La Cdu di Merz riuscirà a convincere la Spd di svoltare su economia, fisco, energia e innovazione?
Il programma elettorale della Cdu offre gli strumenti per comprendere quel che Merz cercherà di imporre al partner di coalizione socialdemocratico. L'articolo di Pierluigi Mennitti.

Il programma elettorale della Cdu offre gli strumenti per comprendere quel che Merz cercherà di imporre al partner di coalizione socialdemocratico.
La crisi economica ha giocato un ruolo almeno altrettanto importante rispetto a quello della sicurezza interna e dell’immigrazione illegale nella campagna elettorale appena conclusasi e la sfida di rilanciare il motore del paese sarà una delle più difficili per il governo che si formerà. Friedrich Merz l’ha messa in cima ai suoi pensieri e intende imporre all’ex locomotiva europea oggi malata una metamorfosi profonda. La visione del partito elaborata nel programma elettorale della Cdu offre gli strumenti per comprendere quel che Merz cercherà di imporre al partner di coalizione socialdemocratico nelle trattative per la formazione del nuovo governo che sono iniziate in anticipo rispetto ai tempi previsti, venerdì della scorsa settimana.
Essa si articola in un piano dettagliato che ridisegna il futuro del paese, ponendo al centro innovazione, sostenibilità e competitività.
Il programma elettorale della coalizione conservatrice riserva un’attenzione particolare al mondo delle piccole e medie imprese, riconoscendone il ruolo fondamentale nel tessuto economico nazionale. L’approccio si articola attraverso una serie di interventi mirati che vanno ben oltre il tradizionale sostegno finanziario: si delinea una strategia integrata che abbraccia digitalizzazione, ricerca e sviluppo, snellimento burocratico e protezione dalla concorrenza sleale.
INNOVAZIONE E RICERCA E TRASFORMAZIONE DIGITALE
Particolarmente innovativo appare il ripensamento dei meccanismi di sostegno alla ricerca e all’innovazione. Il programma centrale per l’innovazione delle PMI viene potenziato e reso più accessibile, mentre l’indennità di ricerca fiscale si trasforma in uno strumento agile per stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo. La novità più significativa risiede nell’approccio al trasferimento tecnologico: gli istituti di ricerca vengono incentivati a creare spin-off, creando un ponte naturale tra ricerca accademica e applicazione industriale.
La digitalizzazione emerge come pilastro portante della strategia economica, con l’istituzione di un ministero federale dedicato che segnala l’elevata priorità assegnata a questo ambito. L’infrastruttura digitale viene concepita come elemento abilitante per lo sviluppo economico, con un piano ambizioso per l’estensione della rete in fibra ottica e della telefonia mobile che mira a garantire connettività avanzata su tutto il territorio federale.
TRANSIZIONE ECOLOGICA NEL SEGNO DEL PRAGMATISMO
La Cdu/Csu affronta la sfida della transizione ecologica con un approccio pragmatico, che cerca di conciliare gli obiettivi climatici con le esigenze di competitività del sistema produttivo. La strategia si basa su un mix di incentivi all’innovazione tecnologica e supporto alla modernizzazione dei processi produttivi, evitando imposizioni che potrebbero compromettere la capacità competitiva delle imprese.
Un elemento cruciale del programma riguarda la modernizzazione del diritto antitrust e della concorrenza. L’obiettivo è duplice: da un lato, proteggere le PMI dalle pratiche commerciali aggressive dei grandi gruppi, dall’altro impedire acquisizioni predatorie che potrebbero minare la resilienza del sistema economico nazionale. Questa riforma si inserisce in un più ampio processo di semplificazione normativa, che mira a rendere il quadro legislativo più comprensibile e meno oneroso per le imprese.
La visione economica della Cdu/Csu si caratterizza per un approccio “evolutivo” piuttosto che rivoluzionario, che cerca di preservare i punti di forza tradizionali dell’economia tedesca mentre la proietta verso le sfide future. Particolare attenzione viene dedicata alla creazione di condizioni di vita equivalenti tra aree urbane e rurali, riconoscendo l’importanza di uno sviluppo territoriale equilibrato e rivalorizzando le zone di campagna che rappresentano un tradizionale bacino elettorale per i due partiti di ispirazione cristiana.
Molte delle proposte dell’Unione che ora i negoziatori dei due partiti cristiani cercheranno di far confluire nel programma di governo si ritrovano anche nei rapporti che i maggiori centri di ricerca economica della Germania hanno presentato nel corso della campagna elettorale: si configurano come un tentativo ambizioso di modernizzare l’economia tedesca mantenendone intatti i fondamentali.
La sfida di Merz, che sui temi economici gioca buona parte della sua credibilità, sarà quella di implementare questa visione mantenendo l’equilibrio tra innovazione e stabilità, tra competitività globale e tutela del tessuto imprenditoriale locale, tra obiettivi ambientali e sostenibilità economica. E soprattutto di convincere un partito socialdemocratico che dovrà pur trovare nella partecipazione a questo governo dei suoi vantaggi politici e elettorali che quella da lui indicata sia la strada giusta. Per molti osservatori questa nuova grande piccola coalizione è l’ultima spiaggia per i partiti tradizionali prima di uno tsunami populista: che potrà tingersi di destra (vista l’avanzata di AfD), di sinistra (il nuovo format della Linke), o contenere mescolate tutte le delusioni, le frustrazioni e le rabbie che covano sotto la cenere di questo paese.