La Borsa “punisce” Alphabet, la casa madre di Google rende “poco”

Martedì scorso Alphabet, la società madre di Google, ha presentato una pagella contrastante e gli investitori si sono affrettati a dare il benservito all’azienda, che non è certo uno studente con la A maiuscola. Prima dei risultati, Alphabet era in piena ascesa: il titolo era salito del 41% nell’ultimo anno, battendo l’indice tecnologico Nasdaq. Il […] L'articolo La Borsa “punisce” Alphabet, la casa madre di Google rende “poco” proviene da Economy Magazine.

Feb 10, 2025 - 11:15
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La Borsa “punisce” Alphabet, la casa madre di Google rende “poco”

Martedì scorso Alphabet, la società madre di Google, ha presentato una pagella contrastante e gli investitori si sono affrettati a dare il benservito all’azienda, che non è certo uno studente con la A maiuscola.
Prima dei risultati, Alphabet era in piena ascesa: il titolo era salito del 41% nell’ultimo anno, battendo l’indice tecnologico Nasdaq. Il problema è che quando si fissano standard elevati, gli investitori li rispettano. Certo, Alphabet ha realizzato un utile superiore alle aspettative e ha aumentato di quasi l’11% le entrate derivanti dalla pubblicità digitale, che costituisce circa i tre quarti degli incassi totali dell’azienda. Ma gli investitori non hanno potuto ignorare i piani di spesa di circa 20 miliardi di dollari in più del previsto per quest’anno e i ricavi più deboli del previsto del reparto cloud. (Detto questo, la divisione ha comunque incassato il 30% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Tuttavia, guardiamo al quadro generale. Alphabet è ancora il più economico dei magnifici sette titoli. Inoltre, è considerata meno vulnerabile agli effetti dei dazi e ha alcuni assi nella manica: YouTube, Waymo e un possibile spin-off – che combina i chip specializzati di Alphabet e il laboratorio di intelligenza artificiale DeepMind – che potrebbe valere fino a 700 miliardi di dollari.
Questa settimana Palantir ha mostrato ad Alphabet come si fa. Lo scorso trimestre l’azienda statunitense di software ha avuto clienti in fila per tutto il trimestre: i governi hanno firmato una marea di nuovi contratti per la difesa, le aziende hanno acquistato più tecnologia per creare strumenti di analisi basati sull’intelligenza artificiale e la sua piattaforma di intelligenza artificiale (AIP) si è rivelata un kit molto popolare. Gli investitori hanno premiato i risultati di gran lunga migliori del previsto, facendo salire il titolo del 20%. Questo si aggiunge al rialzo del 420% che le azioni hanno messo a segno nell’ultimo anno. Si tratta di un segno dei tempi: la prima ondata di IA ha sostenuto i “picconi e le pale” del settore – chip, prodotti cloud e infrastrutture – ma ora gli investitori sembrano concentrarsi sulle aziende che trasformano l’IA in ricavi tangibili e scalabili.

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