a investire in modo diretto, preferendo concentrarsi sui propri modelli interni.

La proposta rimane comunque aperta ad altri soggetti industriali che potrebbero trovare vantaggio competitivo nel sostenere un’infrastruttura condivisa e non proprietaria. L’esito dell’iniziativa sarà cruciale per determinare l’equilibrio tra modelli chiusi e open-source nei prossimi anni di evoluzione dell’AI.

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