Israele affama Gaza non per gli ostaggi ma per costringere i palestinesi a fuggire e poi prendersi tutto
La fame viene usata come arma, e usata apertamente, ci sono politici israeliani che la proclamano, la usano e ne vanno orgogliosi. L'articolo Israele affama Gaza non per gli ostaggi ma per costringere i palestinesi a fuggire e poi prendersi tutto proviene da Globalist.it.

Domenica ascoltando la trasmissione di Caroline Broué, “Les good things”, era ospite un cuoco, un imprenditore, innamorato di Parigi, Assaf Granit, israeliano, che parlava di cucina, ma che parlava anche del fatto che ha combattuto nell’esercito israeliano, ovviamente, e che durante i combattimenti, qualche volta poteva tornare a casa.
Voglio dire, ad un certo punto non capivo più cosa stesse dicendo, non essendo assolutamente interessata, di chi fosse e cosa facesse, ma qui, dopo un po’ di tempo, mi sono sentita “costretta” a spegnerlo, perché era troppo. Non so come Caroline Broué prepari le sue trasmissioni, se è in diretta, se è registrata, ma diciamo questo show su un leader soldato israeliano è stato imbarazzante.
Mentre Assaf Granit espande il suo impero di ristorazione, Gaza, oggi, è completamente distrutta, ci muoviamo verso una carestia, con conseguenze che si fa fatica ad esprimere.
E la fame viene usata come arma, e usata apertamente, ci sono politici israeliani che la proclamano, la usano e ne vanno orgogliosi.
Oggi, secondo le cifre che ho trovato, quelle dell’ONU, di tutte le organizzazioni umanitarie presenti, è al 90% ( “Francia occidentale”, come al solito, spicca e parla di “almeno 91%… “) della popolazione di Gaza che soffre di malnutrizione.
Il 90% di Gaza significa 2,2 milioni di persone.
Non è solo il blocco alimentare, ovviamente. È un blocco su tutto (non ho capito cos’è l’elettricità, da dove viene, chi la produce) è anche acqua, sono anche medicine. A Gaza non entra alcuna attrezzatura medica da quando vi è stato l’inizio della ripresa delle operazioni, e anche durante la tregua, i camion di aiuti umanitari sono stati, una volta su due sempre attaccati dai coloni e, peggio, anche dai figli dei coloni, davanti agli occhi dell’esercito, perché l’esercito lascia andare, smette di fermare chi potrebbe protestare, e, non so, il parallelo che mi viene a guardare questi ragazzini fanatici, convinti del loro diritto, devo dirlo a parole?
Comunque il blocco è totale.
Perché, sì, Gaza-Plage è in pieno svolgimento. E quello che mi colpisce è che, se, a febbraio, a marzo, le autorità parlavano del blocco come mezzo di pressione su Hamas affinché rilasciasse gli ostaggi, oggi, cercando, non trovo alcun riferimento ad essi. O meglio sì, certo, ma come sentenze preliminari per un altro argomento.
L’argomentazione è chiara: è, come ha detto il parlamentare Likoud Moshe Saada, “affamare” le persone, e affamarle “senza pietà per nessuno”, perché l’obiettivo non è liberare gli ostaggi, ma fare uscire tutti palestinesi, tutti uguali. che siano, uomini, donne e bambini. Che siano costretti ad andarsene. Ma prima di essere costretti ad andarsene, cioè prima che i paesi vicini, e soprattutto l’Egitto, siano costretti ad accoglierli, beh, si uccidano a vicenda.
Perché la prima parte della campagna militare contro Gaza è stata un disastro per gli israeliani. Disastro politico, ovviamente, ma anche, e dobbiamo sottolineare su questo punto, disastro militare. Distruggendo Gaza all’80%, l’esercito più sofisticato del mondo non solo non si è vergognato per il massacro di civili, ma ha anche ucciso, in mezzo alla strada, mentre sventolavano bandiere bianche di persone che si sono rivelate ostaggi.
Le proteste contro Hamas sono iniziate durante la tregua. Cioè, quello che è successo a Israele è quello che è successo agli USA in Iraq e a tutta l’Europa occidentale in Afghanistan: queste guerre, che sono guerre di squilibrio, nessuno può vincerle. Non più l’America di Israele.
Gli Stati Uniti non avevano i mezzi, né avevano l’idea, per espellere gli iracheni o gli afghani dall’Iraq o dall’Afghanistan. Netanyahu, sostenuto oggi da Trump, ha bene in mente queste sconfitte, motivo per cui ha deliberatamente rotto il cessate il fuoco (tutti concordano che non sia Hamas), e ha lanciato questa seconda fase. Questa seconda fase sarà di nuovo militare (una nuova ondata di richiami massicci dai riservisti è appena iniziata), ma ho la sensazione che la fase militare non arriverà ancora.
No, prima la gente, a Gaza, davvero, deve fermarsi. Occorre fare in modo che la malnutrizione si trasformi in carestia: e quindi è necessario che all’interno della società gazouite, o nel resto di questa società, le tensioni si alzino in modo tale che ci siano massacri, che la gente venga alle mani, per non dire alle armi, tra loro stessi, per raccogliere quel poco di cibo rimasto.
L’obiettivo è provocare una vera carestia, qualcosa come l’Holodomor dell’Ucraina o la Carestia del Kazakistan, o lasciare che, come nei ghetti d’Europa, si indeboliscano per essere sicuri che non ci sarà resistenza e che la ricerca del cibo diventi l’unica preoccupazione.
Quel che è certo è che iniziano ad accumularsi le foto dei bambini in grave carenza, bambini scheletrici e che, ancora una volta, ci riporta ad un parallelo mostruoso, con altre foto, per lo più in bianco e nero.
L’obiettivo ultimo non è solo la ricolonizzazione di Gaza e l’espulsione di 2,4 milioni di persone (sapendo che questa evacuazione sarebbe il preludio all’evacuazione di tutti i palestinesi dalla Cisgiordania), si tratta anche di lavorare, con Trump e quindi Putin, per distruggere l’Europa occidentale dall’interno, visto che l’Europa dovrebbe rispondere su due fronti contemporaneamente: l’Ucraina, scoprendo che semplicemente non ha i mezzi militari, e il Medio Oriente.
Ecco, è ancora peggio: protestiamo, chiediamo “dialogo”, a non so cosa, ma nessuno parla di mobilitare, non so, la flotta per fare convogli umanitari che costringerebbero Israele a confrontarsi con il mondo: perché, è chiaro, servirà che gli aiuti, ad un certo punto, arrivino dall’UE, e che, visto che il blocco è totale, ci sarà un confronto, almeno diplomatico ed economico.
L’UE, per il momento, lascia andare, e continua a vivere la propria disintegrazione dall’interno, eleggendo populisti, burattini, vicini o lontani, da Putin, e, per la sua inazione davanti a quello che è il più grande crimine commesso sulla terra mentre scrivo, questa organizzazione della fame di espellere 2,4 milioni di persone.
Stiamo ascoltando “Good Things”
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