La Cina risponde ai dazi di Trump, Wall Street in rosso

Pechino ha annunciato tariffe verso le merci provenienti dagli Stati Uniti superiori a quanto preannunciato precedentemente, innalzando così lo scontro attualmente in corso nella guerra commerciale.

Apr 9, 2025 - 15:44
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La Cina risponde ai dazi di Trump, Wall Street in rosso

Arrivata la risposta cinese ai dazi del 104% imposti sulle merci in arrivo negli Stati Uniti dal Paese asiatico e Wall Street torna in negativo, avviandosi così ad un’apertura in rosso dopo i cali della seduta di ieri.

Pechino ha annunciato che da domani imporrà tariffe dell’84% sui prodotti statunitensi, alzandoli così sensibilmente rispetto al 34% precedentemente indicato. Il ministero del Commercio aveva avvisato che la Cina non accetterà mai "la natura ricattatoria" dei dazi statunitensi e considera le ultime minacce "un errore dopo un altro".

Ieri i mercati avevano accolto con favore quelle che sembravano aperture nei negoziati tra USA e Cina, ma poi non si era concretizzato nessun passo avanti tra i due paesi. Oggi, intanto, sono entrati in vigore i dazi decisi da Trump verso prodotti provenienti da decine di Paesi, con percentuali che variano dall’11 al 50%, esclusa la Cina.

In questo clima da guerra commerciale globale, i future sui principali indici della Borsa di New York (Dow Jones, Nasdaq e S&P500) cedono oltre l’1,50% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni, con gli investitori che si rifugiano nell’oro, in crescita di oltre il 3% e scambiato a 3.084 dollari (future) e a 3.067 dollari (prezzo spot).

In calo anche il Bitcoin (-5%), venduto intorno quota 76 mila dollari, e il dollaro USA, con il cross EUR/USD in aumento (+0,80%) a 1,1054.

"Il ‘Liberation Day’ (l’entrata in vigore dei dazi) ha mostrato il lato oscuro della forza”, spiega Carlo Benetti, market specialist di Gam, evidenziando come “i mercati stiano reagendo con violenza ai dazi e alle modalità del calcolo annunciate alla Casa Bianca la scorsa settimana”, mentre “prevale la paura che i costi su aziende e famiglie saranno superiori al previsto e che la recessione sia più probabile”.

“Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di protezionismo ma l'applicazione sistematica e indiscriminata delle tariffe su qualsiasi merce importata non accadeva dai tempi del Tariff Act del 1930 (conosciuto anche come Smoot-Hawley Act, dal nome dei due proponenti). All'epoca l'applicazione di dazi fino al 60% su oltre 20.000 merci importate negli Stati Uniti scatenò le risposte protezionistiche degli altri Paesi amplificando gli effetti nefasti dei gravi errori di politica monetaria. Gli operatori vedono oggi molte similitudini con quello scenario e reagiscono con vendite massicce", aggiunge Benetti.

Oggi sono attesi i verbali della riunione di marzo della Federal Reserve che potrebbero mostrare quanto i banchieri fossero preoccupati per i rischi di stagflazione derivanti dalla spinta tariffaria di Trump. La pubblicazione, prevista alle 20 italiane, prepara il terreno per l'aggiornamento di domani sull'indice dei prezzi al consumo, che indicherà la direzione dell'inflazione prima dell'entrata in vigore dei dazi di Trump.

Dal fronte della stagione degli utili, oggi sono stati pubblicati i risultati del primo trimestre 2025 di Delta, attentamente monitorati dopo che la compagnia aerea ha tagliato le sue previsioni il mese scorso.

L’appuntamento clou arriverà venerdì quando le grandi banche faranno entrare nel vivo il periodo delle trimestrali e in particolare sono attese Wells Fargo, JP Morgan, Morgan Stanley e Blackrock.

Secondo FactSetla crescita degli utili attesa per la stagione è del 7% e, se questo risultato venisse rispettato, si tratterebbe del settimo trimestre consecutivo in aumento. Il settore energetico, quello dei materiali e quello dei beni di consumo potrebbero segnare una contrazione degli EPS, mentre i primi tre posti in classifica sono presi dall’health care, dall’IT e dalle utilities.

ricavi dovrebbero registrare una crescita del 4,2%: solo il comparto industriale dovrebbe registrare una flessione del fatturato, mentre IT, health care e servizi di comunicazione dovrebbero registrare i risultati più positivi.

Infine, il margine di profitto netto è stimato in crescita del 12,1%, sotto il 12,6% del 4° trimestre 2024 ma oltre l’11,7% della media a 5 anni.

Delta Air Lines (+2%): EPS rettificato per il primo trimestre per 0,46 dollari, superiore alle stime degli analisti di 0,38 dollari (dati LSEG).

Mastercard (-2%): l’imposizione di dazi sui beni statunitensi da parte della Cina aumenta il rischio di una spesa debole con le carte di credito, in quanto la fiducia dei consumatori potrebbe subire un duro colpo.

Gilead Sciences (-2%): settore farmaceutico in calo dopo che Trump ha ribadito la sua volontà di imporre tariffe “importanti” su tutte le importazioni di prodotti farmaceutici. Vendite anche su Eli Lilly (-1%), Biogen (-1%) e Pfizer (-1%).

United States Steel (+2%): l'investitore Ancora ritira la nomina di candidati al consiglio di amministrazione della società.

APA (-3%): ha ridotto di circa 8 milioni di piedi cubi al giorno (MMcf/d) la sua produzione di gas naturale statunitense e di 500 barili al giorno di liquidi di gas naturale nel 1° trimestre, in risposta alla debolezza dei prezzi.

Apple

Jefferies: neutral e target price ridotto da 202,33 a 167,88 dollari.

Alphabet

Baird: buy e prezzo obiettivo diminuito da 225 a 190 dollari.

Nvidia

TD Cowen: buy e target price tagliato da 175 a 140 dollari.

Amazon

Baird: buy e prezzo obiettivo abbassato da 260 a 215 dollari.

Meta Platforms

KeyBanc Capital Markets: buy e target price diminuito da 710 a 645 dollari.

Netflix

KeyBanc Capital Markets: Buy e prezzo obiettivo tagliato da 1.100 a 1.000 dollari.

Tesla

Benchmark Company: buy e target price ridotto da 475 a 350 dollari.

Ford Motor

Bernstein: da hold a sell e prezzo obiettivo tagliato da 9,40 a 7 dollari.

The Goldman Sachs

Redburn Atlantic: neutral e target price abbassato da 562 a 538 dollari.